Fra i temi più gettonati in questa campagna elettorale statunitense troviamo sicuramente quello della cancellazione del debito studentesco. Il Presidente Biden sta cercando di conquistare consensi attraverso una serie di azioni mirate a eliminare completamente il debito degli studenti americani, che spesso si trovano a dover affrontare pesanti oneri finanziari una volta terminati gli studi.
Studiare negli Usa è infatti una gran investimento, spesso non paragonabile a quello a cui gli studenti europei sono sottoposti. Tenendo conto dell’inflazione, durante gli ultimi 58 anni il costo medio annuo delle tasse universitarie negli Stati Uniti è più che triplicato, passando da circa 4,648 dollari nel 1963 a 14,307 dollari nel 2021. Solamente dal 2000 al 2021 i costi universitari medi annui sono incrementati del 65%.
Questi dati mostrano come gli studenti statunitensi hanno sempre più necessità di prestiti per pagarsi gli studi, ma spesso gli stipendi che poi ricevono non sono adeguati a risanare completamente questo ammontare di debito. Nel grafico sottostante viene evidenziato lo squilibrio fra la crescita media delle tasse universitarie studentesche e l’incremento medio dei redditi da lavoro nella fascia d’età 22-27 anni.
Grafico 1 – Incremento % delle tasse universitarie e dei redditi per i giovani lavoratori
Questo fa sì che ci sia un gran interesse da parte della popolazione americana, soprattutto quella più giovane, per le manovre di cancellazione del debito messe in atto dall’attuale Presidente Biden.
Nell’agosto 2022, il Presidente in carica aveva annunciato il programma per il ripagamento del debito studentesco, che sarebbe ammontato a più di 400 miliardi di dollari, con circa 43 milioni di individui beneficiari. Questa ingente manovra ha poi incontrato un enorme ostacolo nel giugno 2023, quando la Corte Suprema statunitense aveva bocciato tale programma.
Questo blocco da parte della Corte Suprema avveniva in un frangente temporale molto delicato: da lì a qualche mese, infatti, nello specifico da ottobre 2023, sarebbero ripresi i pagamenti per gli studenti delle cedole e degli interessi derivanti dal debito, i quali erano stati sospesi a marzo 2020 in concomitanza dello scoppio della pandemia.
Successivamente al blocco della Corte Suprema Biden ha però continuato ad annunciare programmi più specifici, a differenza del precedente, il quale risultava molto più generico ed esteso, atti allo stesso modo alla cancellazione del debito studentesco. Tra i più recenti troviamo quello del 21 febbraio, pari a 1,2 miliardi di dollari, del quale beneficeranno 153 mila cittadini, oltre a quello del 21 marzo 2024, per un ammontare di 6 miliardi, del quale potranno beneficiare circa 77 mila lavoratori della Pubblica amministrazione. Infine, troviamo quello del 17 aprile, per un ammontare pari a 7,4 miliardi di dollari, del quale potranno beneficiare 277 mila cittadini.
È chiaro che la presidenza Biden sta puntando molto su queste manovre, per cercare di ottenere maggiori consensi, anche dalle fasce di cittadini più giovani. È però inevitabile notare anche l’altra faccia della medaglia, ossia il grande debito che gli Usa si stanno ponendo in spalla con queste politiche. Come descritto in un precedente articolo, il debito pubblico statunitense ha raggiunto valori esorbitanti, e ugualmente il debito studentesco sta crescendo a ritmi sostenuti, raggiungendo nel 2023 1.730 miliardi di dollari, del quale il 92,8% è rappresentato da prestiti federali, mentre il restante da prestiti privati.
Grafico 2 – Debito nazionale studentesco Usa (in migliaia di miliardi di dollari)
La media del debito federale per studente è di 37 mila dollari, e la fascia d’età con maggior peso gravante sulle spalle è quella che va dai 35 ai 49 anni, mentre al secondo posto troviamo quella dai 25 ai 34 anni.
Grafico 3 – Debito studentesco suddiviso per fasce d’età
È perciò vero che le politiche democratiche portate avanti dall’attuale Presidente darebbero un grande aiuto alla comunità studentesca, ma tutto ciò potrebbe portare nel medio termine a un conto molto salato per le tasche del Governo, data la situazione di estremo indebitamento federale. Il Presidente democratico proverà sicuramente a giocare queste manovre in suo favore, ma la questione debito pubblico tornerà sicuramente a galla e potrebbe risultare non piacevole, visto il regime di alti tassi d’interesse.
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