Il governatore del Veneto Luca Zaia, è tornato sulla vicenda del Citrobacter, il batterio killer che ha ucciso 4 neonati all’ospedale di Verona. Parlando quest’oggi in conferenza stampa ha spiegato: “Siamo davanti a un’infezione ospedaliera dovuta a uno dei batteri più terribili – le sue parole – che si trascina da mesi se non da anni”. E ancora: “Può accadere che nei reparti ci siano infezioni temporanee, ma questa si è protratta a lungo. Ho chiesto al direttore dell’Azienda ospedaliera di valutare le misure necessarie per l’autotutela”. Zaia si auspica quindi iniziative concrete: “Ogni iniziativa deve arrivare dall’Azienda, non sono dipendenti diretti della Regione. Noi abbiamo chiesto che si intervenga. Le famiglie hanno diritto ad avere giustizia“. Nel frattempo continua la protesta davanti all’ospedale di Francesca Frezza, la mamma di una delle bambine decedute a causa del Citrobacter. La donna è stata la prima denunciare il caso, scoppiato in uno degli ospedali dove nascondo più bambini in Veneto, circa 3mila ogni anno. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CITROBACTER VERONA, BATTERIO KILLER NEL RUBINETTO: NATA BIMBA DOPO RIAPERTURA REPARTO

È una vicenda dolorosa e che fa male quella proveniente da Verona e relativa al Citrobacter, il batterio killer annidatosi nei rubinetti del reparto maternità dell’ospedale cittadino della Donna e del Bambino, in merito alla quale il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, ha dato disposizione al segretario della Sanità di trasmettere la relazione ricevuta da parte della Commissione ispettiva alla Procura della Repubblica. Intanto, in mezzo alle notizie di cronaca e al dolore dei genitori che hanno visto morire i loro figli appena nati per via del Citrobacter (quattro i bambini deceduti), si segnala una novità che regala perlomeno un principio di sorriso: poche ore fa, a mezzanotte, è venuta al mondo una bambina nel punto nascite dell’ospedale scaligero, chiuso al pubblico lo scorso 12 giugno su decisione dell’azienda ospedaliera. La piccola, figlia di una signora originaria di Palermo, ma residente a Verona, ha visto la luce al terzo parto del nosocomio della città veneta. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



CITROBACTER A VERONA, ZAIA: “RELAZIONE RICEVUTA”

Anche il governatore della regione Veneto, Luca Zaia, è intervenuto sulla questione del Citrobacter, il batterio killer trovato nei rubinetti del reparto maternità dell’ospedale della Donna e del Bambino di Verona. Il presidente, come riferito dall’edizione di Fanpage in data 1 settembre, ha detto a riguardo: “Ho ricevuto la relazione sul caso del batterio Citrobacter all’Ospedale della Donna e del Bambino di Verona da parte della Commissione ispettiva che ho fatto attivare a suo tempo, presieduta dal Professor Baldo dell’Università di Padova. Ho dato disposizione al segretario regionale della Sanità Mantoan che tale relazione venga inoltrata alla Procura della Repubblica e resa disponibile per l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e per i famigliari dei bambini colpiti dal batterio, in modo che possano conoscere gli esiti fin da subito”. Come riferito dal Corriere della Sera, la procura concluderà a breve le indagini e stabilirà se ci saranno stati eventuali responsabili per quanto accaduto (la morte di 4 neonati, infetti totali 96), ed eventuali rinvii a giudizio. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



VERONA, BATTERIO KILLER ERA NEL RUBINETTO. MAMMA PROTESTA “RESPONSABILI SI DIMETTANO”

Il governatore della Regione Veneto Luca Zaia ha dato disposizione al segretario regionale della Sanità di inviare la relazione della commissione guidata dal professor Vincenzo Baldo alla Procura. Intanto Francesca Frezza, mamma di una delle giovanissime vittime della vicenda del Citrobacter, sta protestando a oltranza davanti all’Ospedale della Donna e del Bambino, in provincia di Verona, chiedendo le dimissioni dei vertici del nosocomio. «Sono qui perché l’autorevole commissione ha confermato tutto quello a cui ho sempre pensato: mia figlia è morta per mancanze igienico-sanitarie». Frezza ha poi chiesto le dimissioni in via temporanea dei dottori Paolo Biban, Chiara Bovo, Francesco Cobello e Franchi. «L’unica decisione che andava presa era chiudere subito e non aspettare che rendessi pubbliche le perizie del medico legale». E poi, come riportato da Tgcom24, ha attaccato il direttore generale Cobello: «Ha dichiarato di essere venuto a conoscenza del Citrobacter il 12 giugno, ma nella cartella clinica di mia figlia c’era già scritto da maggio 2019». (agg. di Silvana Palazzo)

VERONA, CITROBACTER ERA NEL RUBINETTO

Il Citrobacter, il batterio che ha ucciso quattro neonati in due anni presso l’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento di Verona, si trovava nel rubinetto del lavandino. Lo stesso che il personale della Terapia intensiva neonatale utilizzava per prendere l’acqua da dare ai neonati assieme al latte. E’ questo quanto emerge dalla relazione che il professor Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene e Sanità pubblica all’Università di Padova, che ha consegnato alla Regione. Il batterio killer, come detto sopra, ha ucciso due bambini, a cominciare dal piccolo Leonardo a fine 2018, passando per Nina a novembre del 2019, poi Tommaso e Alice e marzo e agosto di quest’anno. Nove invece quelli rimasti cerebrolesi e in totale ne ha colpiti 96. Come si legge sulle pagine del Corriere della Sera, che ha appunto citato la relazione, il rubinetto in questione era stato “colonizzato” dal batterio assassino ma anche da altri, per un focolaio decisamente pericoloso, e in quattro casi mortale, per i piccoli.

VERONA,REPARTO RIAPRE DOPO LA SANIFICAZIONE

Sempre in base a quanto emerso, il Citrobacter sarebbe entrato in ospedale dall’esterno, forse a causa del mancato rispetto delle misure di igiene molto rigide, scrive ancora il Corriere, come ad esempio il lavaggio frequente delle mani, il cambio dei guanti ad ogni paziente, i calzari, le mascherine e via discorrendo. A far scoppiare il caso era stata la mamma di Nina, la seconda piccola vittima del batterio, che aveva denunciato il tutto, e che era stata ascoltata anche dagli inquirenti. Ora le carte sono in mano alla Procura, che dovrà individuare eventuali responsabilità. Il Punto nascite, la Terapia intensiva neonatale e la Terapia intensiva pediatrica sono stati chiusi il 12 giugno scorso, e durante l’estate è stata effettuata una bonifica complessiva dei locali, a cominciare dai filtri dell’aria e dagli impianti di condizionamento e sanificazione. Il Punto nascite ha riaperto proprio oggi, ma solo per quei parti non a rischio, poi, fra il 30 settembre e i primi di ottobre, sarà la volta delle Terapie intensive neonatale e pediatrica: «La sanificazione – le parole della mamma di Nina – andava fatta due estati fa, quando erano già emersi i primi casi di Citrobacter. Se non si fosse aspettato tanto, adesso la mia bimba e gli altri tre piccoli sarebbero ancora vivi».