La scorsa settimana è stato rilasciato il dato sull’inflazione statunitense, la quale si è attestata annualmente al 2,8%, con un incremento mensile dello 0,2%. Il dato ha sorpreso al ribasso le aspettative degli investitori, i quali prevedevano un incremento mensile dello 0,3%, arrivando a un’inflazione annuale del 3%.
Con questo nuovo dato notiamo come ci sia stato un rallentamento rispetto al mese precedente, nel quale avevamo visto una sorpresa al rialzo, con i prezzi al consumo che avevano toccato il 3% e con incrementi mensili dello 0,5%. Anche l’inflazione core, al netto di cibo ed energia, ha rallentato, con un incremento dello 0,2% mensile e attestandosi annualmente al 3,1%, in diminuzione rispetto al 3,3% dello scorso mese.
Grafico 1 – Consumer Price Index (variazione % annuale)
Andando a spacchettare il dato, si nota come la componente del cibo sia aumentata dello 0,2% rispetto allo scorso mese, ben al di sotto dello 0,4% registrato a febbraio, mentre l’energia è rimasta pressoché invariata allo 0,2% mensile.
Per quanto riguarda invece la sezione più importante e più appiccicosa, ovvero quella dei servizi, notiamo che la componente dello shelter è incrementata dello 0,3%, responsabile del 50% dell’aumento del Cpi totale, sebbene l’aumento sia stato inferiore rispetto allo 0,4% dello scorso mese. Troviamo poi i servizi di trasporto, che son diminuiti dello dello 0,8% mensilmente, rispetto all’aumento dell’1,8% registrato a febbraio. Infine, abbiamo i servizi medici, incrementati dello 0,3% mensile.
Nel complesso la componente dei servizi è incrementata dello 0,3%, ancora ritmi sostenuti, ma in diminuzione rispetto allo 0,5% dello scorso mese, che aveva sorpreso negativamente i mercati e aveva confermato le prospettive di soli due tagli durante tutto il 2025.
Ora gli investitori si stanno preparando per il Fomc di oggi, nel quale saranno rilasciate le proiezioni del Summary of Economic Projections, fondamentali per capire le mosse future e la visione della Banca centrale americana. Nello scorso rilascio a dicembre 2024, Powell aveva sottolineato come si prevedesse solamente due tagli nel corso del 2025, e il mercato aveva confermato queste aspettative prevedendo anche lui solamente 50 punti base di diminuzione dei tassi.
Ora sarà molto importante vedere se questi dati saranno confermati o meno, o se la Banca centrale prevederà addirittura un solo taglio. Attualmente la disoccupazione rimane molto stabile e forte al 4,1%, e la Fed dalle ultime proiezioni prevedeva un tasso del 4,3% per la fine del 2025, sarà perciò importante monitorare anche quest’ultimo dato, poiché la Fed avrà possibilità di mantenere tassi più elevati fino a che la disoccupazione e la crescita economica rimangono stabili.
Sarà molto importante capire anche la reazione del mercato alle prossime proiezioni di Powell, dato che nelle ultime settimane le politiche commerciali di Trump hanno scaturito una forte discesa dei mercati del 10% circa, perciò una politica monetaria più aggressiva da parte della Fed potrebbe inasprire ancora di più le performance del mercato azionario americano.
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