Brescia è uno dei comuni più colpiti dall’emergenza Coronavirus, anche per questo è diventata un caso la sua assenza nelle voci sugli stop ai versamenti Iva. A pagina 29 del Decreto “Cura Italia” si parla di sospensione dei versamenti per i negozi e attività che hanno sede nelle province di Bergamo, Cremona, Lodi e Piacenza. Manca Brescia, perché al 14 marzo i territori interessati avevano almeno 200 casi positivi al contagio ogni 100 mila abitanti, invece Brescia era al di sotto. Questo vuol dire che le aziende bresciane devono pagare l’imposta. Il presidente dell’Associazione Industriale Bresciana Giuseppe Pasini ha scritto al Governo chiedendo modifiche al decreto. Il Comune invece sta agendo per quanto gli compete. Dalla Regione Lombardia è scattata una levata di scudi, invece dal Governo fanno sapere che l’elenco verrà aggiornato, ma solo ad aprile. Gli assessori regionali bresciani Fabio Rolfi e Davide Caparini si sono allora attivati chiedendo un azzeramento delle imposte in questo periodo di mancati guadagni. La situazione non preoccupa solo gli esercenti, ma anche gli industriali, visto che domani, venerdì 20 marzo, le imprese bresciane con fatturati maggiori di 2 milioni di euro dovrebbero pagare imposte e contributi. Ma, come vi abbiamo raccontato nelle ultime ore, il Governo sta valutando ulteriori rinvii.



CORONAVIRUS, VERSAMENTI IVA ENTRO 1 GIUGNO 2020: IL CASO BRESCIA

Basta scorrere fino all’articolo 62 del Decreto “Cura Italia”, l’unico in cui c’è una differenziazione territoriale delle misure economiche messe in campo. Quindi a pagina 29 c’è il capitolo dedicato alla sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi, comma 3. «La sospensione dei versamenti dell’imposta sul valore aggiunto di cui al comma 2, si applica, a prescindere dal volume dei ricavi o compensi percepiti, ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nelle Province di Bergamo, Cremona, Lodi e Piacenza». Questo vuol dire che per i contribuenti con ricavi o compensi inferiori ai 2 milioni di euro le misure sono invece uguali su tutto il territorio nazionale: stop ai versamenti. Gli altri sono tenuti a pagare. Il motivo istituzionale è stato spiegata dallo stesso sindaco: «Il criterio per individuare le province più colpite è il numero di casi totali di Covid-19 per 100mila abitanti al 14 marzo, ultimo dato al momento di stesura della norma». La soglia scelta è quella di 200 casi per 100mila abitanti. Brescia al 14 marzo era a 168, ora però la situazione è diversa.

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