Abusa della figlia di 15 anni adottata in Brasile, mentre la moglie dorme nella camera accanto. Il parroco lo convince a confessare, così la vicenda si chiude con una condanna con rito abbreviato a 4 anni di reclusione per l’uomo. Ne aveva parlato solo col prete, riuscendo ad ammettere quella colpa agghiacciante: mentre dormiva la molestava. «Sì, ho abusato di mia figlia». Stando a quanto ricostruito dal Corriere della Sera, una sera di settembre del 2021 è crollato davanti alla moglie e al parroco, che lo aveva convinto a dire tutto, anche ai carabinieri. Dopo quella autodenuncia è cominciata l’inchiesta a Verona sul padre adottivo, per aver «compiuto atti sessuali con la figlia 15enne in più occasioni, dall’ottobre 2020 agli inizi del settembre 2021».
Quasi un anno di molestie nelle quali l’uomo prima si era «avvicinato», entrando nella camera della ragazzina quando il resto della famiglia (due figlie e una moglie) dormiva e non poteva sentire. Ha raccontato di averla baciata, di averla toccata e di essersi toccato, poi ci sono stati rapporti completi. Ma il 48enne ha anche spiegato che la figlia 15enne durante quei «contatti intimi» sarebbe stata consenziente. Glielo avrebbe chiesto e lei avrebbe risposto in maniera affermativa.
VERONA, ABUSA DELLA FIGLIA: “MA ERA CONSENZIENTE”
Trattandosi però di una minore, si tratta di una circostanza che non alleggerisce la gravità dell’accusa contestata al padre adottivo. La 15enne, che sperava di essere accolta in una famiglia che le regalasse affetto, si è ritrovata invece invischiata in un torbido rapporto fino a quando si è confidata con la madre. Quest’ultima avrebbe chiesto consiglio al prete, il quale riaccompagnando la donna a casa ha trovato l’uomo. Lo ha messo sotto torchio e lo ha fatto confessare per la prima volta. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, la 15enne aveva deciso di raccontare tutto alla madre adottiva per una specie di ripicca, poiché il padre si era preoccupato nel vedere che la 15enne chattava e si relazionava con ragazzi molto più grandi, arrivando a redarguirla e minacciando di metterle il “parental control” sul cellulare. A quel punto la ragazza si sarebbe «vendicata» confidando alla madre quanto accadeva durante la notte, ormai da mesi, tra lei e il padre adottivo. La donna, a dir poco sconcertata, ha a questo punto deciso di rivolgersi al prete per chiedergli un consiglio sul da farsi, che ormai è storia nota.