Le elezioni statunitensi previste per novembre 2024 si avvicinano sempre di più e fra i temi più gettonati troviamo sicuramente quello della tassazione. Entrambi i partiti mostrano idee molto divergenti fra loro e la scelta finale degli elettori andrà a influire in modo incisivo sui livelli di spesa del Governo durante il prossimo mandato.



Da un lato, troviamo i repubblicani, guidati attualmente da Trump, i quali puntano a mantenere le aliquote fiscali a livelli ridotti. Ancora oggi è in vigore la misura introdotta nel 2018 dall’allora Presidente Trump, denominata “Tax Cuts and Jobs Act“. Tale emendamento consentiva la riduzione delle aliquote fiscali per le persone fisiche e le imprese.



In particolare, l’aliquota fiscale per le aziende è stata ridotta al 21%, mentre in precedenza oscillava in un range compreso tra il 15% e 39%. Considerando anche la tassazione a livello locale imposta dai singoli Stati, l’aliquota complessiva per le imprese statunitensi si attesta attualmente intorno al 26,5%. Questo livello è inferiore alla media delle aliquote fiscali per le aziende europee, che si aggira attorno al 26,9%. Per quanto riguarda le persone fisiche, i cittadini con reddito più elevato hanno visto una diminuzione delle loro aliquote fiscali dal 39,6% al 37%, accompagnata da riduzioni significative anche nelle aliquote degli scaglioni inferiori.



Dall’altra parte troviamo, invece, i democratici, guidati dall’attuale Presidente Biden, i quali puntano ad aumentare l’imposizione fiscale per le aziende e i cittadini più abbienti. Il Presidente democratico, nel caso venisse rieletto, ha affermato che non rinnoverà l’emendamento del 2018 di Trump, il quale prevede la scadenza nel 2025 di diversi tagli fiscali. Ciò significherebbe un ritorno all’aliquota originaria del 39,6% per i cittadini con un reddito superiore ai 400mila dollari, mentre per coloro al di sotto di questa soglia il Presidente ha dichiarato l’intenzione di mantenere le aliquote ai livelli attualmente ridotti. Inoltre, poiché la riduzione dell’aliquota fiscale per le aziende introdotta da Trump non ha scadenza, Biden ha annunciato l’intenzione di aumentare l’aliquota per le imprese dal 21% al 28%.

La linea di entrambi partiti è perciò chiara: i democratici hanno intenzione di tassare maggiormente i ricchi e le imprese, e al contempo salvaguardare le classi a minor reddito. I repubblicani, invece, hanno intenzione di rinnovare il “Tax Act and Jobs Cut“, mantenendo le attuali aliquote ridotte per le le aziende e cittadini.

Le volontà dei due partiti sono state aspramente criticate, soprattutto quella di Trump di voler prorogare i tagli fiscali. Secondo le stime del Congressional Budget Office (Cbo) mostrate nel grafico sottostante, questa manovra aggiungerebbe 350 miliardi di deficit nella spesa del Governo durante la prossima decade, equivalente all’1% del Pil statunitense.

Grafico 1 – Budget del Governo Federale (in % rispetto al Pil)

Inoltre, si è posto un forte accento anche sulla questione del debito pubblico. Nel 2016, quando Trump fu eletto Presidente, il rapporto fra debito pubblico e Pil si posizionava al 75%. Al termine del suo mandato nel 2021 tale rapporto aveva raggiunto il picco del 97%. Secondo le previsioni del Congressional Budget Office (Cbo), si prevede che entro tre decenni il rapporto tra debito pubblico e Pil possa salire fino al 181%.

Ovviamente, le critiche mosse mancano di considerazioni importanti da fare. La prima è che il grande accumulo di debito durante la Presidenza Trump è stato causato dall’implementazione di ingenti stimoli fiscali, per permettere all’economia di riprendersi dalla pandemia Covid-19. In secondo luogo, le percentuali attestanti il deficit e il debito statunitense non hanno molta valenza se non confrontate con la crescita economica del Paese stesso. Perciò, se le politiche fiscali repubblicane dovessero portare forte indebitamento, ma allo stesso tempo una crescita economica robusta, le manovre sui tagli fiscali sarebbero del tutto positive per l’economia.

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