Un video choc quello circolante negli ultimi giorni a Verona, in cui si vede un ragazzino 15enne bullizzato da una gang. Come riferisce il Corriere della Sera, il giovane viene «costretto in un angolo del bagno, completamente nudo, privato del telefono, impaurito mentre implora perdono al suo torturatore». L’aguzzino ha solo 18 anni e nel video choc «non desiste dal percuotere ripetutamente la vittima con un tubo in alluminio, a dimostrazione – così come scrive il gip nell’ordinanza con cui lo ha posto in carcere lo stesso, riportata dal Corriere – della crudeltà e del sadismo dell’indagato che, senza alcun motivo, reitera l’azione violenta».
La punizione è stata filmata e memorizzata in uno smartphone di un componente della baby gang veronese ritenuta arcinota, leggasi la Qbr. La Questura parla di un filmato «dai contenuti di impressionante violenza», un video ripreso con il cellulare che «è indice di una personalità criminale non indifferente». Protagonista in negativo è Anass Mahmoud Changui, italiano di seconda generazione residente a Verona, 19 anni il prossimo agosto. Era già finito nel mirino degli inquirenti per alcuni precedenti blitz ai danni della Qbr, (era stato sottoposto all’ordine di obbligo di permanenza in casa), mentre ora si trova in carcere accusato di duplice pestaggio ai danni di un minorenne, il primo a novembre del 2022, quello del video choc.
VERONA, 15ENNE SEVIZIATO DA GANG: CHANGUI IN CARCERE PER DUE PRESUNTI PESTAGGI
Changui è accusato di lesioni aggravate e violenza privata nei confronti del 15enne per averlo «condotto nel bagno della propria abitazione, fatto denudare, colpendolo violentemente e ripetutamente con un bastone di ferro sulla pelle nuda», nonché di estorsione, per aver «costretto il 15enne a procurargli venti euro corrispondente alla dose di hashish che per conto dell’indagato la vittima aveva ritirato alla stazione di Porta Nuova».
Il 15enne non aveva avuto il coraggio di denunciare l’episodio ma la polizia, trovando il filmato in questione, ha ricostruito l’accaduto: «Chiedo scusa, ho capito la gravità di quanto ho commesso e in carcere mi sono reso conto di voler cambiare vita e rispettare d’ora in poi la legge. Voglio rendere orgogliosa mia madre», le parole di Changui durante l’interrogatorio, ma ciò non è bastato ad alleggerire, almeno per il momento, la sua posizione. La seconda aggressione sarebbe avvenuta ai danni di un 17enne veronese il 4 marzo di quest’anno: il giovane sarebbe finito al pronto soccorso per una sincope e percosse guaribili in tre giorni. Il movento sarebbe un regolamento di conti interno alla stessa gang.