Contrariamente a quanto previsto nelle scorse ore, a Verona non ci sarà alcun apparentamento tra Federico Sboarina e Flavio Tosi. La conferma è arrivata direttamente dal sindaco uscente, arrivato secondo al primo turno, alle spalle di Damiano Tommasi: i due candidati sono divisi da 7 punti percentuali e si profila una battaglia all’ultimo voto. Ma occhio alle dinamiche all’interno del centrodestra…



“Il cuore della maggioranza dei veronesi batte già unito nel centrodestra a prescindere dai tecnicismi e dallo spostamento di uno o più simboli da una parte all’altra della scheda elettorale”, ha spiegato Federico Sboarina in un lungo post pubblicato su Facebook. Il sindaco uscente ha ringraziato Tosi e Forza Italia per l’apertura ufficiale all’apparentamento: “Ma la nostra è una scelta di coerenza, senz’altro coraggiosa, però rispettosa dell’elettorato, e per noi quest’aspetto viene prima di ogni altra cosa. Siamo contenti dell’appoggio di Forza Italia, che riunisce il centrodestra in unica casa”.



SBOARINA, NO ALL’APPARENTAMENTO CON TOSI

Federico Sboarina ha spiegato di aver preso questa decisione per il contratto “firmato” con i cittadini veronesi. Nessun accordo di palazzo, dunque, senza dimenticare che questo non sarebbe stato apprezzato dagli elettori, regalando così la città alla sinistra. Il primo cittadino uscente di Verona ha ammesso di auspicare un grande incontro pubblico di tutta la famiglia del centrodestra “in grado di garantire sin d’ora un percorso amministrativo comune e trasparente nell’interesse della città, perché i veronesi di centrodestra condividono per natura la stessa visione del lavoro, della famiglia, della sicurezza, del sociale, dello sviluppo della città, della difesa delle nostre tradizioni”. Sboarina ha poi acceso i riflettori sulla sfida al secondo turno contro Tommasi: “Ora è una scelta di campo: competenza e concretezza contro improvvisazione e ideologie. Ora si decide il futuro della città dei prossimi 40 anni: proseguire con le grandi opere e continuare a creare lavoro e benessere in piena sintonia e collaborazione col buongoverno regionale di Luca Zaia, o fermare bruscamente la crescita di Verona condannandola all’isolamento e alle vuote battaglie di una sinistra lontana anni luce dalle vere esigenze dei veronesi”.

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