E’ un vero e proprio giallo quello che si consumato nella giornata di ieri in provincia di Verona: una donna è morta e il figlio 15enne è invece in fin di vita, raggiunti entrambi da un colpo di pistola. L’episodio, come riferisce il Corriere della Sera, è accaduto di preciso in una villetta di Vago di Lavagno, dove il corpo senza vita di una 58enne è stato ritrovato dai carabinieri, in circostanze che per ora non sono state ancora rese pubbliche.



Secondo il procuratore Raffaele Tito, l’ipotesi più accreditata è che la donna abbia tentato di uccidere il figlio 15enne, sparandogli un colpo di pistola alla testa, per poi rivolgere l’arma a se stessa e fare fuoco, uccidendosi. Ma per il Corriere della Sera il quadro non è “così semplice”, anche perchè sono diversi gli interrogatori sollevati dopo aver scoperto il corpo della 58enne e quello del figlio in condizioni disperate, a cominciare dal lungo interrogatorio al marito della vittima, nonché padre del 15enne, sentito comunque solo come persona informata da fatti per ore dagli inquirenti.



GIALLO A VERONA, L’ARMA ERA DETENUTA ILLEGALMENTE

Inoltre, l’arma che era presente nella villetta della provincia di Verona era detenuta illegalmente: come ha fatto ad arrivarci? Possibile che una donna di 58 anni sia stata in grado di recuperare un’arma illegale? Tutto può essere sia chiaro, ma non sembra uno degli scenari più usuali quando avvengono questi omicidi.

L’episodio, stando al Corriere della Sera, risalirebbe alle ore 14:30 della giornata di ieri, venerdì 20 settembre, quando i vicini di casa hanno chiaramente udito due colpi di pistola ed hanno avvertito le autorità. La vittima si chiamava Alessandra Spiazzi, mentre al piano terra della villetta dove viveva la famiglia abita il fratello di Luciano Feltre, marito della donna, che però non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione, e che avrebbe a sua volta chiamato i carabinieri.



GIALLO A VERONA, UN OMICIDIO IN AMBITO FAMIGLIARE

Chi indaga esclude che sul luogo del delitto vi fosse una terza persona, di conseguenza si tratta di un omicidio da ricondurre alla sfera famigliare: ma è stata davvero la madre a tentare di ammazzare il figlio di 15 anni, per poi forse rendersi conto di quanto fatto e uccidersi? Non è da escludere magari un colpo partito per sbaglio, non sapendo forse maneggiare l’arma, ma si tratta di ipotesi remota, che per il momento non viene presa in considerazione da chi indaga.

Il quotidiano di via Solferino la descrive come una donna molto conosciuta in paese anche per via del suo impegno nel volontariato, mentre il figlio 15enne viene dipinto come un giovane sorridente e felice, così come lo ricorda un suo compagno di scuola, aggiungendo che frequentava anche gli scout. Anche Luciano Feltre, il padre, è definito una bravissima persona: cosa è successo quindi? Saranno gli inquirenti a scoprirlo, molto probabilmente nei prossimi giorni.