A Verona l’amministrazione sta cercando di contrastare l’emergenza rifiuti e ha sperimentato un metodo piuttosto particolare. Il Comune, l’Azienda Multiservizi di Igiene Ambientale (Amia) e la società che riscuote la tassa dei rifiuti (Solori), come riportato da Libero Quotidiano, hanno infatti commissionato al Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università locale un questionario sulla raccolta dell’immondizia che indaga anche sulle abitudini dei cittadini.
La popolazione è stata invitata a partecipare via siti e social network oppure tramite mail. “L’opinione della cittadinanza sull’erogazione del servizio, sulle modalità di conferimento e sulle abitudini è importante in quanto consente di valutare le eventuali opportunità di miglioramento”, si legge. In molti hanno aderito. Alcune domande, tuttavia, sono state reputate eccessivamente invadenti, al punto che è scoppiata la polemica per una presunta violazione della privacy. Chi abita accanto a te fa la raccolta differenziata correttamente?, questa una delle tante. E ancora: Le è capitato di vedere nel cassonetto del secco non riciclabile materiale riciclabile come plastica, vetro, umido, carta o lattine? Oppure Le è capitato di vedere rifiuti fuori dal cassonetto?
Verona, emergenza rifiuti: il questionario di Tommasi crea polemica
Il questionario proposto a Verona sull’emergenza rifiuti è stato presentato come anonimo e prima della compilazione viene precisato che “le risposte saranno trattate in modo strettamente confidenziali”. In molti tuttavia temono che le informazioni fornite possano essere ricondotte a persone specifiche, anche in virtù del fatto che tante persone hanno fatto l’accesso al link tramite le proprie mail. Inoltre, tra le domande ce ne sarebbero alcune anche utili a compilare un identikit anagrafico, anche se non vengono chieste le generalità.
È così che è scoppiata la polemica. “Viene chiesto di fare la spia sui propri vicini di casa. Per chi vive nelle frazioni comunali più piccole è facilissimo essere identificati. È un metodo che ricorda periodi storici e regimi non proprio democratici”, denuncia Daniele Polato, consigliere regionale e comunale di Fratelli d’Italia. È della stessa idea Paolo Rossi, capogruppo di Verona Domani: “È una follia, un attacco alla privacy che ricorda l’Urss”.