A partire dalla prossima estate gli studenti della facoltà triennale di Lingue dell’Università statale di Verona dovranno fare i conti con una nuova modalità per conseguire il tanto agognato diploma di Laurea: stop alle ormai note (e talvolta detestate) tesi e tesine, sostituite da un più accomodante – e forse semplice, ma è presto per dirlo – esame scritto del tutto simile a quelli già sostenuti nel corso del triennio di studi; il tutto nella più che totale opposizione – ma ci arriveremo tra un attimo – da parte dei ‘sindacati’ studenteschi che si sono sentiti messi da parte per una decisione così tanto importante ed impattante.



Come anticipato, l’addio alla tesi non sarà operativo almeno fino agli esami di laurea dell’estate 2025 e da qui a quel momento non possiamo escludere che qualcosa cambierà un’altra volta; ma nel frattempo possiamo già anticiparvi quelle che per ora sono le novità decise dal Collegio didattico della facoltà linguistica. Al posto della ricerca e analisi critica gli studenti si troveranno ad affrontare un esame (che potrà essere a domande aperte, un orale o l’analisi di un brano) su una delle materie studiate nel triennio, purché il suo peso in termini di crediti fosse almeno pari a 6.



Dopo aver compilato la domanda – spiega il sito L’Arena – lo studente dell’Università di Verona dovrà scegliere anche un docente tra quelli conosciuti nel corso del percorso di studi: questi avrà il compito di decidere come svolgere la prova e di mettere assieme una piccola commissione con almeno un altro collega; somministrando il test pochi giorni prima della proclamazione e decidendo un punteggio che andrà a concorrere al voto di laurea.

Perché a Verona è stata abolita la tesi triennale: “Differenziare con la magistrale e scongiurare l’uso dell’Intelligenza artificiale”

Sorgerà spontanea una domanda: perché questo abbandono improvviso della tesi a favore di un comunissimo esame? Le risposte sono almeno due e vanno dalla volontà di differenziare il corso triennale con quello magistrale (nel quale per ora non sono previsti cambiamenti significativi) fino – ed è forse quella più interessante – a scongiurare l’idea che gli studenti possano farsi aiutare nella scrittura del testo critico dall’Intelligenza artificiale; evitando il ricorso ai poco precisi (e sempre molto costosi) software che promettono di riconoscere i testi generati dalle macchine senza alcuna garanzia sull’efficienza.



Protestano – come dicevamo già nell’apertura di questo articolo – i rappresentanti dell’Unione degli universitari di Verona che oltre a sottolineare il fatto che “non abbiamo potuto esprimere il nostro parere se non a cosa fatte”, spiegando che per una decisione “così radicale avremmo gradito un maggiore coinvolgimento“; criticano anche il fatto che “questo cambiamento [è] fondato sulla mancanza di fiducia e sulla semplice ‘sensazione’ che gli studenti deleghino il loro lavoro all’IA” ribadendo – infine – che la tesi “è l’unico esercizio di pensiero critico [del] percorso triennale”.