Verena Bahlsen, addio all’azienda di famiglia
Addio all’azienda di famiglia costituita dal bisnonno. Verona Bahlsen, imprenditrice, è travolta ormai da tempo da continue crisi di panico e di pianto. Per questo motivo ha scelto di lasciare il board della società. L‘ereditiera dell’impero tedesco dei biscotti Bahlsen, azienda fondata proprio dal bisnonno, ha dovuto allontanarsi dalla direzione dell’impresa perché le fragilità, che lei stessa ha confessate, le stavano impedendo di andare avanti nel lavoro come nella vita. Lei stessa, nel corso di diverse occasioni professionali, ha dato dimostrazione di un malessere psicologico che ora l’ha portata alla decisione.
Verena Bahlsen, come ricorda il Quotidiano.net, era ai vertici della società nel ruolo di “chief mission officer”. Aveva dunque l’incarico di guidare la trasformazione dell’impresa, seguendo passo dopo passo le varie attività aziendali. La settimana scorsa, poi, l’annuncio dell’addio che se per molti è suonato come un fulmine a ciel sereno, per tanti era annunciato.
Verena Bahlsen: “Crisi di panico e pianto”
Verena Bahlsen ha annunciato il suo addio all’azienda senza dare ulteriori spiegazioni. Su LinkedIn, poi, ha chiarito la situazione, dicendo di aver “pianto in molte riunioni”, di aver avuto “una crisi di panico in un campo di grano tedesco con il nostro a.d.”. Inoltre, ha sottolineato: “A volte sono stata cattiva, o impaziente, ho interrotto le persone quando avrei dovuto ascoltare o sono stata fredda e dura quando avrei dovuto rimanere dolce”.
Negli ultimi anni, infatti, Verena Bahlsen è stata al centro delle critiche per alcuni passi falsi. Ad esempio, l’ereditiera della fabbrica di biscotti, nel 2019 finì al centro di polemiche per aver minimizzato le sofferenze dei lavoratori forzati impiegati nell’azienda durante il nazismo. Prima ancora si era vantata di essere “una capitalista” impegnata a “guadagnare denaro per comprare yacht e cose simili”. Questo aveva scatenato la rabbia dei cittadini e della politica, con la sinistra tedesca che l’aveva fortemente criticata.