Il vermocane, verme marino, si sta diffondendo sempre più nei nostri mari: si trova nelle acque del Mediterraneo da secoli ma con i cambiamenti climatici e l’aumento delle temperature nei nostri mari, la sua popolazione è esplosa. Cataldo Pierri, professore di zoologia applicata all’Università di Bari, spiega a “Zona Bianca”: “Ce ne sono tanti, molto probabilmente in relazione ai cambiamenti climatici. Il Mediterraneo è un mare parzialmente chiuso e il riscaldamento globale si fa sentire con molta più enfasi”.



I rischi della proliferazione del vermocane non sono pochi, come spiega anche il professore Giuseppe Corriero, che insegna allo stesso modo zoologia a Bari: “Rischiamo un abbassamento importante della biodiversità costiera perché si nutre di invertebrati, pesci e altri animali che hanno un ruolo importante nel funzionamento del sistema marino costiere”.



Perché il vermocane minaccia la biodiversità?

Sempre più spesso il vermocane si trova sulle coste ioniche e viene trovato dai pescatori nelle reti o addirittura dentro ai pesci, perché mangiano gli organi interni dei pesci, che vengono pescati già morti. Il vermocane ha la possibilità di cambiare le strategie alimentari: può predare organismi fissi sul fondo come coralli e molluschi ma si nutre anche di pesci morti sul fondali o di qualsiasi organismo in difficoltà che non può sfuggire alle sue aggressioni. Questo verme marino è pericoloso anche per la salute umana, come spiegano gli scienziati dell’università di Bari.



“Ci sono varie invasioni come quella del granchio blu, specie aliene che si moltiplicano e si sommano l’una all’altra: tutto questo va ad aggiungersi al riscaldamento delle acque che ha già degli effetti importanti sulla biodiversità” secondo Giuseppe Corriero. Ma la soluzione qual è? Come per tanti dei problemi dei nostri mari, bisognerebbe ridurre le plastiche, con un minor rilascio di inquinanti e una migliore gestione delle risorse marino-costiere, spiegano gli esperti. Intanto i pescatori si dicono preoccupati a “Zona Bianca”: “È cambiato tutto nel Mediterraneo, ci sono anche pesci tropicali come i pesci pappagallo. Il clima sta cambiando tutto e sto vedendo cose davvero strane”.