I livelli raggiunti dal debito pubblico americano cominciano a minare seriamente la fiducia nel Paese da parte di elettori e investitori.

A inizio 2024, il debito pubblico statunitense ha raggiunto i 34.400 miliardi di dollari, arrivando a pesare il 123% rispetto al Prodotto interno lordo del Paese stesso.

Grafico 1 – Debito pubblico Usa (% rispetto al Pil)



Sia Democratici che Repubblicani affermano di voler porre fine a questa situazione, ma le misure da adottare dovranno esser molto chiare ed efficaci per portare a termine questo obbiettivo. La situazione macroeconomica attuale è molto complessa, e sicuramente non pone in buona luce l’operato di Biden fino a questo momento. Gli elevati livelli di debito mettono infatti all’angolo la Casa Bianca, la quale non vuole diminuire la spesa pubblica per non mettere a repentaglio il suo consenso elettorale, ma dall’altra parte il Tesoro non può far altro che continuare a emettere titoli obbligazionari per continuare a finanziare le sue uscite di cassa.



Questo comporta pagamenti di oneri finanziari molto elevati per il Governo, dato che i tassi d’interesse dei titoli di stato americani rimangono elevati, con le scadenze a 10 anni al 4,30% di rendimento circa. Per gli investitori rimane quindi ancora appetibile continuare a comprare titoli di stato americani a tali rendimenti, ma il prezzo pagato dal Governo è notevole.

Il traguardo dei 34.400 miliardi di dollari di debito pubblico è stato raggiunto molti anni prima di quanto previsto dalle previsioni pre-pandemiche. Le proiezioni del Congressional Budget Office (CBO) nel gennaio 2020 prevedevano il raggiungimento di tale livello nel 2029. La pandemia ha però causato un forte squilibrio, con il Governo di Trump che ha accelerato fortemente la crescita del debito pubblico per far ripartire l’economia, e la presidenza Biden che ha continuato in questa direzione causando un un ulteriore forte indebitamento.



Nel 2023 il deficit di spesa americana ha raggiunto 1.700 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 1.380 del 2022.

Grafico 2 – Livelli di deficit governativo Usa

Soprattutto negli ultimi mesi, a partire da giugno 2023, il debito pubblico statunitense sta crescendo a un ritmo molto elevato, all’incirca di 1.000 miliardi di dollari ogni 100 giorni. Secondo le stime del CBO rilasciate a giugno 2023, entro il 2053 il debito pubblico americano raggiungerà la soglia del 181% rispetto al Pil. Sono numeri ovviamente significativi, che solamente il Giappone ha già raggiunto nel corso della storia, sebbene la sua situazione sia ovviamente del tutto differente e con altre scommesse sul tavolo. In un futuro nel quale potremmo abituarci a vedere un’economia americana più resiliente adattarsi a tassi neutrali più elevati, il pagamento degli oneri finanziari da parte del Tesoro per il sostenimento del debito potrebbe rivelarsi preoccupante per il bilancio del Governo.

Attualmente, l’Amministrazione Biden, come accennavo in un mio precedente contributo, spinge per ottenere dei rialzi alle aliquote fiscali per i cittadini più abbienti e per le società. Inoltre, ha aumentato il budget per l’IRS, l’ente che si occupa della riscossione dei tributi, con l’obbiettivo di riscuotere le tasse non pagate e possibilmente ridurre il debito di centinaia di miliardi di dollari durante i prossimi 10 anni.

Dall’altra parte, i Repubblicani hanno richiesto forti tagli ai programmi di spesa governativa nel settore non difensivo, oltre all’abrogazione dei crediti d’imposta per l’energia pulita e diverse spese approvate nell’Inflation Reduction Act, emesso nel 2022 dal Presidente Biden. Parallelamente, i Repubblicani vogliono mantenere le aliquote fiscali ai livelli attuali ridotti, tagliando anche i fondi nei confronti dell’IRS istituiti dall’attuale Presidente, portando sicuramente a un aggravamento del debito pubblico.

La situazione è perciò molto delicata. Le promesse dei Democratici sembrano essere molto più mirate per una riduzione sostanziale del debito pubblico, ma le manovre concrete attuate durante questo mandato potrebbero non dare credibilità al Presidente Biden. Dall’altra parte, i Repubblicani non sembrano aver sottomano misure atte alla riduzione concreta del debito pubblico, ma potrebbero giocare molto sul deterioramento dei dati durante quest’ultimo mandato.

In conclusione, è interessante analizzare la ricerca da parte della Peterson Fundation, la quale mostra come i proprietari esteri di debito pubblico americano sono passati dal 49% nel 2011 al 30% nel 2022, simbolo di maggiore sfiducia nei confronti dell’economia statunitense. Inoltre, ricollegandoci allo Stato giapponese menzionato sopra, sarà interessante notare se in futuro ci sarà un rientro di capitali da parte dall’economia asiatica.

Attualmente il Giappone è infatti il maggiore detentore di debito pubblico americano, e se in futuro dovesse continuare una politica monetaria restrittiva con aumento dei tassi d’interesse, potrebbe diventare dopo decenni più appetibile per gli investitori locali tenere i propri soldi in titoli del Tesoro giapponesi.

Grafico 3 – I principali detentori esteri di debito pubblico Usa (miliardi di dollari)

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