Il sottotitolo è incisivo e svela la radice del film: quando la rivoluzione non fu trasmessa in tv. Ahmir Thompson, meglio conosciuto come Questlove, è un musicista e produttore discografico che esordisce alla regia cinematografica con un documentario, Summer of Soul, che probabilmente vincerà l’Oscar, che racconta un evento tanto fondamentale nella cultura afro-americana quanto incredibilmente rimosso dalla memoria, fin quando le registrazioni televisive non vennero ritrovate in uno scantinato.
Quell’evento fu il festival che nell’estate del ’69 vide Harlem riempirsi di cantanti e persone, da Nina Simone a Stevie Wonder, e che per tutta la stagione portò una ventata di integrazione e testimoniò la vitalità della musica afro-americana e di un quartiere malfamato come quello newyorkese.
Thompson raccoglie e monta, assieme a Joshua Pearson, le oltre 40 ore di girato che dopo due brevissimi speciali nel ’69 vennero praticamente nascoste e le mostra a testimoni dell’evento verificandone ricordi ed emozioni.
Il dispositivo che rende interessante Summer of Soul (disponibile su Disney +) è proprio quello legato alla memoria, al suo funzionamento in un’epoca in cui gli unici depositari del ricordo sono i media, soprattutto quelli tecnologici, e sulla natura tra memoria e ricordo, sulla fallibilità della prima e la necessità testimoniale del secondo: mentre scorrono immagini di grande musica e di gioia “rivoluzionaria”, come quella di una Woodstock nera, i testimoni guardano i reperti e si emozionano, mettono in discussione ciò che ricordavano, interrogano i lasciti di un passato che le immagini – fotografiche o video – non hanno ancora convalidato.
Resta vaga la questione politica alla base dell’oscuramento, i motivi per cui un evento del genere, replicato peraltro per altri anni successivi, che ha consolidato sotto-traccia le radici di una comunità artistica, sia rimasto ai margini della storia del pop, ma Thompson conferma la sensibilità di musicista (la band che ha fondato e in cui ha militato come batterista si chiama The Roots, le radici) e compone un flusso di suoni, immagini ed emozioni che colpisce lo spettatore.
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