Rilanciare l’alleanza tra uomo e natura sulle orme del Cantico delle Creature di san Francesco. La Fondazione Lombardia per l’Ambiente (Fla) porta al Meeting di Rimini una mostra, accompagnata da un ciclo di incontri e di laboratori didattici e realizzata in collaborazione con Il Sussidiario, che mette a tema questioni all’ordine del giorno come il cambiamento climatico o la biodiversità partendo da un punto di vista originale come quello suggerito ottocento anni fa proprio da San Francesco.



Dei temi ambientali oggi si parla molto, spesso purtroppo senza conoscerli veramente ma seguendo l’onda delle mode o di posizioni viziate da un ecologismo ideologico. Fla, come spiega il direttore della fondazione Fabrizio Piccarolo, propone invece «un approccio scientifico fondato sulla conoscenza e sulla storia. Anche di fronte agli eventi estremi di queste settimane serve anzitutto consapevolezza della realtà, far leva su un allarmismo emotivo e spesso infondato non porta da nessuna parte». Il programma completo degli appuntamenti promossi da Fla al Meeting è disponibile sul sito flanet.org.



Com’è nata l’idea di questa mostra per il Meeting?

Il tema del Meeting di quest’anno incentrato sull’amicizia ci ha provocato spingendoci a sviluppare la questione del rapporto tra uomo e ambiente. La mostra che presenteremo intitolata “Cum tucte” richiama un verso del Cantico delle Creature di San Francesco e nel sottotitolo parla di alleanza tra uomo e natura, una relazione dentro la quale si colloca il discorso sulla sostenibilità. È un’occasione anche per fare chiarezza.

In che senso? 

La sostenibilità rischia di diventare, da una parte, una moda e, dall’altra, un discorso scontato, quando non è addirittura un pretesto fuorviante per altri obiettivi che non vanno al cuore della questione ambientale. Come invece abbiamo visto anche con gli eventi estremi di questa estate, servono risposte che sappiano misurarsi con la realtà.



Da molte affermazioni sentite anche in queste settimane l’uomo spesso però è indicato più come una minaccia o un nemico che come un alleato per l’ambiente… 

È proprio questo il punto e qui entra in gioco quella che nella sua enciclica Laudato si’ Papa Francesco definisce ecologia integrale. La transizione ecologica di cui tanto si parla è realizzabile solo se teniamo conto di tutti i fattori che riguardano il rapporto tra uomo e ambiente. L’uomo non è antagonista, non si contrappone a tutto ciò che lo circonda, ma ne è parte integrante. A differenza di tutti gli altri componenti della natura è chiamato a intervenire con maggior consapevolezza rispetto al passato coniugando in forme nuove l’esigenza dello sviluppo con la tutela del pianeta. Nella mostra abbiamo provato a declinare questo percorso a partire dal Cantico delle Creature che ottocento anni fa indicava l’alleanza tra uomo e natura, cum tucte le tue creature, come strada maestra. Questo “cum“, questa relazione è imprescindibile. In particolare abbiamo scelto di approfondire secondo questo sguardo quattro aspetti: biodiversità, acqua, cambiamento climatico, economia circolare.

Una nuova consapevolezza rispetto al passato implica inevitabilmente un giudizio critico su come è stato finora gestito il rapporto con l’ambiente. Qual è il vostro punto di vista?

Certamente, ma respingo una visione ideologica che pregiudizialmente legge in modo totalmente negativo il rapporto fra uomo e ambiente in questi ultimi decenni. Lo sviluppo infatti ha anche portato conoscenze e tecnologie che adesso permettono di intervenire per mitigare gli impatti dell’attività antropica sul pianeta. In ogni caso oggi è necessario un cambio radicale di paradigma che accompagni il cambiamento altrettanto radicale del modo di essere, di rapportarsi con l’ambiente e la natura e di intendere lo sviluppo umano. Un cambio che non veda più gli uomini e la natura come antagonisti, che non ponga più l’uomo e lo sviluppo economico in antitesi all’ambiente ma li consideri come un insieme integrato.

Oltre alla mostra, al Meeting sarete presenti anche con un programma articolato di iniziative…

Abbiamo voluto cogliere l’occasione per testimoniare attraverso delle buone pratiche, delle esperienze in atto, quello che nella mostra viene indicato come obiettivo. Questo cambio culturale non è un sogno, è già iniziato. Con la mostra e con il programma di incontri che proponiamo (ogni giorno ci sarà un appuntamento alle 18 nello spazio vicino alla mostra) vogliamo farlo vedere. Saranno incontri con testimonial di istituzioni, di aziende, del mondo del Terzo settore che collaborano con Fla e che possono documentare che questo cambiamento sta avvenendo. Inoltre ogni pomeriggio sono previsti laboratori didattici per i bambini dai 5 ai 12 anni per avvicinare anche i più piccoli a questi argomenti.

Si parte da esperienze in atto, c’è quindi una messa al bando delle posizioni ideologiche che oggi esasperano ogni confronto su questi temi? 

Vorrei sottolineare due approcci per cercare di contrastare questa deriva ideologica e un po’ scontata. Il primo è quello scientifico e il secondo è quello dell’esperienza. Nella mostra proponiamo  contenuti in linea con il nostro carattere scientifico. Vogliamo trattare con fondatezza scientifica e storica alcuni dei principali temi ambientali di cui si sente parlare quotidianamente come ad esempio il cambiamento climatico. Dall’altra parte, come già detto, c’è la proposta di esperienze in atto, che evidenzino come sia possibile costruire concretamente un’alleanza fra uomo e natura. La mostra si conclude infatti con un invito a continuare a lavorare insieme indicando una serie di riferimenti di tipo scientifico o istituzionale, di soggetti, di realtà con cui è possibile mettersi in contatto per proseguire e approfondire questo percorso in un’ottica di ecologia integrale.

(Piergiorgio Chiarini)

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