L’immigrazione è sicuramente uno dei temi più ardenti in vista delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, programmate per novembre di quest’anno. L’attuale Presidente Joe Biden, unico candidato democratico alle elezioni, si trova già oggi a fronteggiare diverse ondate di malcontento provenienti dall’opposizione e dagli elettori, molti dei quali manifestano insoddisfazione nei confronti della sua gestione sull’immigrazione durante gli ultimi tre anni.
Il partito repubblicano, guidato per ora dalle vittorie schiaccianti di Donald Trump, sta criticando aspramente le misure adottate da Biden durante il suo mandato, e persino diversi democratici sono infastiditi dagli scarsi risultati ottenuti dalla Casa Bianca nell’ultimo triennio.
Dopo l’elezione avvenuta nel 2020 di Joe Biden, egli si è da subito scontrato con un duplice complicato compito: da una parte restaurare, come promesso in campagna elettorale, i valori e l’accoglienza umanitaria, dall’altra gestire la nuova esplosione immigratoria iniziata nel tardo 2020. I dati mostrano, però, che il lavoro portato avanti dall’Amministrazione Biden non sembra aver portato i frutti desiderati.
Nel 2022, il numero di immigrati provenienti dai confini meridionali degli Stati Uniti ha toccato il valore record di 2,4 milioni, mentre nel 2023 l’U.S. Customs and Border Protection data ha dichiarato che gli immigrati provenienti dai confini ammontano addirittura a 2,5 milioni. Nel 2021, il dato si attestava a circa 1,7 milioni.
Grafico 1 – Il numero di migranti rilevati al confine meridionali degli Stati Uniti
Fra questi numeri spicca sicuramente il ruolo della frontiera Usa-Messico, la più movimentata fra tutte in termini di affluenza. Solamente a novembre 2023, è stato registrato un flusso di circa 242 mila nuovi ingressi, circa 70 mila in più rispetto allo stesso mese del 2022.
L’ex Presidente Donald Trump sta perciò sfruttando l’occasione, esercitando una forte critica su questa politica più permissiva adottata dalla Casa Bianca, accusando contemporaneamente milioni di immigrati irregolari di entrare negli Stati Uniti con l’intento, a suo dire, di votare a favore del Partito Democratico stesso. Tuttavia, va sottolineato che questa sua tesi manca di sostegno da dati concreti.
Lo stesso Trump, nel 2020, aveva introdotto una legge temporanea, lasciata poi scadere nel maggio 2023 dall’attuale Presidente, chiamata Titolo 42. Tale misura permetteva respingimenti d’emergenza per tutela sanitaria in tempi di pandemia, ed è stata usata dal Trump come scorciatoia per la sua feroce politica di “tolleranza zero”. La stessa legge ha generato poi notevoli critiche e proteste, dato che prevedeva in diversi casi misure di deportazioni di massa e arresto di migranti locali.
Subito dopo la scadenza della legge, la situazione è rapidamente degenerata, con i confini statunitensi presi d’assalto e una crescita ininterrotta dei flussi migratori. Nell’insieme, questo scenario ha chiaramente causato un forte aumento dell’immigrazione clandestina, come evidenziato chiaramente dal grafico sottostante (fonte dati: U.S. Customs and Border Protection data).
Grafico 2 – I migranti irregolari
Sul tema dell’immigrazione i repubblicani sembrano perciò avere la meglio. I democratici dovranno recuperare molto terreno su questo fronte se vorranno riacquisire la fiducia del proprio elettorato. Per questo motivo, l’Amministrazione Biden dovrà sicuramente proporre soluzioni reali per tornare a contenere l’immigrazione clandestina nel Paese, mantenendo allo stesso tempo un approccio più umano per evitare leggi severe come quelle varate da Trump nel 2020.
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