“Siamo una azienda italiana al cento per cento. Nata nel 1984 dallo spirito imprenditoriale di mio padre, Roberto Zerbini, inizialmente come agenzia di ABB Robotics per il Triveneto”. A parlare è Claudio Zerbini, direttore commerciale di Rea Robotics. Agli albori l’impresa si chiamava Rea Systems, anni dopo sarebbe stata affiancata da Rea Service per l’assistenza tecnica e il ricondizionamento degli impianti usati garantiti. L’acronimo REA, sin dal primo giorno, era lì a indicare il campo dell’azienda: robotica e automazione. Ma è nel 2004 che arriva la vera svolta aziendale, nasce Rea Robotics, il core business diventa la progettazione e la realizzazione di isole e linee robotizzate. Le prime due divisioni vengono annesse dando vita a quella che oggi è una PMI con 60 dipendenti, un forte radicamento per ragioni storiche nel Triveneto, ma con un forte interesse ed una notevole apertura dove lo sviluppo industriale richiede automazione robotizzata.
Quanto è importante l’Italia per REA ROBOTICS?
Quasi la totalità dei nostri progetti è venduta in Italia. Lavoriamo per aziende della general industries, dell’automotive, dei mezzi agricoli…Veniamo scelti per la nostra capacità di progettare impianti automatizzati partendo dalle esigenze del cliente. Capire le necessità produttive, gli spazi di lavoro, il personale che governerà l’impianto, è fondamentale per la buona riuscita finale. Del resto stiamo parlando di installazioni industriali che possono valere svariati milioni di euro e funzionare per decenni. Il rapporto con l’acquirente è quasi una partnership che va ben oltre il periodo di istallazione e collaudo. Perché poi arriva il tempo della manutenzione, dell’aggiornamento, della revisione. Anche questa è REA Robotics.
C’è un impianto di cui è particolarmente orgoglioso?
Ce ne sono diversi a cui sono molto legato ma uno in particolare, acquisito in una gara internazionale indetta da un importante gruppo americano del valore di circa € 2.800.000, per la produzione di mietitrebbie per il mercato Europeo. Siamo riusciti a sviluppare un imponente sistema flessibile (FMS – Flexible Manufacturing System) di saldatura per una lunghezza totale di 30 metri, profondo 15 metri e con 8 magazzini verticali automatizzati. Una vera sfida per noi, ma raggiunta con successo e dai risultati più che soddisfacenti. Ancora oggi in azienda ne parliamo, spesso utilizzandolo come benchmark rispetto a lavori in essere.
Come sta andando il mercato italiano?
Molto bene! Abbiamo il carnet ordini pieno. Grazie ai numerosi incentivi messi in campo dal governo a partire dal 2016, sono diversi anni che le imprese italiane stanno rinnovando il proprio parco macchine e questo ovviamente ha innescato molta attività per chi fa il nostro mestiere. Le uniche criticità che rileviamo sono relative a problematiche internazionali come la scarsità di alcune materie prime o la carenza di microchip. Questi fattori hanno allungato un po’ i nostri tempi di consegna, ma la situazione sta migliorando.
Quanto conta per REA ROBOTICS l’automotive e che effetti avrà la transizione verso l’elettrico per voi?
Se oggi parliamo di industria 4.0 o addirittura 5.0 è proprio perché l’industria da sempre è attraversata da una tensione evolutiva che è dettata a volte da fattori endogeni e altre da elementi esogeni. Il cambiamento nel settore dell’auto porterà i nostri impianti ad adattarsi alle nuove esigenze. Molte cose muteranno ma non per forza in negativo: se da un lato le batterie richiedono meno componenti e poche operazioni industriali rispetto al motore a scoppio; è altrettanto vero che una maggior semplicità di processo consente una automazione più completa. Ad esempio, la gigafactory di Tesla è quasi completamente automatizzata.
Come effettuate la scelta dei robot da utilizzare in un impianto? E quanto conta l’opinione dell’azienda cliente in questa scelta?
Non abbiamo dogmi ne rapporti obbligati. Dipende. Possiamo scegliere i robot liberamente o a seconda delle presenze dell’azienda cliente ma poi ci sono produttori di robotica specializzati in alcuni processi e altri meno. In questi casi proponiamo la nostra idea pensando di fare il meglio rispetto ai target del progetto. Non siamo rappresentanti di una tecnologia ma consulenti di processo.
Cosa vi ha spinto ad associarvi ad UCIMU?
Siamo persone che incontrano persone. Anche questo è business. UCIMU è un punto di riferimento molto riconosciuto nel settore e partecipare agli incontri organizzati dall’associazione in presenza e online è sempre interessante. Inoltre, da associati abbiamo accesso alle ricerche di mercato, alle statistiche economiche, ai report sugli incentivi fiscali, sui paesi emergenti e molto altro.
Cosa vi ha spinto a partecipare a LAMIERA 2023?
Nel 2022 LAMIERA era stata la nostra prima fiera dopo la pandemia e fu un successo! Un bel momento di ritrovo dopo un periodo complesso per tutti. Quella edizione ha contribuito a rilanciare la nostra attività grazie ai numerosi contatti attivati allo stand che si sono tramutati in ordini nei mesi seguenti. Con queste premesse torniamo a LAMIERA con uno spazio ancora più grande che ci permetterà di presentare tutte le nuove soluzioni robotizzate per il comparto, sia nel mondo della piegatura che in quello della saldatura, e molto altro…Vi aspettiamo dal 10 al 13 maggio a Fieramilano Rho.