Le elezioni statunitensi sono ormai alle porte e lo scontro fra i due candidati Harris e Trump si fa sempre più agguerrito. Il tema dominante è sicuramente quello dell’inflazione, dove ognuno dei due candidati sta cercando di ottenere consensi, promettendo riduzioni dei prezzi al consumo e puntando spesso il dito sulla controparte.



Giovedì 10 ottobre è stato rilasciato l’ultimo dato inflazionistico prima delle elezioni di novembre, il quale si è attestato annualmente al 2,4%, in diminuzione rispetto al 2,5% dello scorso mese. Da diversi trimestri l’inflazione è chiaramente in fase di discesa, ma la domanda che molti politici e investitori si stanno facendo è se effettivamente si riuscirà a tornare a livelli neutrali del 2% o se continuerà a oscillare ancora per diverso tempo nel range 2-3%.



Grafico 1 – Consumer Price Index US (variazione % annuale)

Nelle prossime tre letture mensili è altamente probabile che vedremo un dato dell’inflazione annuale in aumento, prevalentemente per l’effetto base alla quale il calcolo dei prezzi al consumo è soggetto. Sarà interessante notare se questo aumento, dovuto prevalentemente a calcoli matematici, è già stato prezzato dal mercato oppure no.

Andando a spacchettare il dato dell’inflazione, si nota come la componente del cibo è aumentata mensilmente dello 0,4%, incremento consistente che non si verificava da diverso tempo. Il candidato Trump ha attaccato spesso la concorrente Harris sull’aumento dei prezzi dei beni alimentari basici e potrebbe quindi sfruttare questo punto a suo favore.



L’inflazione al netto del cibo e dell’energia è incrementata annualmente del 3,3%, in aumento rispetto alla lettura dello scorso mese del 3,2%. All’interno troviamo la macrocategoria principale dei servizi, la quale continua a rimanere appiccicosa e a non mostrare chiari segni di rallentamento: rispetto allo scorso mese ha registrato un incremento dello 0,4%, mentre annualmente è diminuita dal 4,9% al 4,7%. Internamente abbiamo la sottocategoria dello shelter, che è aumentata mensilmente dello 0,2%, in diminuzione rispetto allo 0,5% registrato a settembre, mostrando un timido rallentamento nella crescita. D’altra parte, la categoria dei servizi di trasporto è incrementata sostanzialmente dell’1,4% mensile, attestandosi all’8,5% annuale, e i servizi di assistenza medica allo 0,7% mensile e 3,6% annuale.

I prezzi al consumo continuano perciò a rimanere sostenuti e a pesare nelle tasche dei consumatori, motivo per il quale le prossime settimane potranno esser oggetto di scontro fra i due candidati alla presidenza su questo tema.

La settimana delle elezioni e i giorni a seguire sarà sicuramente un periodo molto movimentato: oltre alle elezioni che si terranno il 5 novembre, giovedì 7 novembre ci sarà il Fomc della Federal Reserve, momento chiave per determinare le prossime mosse future in termini di politica monetaria e analizzare se saranno allineate con le politiche fiscali del futuro Presidente alla Casa Bianca. Infine, giovedì 13 novembre verrà anche rilasciato il prossimo dato dell’inflazione, il quale, come accennato, è molto probabile vedrà un aumento in termini annuali.

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