Nonostante le frizioni durate tutta la giornata di ieri, il vertice di Governo in nottata è andato politicamente e “umanamente” bene: lo certificano i tre protagonisti, «il Governo va avanti» anche se quello a cui abbiamo assistito sembra più una tregua che non una pace vera e propria. Il Premier Conte, tramite una nota di Palazzo Chigi, specifica in nottata «Sarà necessario un incontro con i tecnici del Mef e il ministro Tria per mettere a punto una strategia da adottare nell’interlocuzione con l’Europa, volta ad evitare una procedura di infrazione per il nostro Paese, e per impostare una manovra economica condivisa». Servirà dunque un nuovo vertice, sicuramente dopo il Consiglio dei Ministri previsto per oggi dopo l’informativa di Tria in Parlamento proprio sui conti pubblici. Nel merito dei rapporti da tenere con l’Ue, Salvini e Di Maio si sono “uniti” nel non gradire gli ultimatum del Premier anche se la cena a Palazzo Chigi ha certificato la ripartenza dei rapporti tra i tre: «no manovra correttiva e aumento di tasse», è categorico Salvini, mentre Di Maio certifica solo la priorità di un abbassamento sulle tasse ma apre alla possibile “manovrina” per i tagli. Uscendo dalla cena, ancora il leader Lega certifica la tregua «mai avuto dubbi sulla prosecuzione del Governo. È stato un incontro positivo, obiettivo comune è evitare infrazione garantendo la crescita, il diritto al lavoro e il taglio delle tasse».
GIORGETTI “STANA” IL M5S (E CONTE)
Tria e Conte l’hanno detto abbastanza chiaramente: non bisogna creare un’opposizione dura all’Europa ma dialogare per evitare quella che potrebbe essere letale per la nostra economica, la fantomatica procedura d’infrazione sul debito pubblico. Per questo motivo alcuni attriti sono emersi nel corso della lunga giornata politica tanto dalla Lega quanto dal M5s: in un primo momento si pensava ad uno slittamento a domani del vertice “a tre” poi però fonti di Palazzo Chigi hanno confermato il colloquio tra Conte, Salvini e Di Maio dalle ore 21 in poi. Sui minibot il leader della Lega lancia un monito a Tria e alla sua moral suasion per evitare di intraprendere quella misura rischiosa: «a me interessa il risultato, lo strumento non conta. Bado alla sostanza e non alla forma. Sugli strumenti siamo pronti a raccogliere suggerimenti. A me interessa l’obiettivo». Dopo le dure parole lanciate da Conte nella intervista al CorSera, risponde per le rime il Sottosegretario Giorgetti che da par suo lancia una “stoccata” al M5s e allo stesso Presidente del Consiglio (e non è la prima volta, ndr): «Conte dice che dovremmo andare a elezioni se la Lega vuole capitalizzare il consenso e cambiare assetto al governo? Di questo parlano nell’altra ala del palazzo e se la vedranno loro con Salvini. In democrazia normalmente i voti contano…».
SALVINI “OK SALARIO MINIMO MA PRIMA TAGLIO TASSE”
Il leader della Lega risponde a distanza al collega vicepremier nella lunga conferenza stampa post-Elezioni Comunali dove Salvini ha elogiato i numeri dell’ennesimo successo elettorale sul fronte ballottaggi: «la Lega è disponibile a discutere del salario minimo per i lavoratori, c’è una ritrovata e mi auguro duratura sintonia con Di Maio», spiega il vicepremier leghista, che però precisa subito dopo «il salario lo pagano le imprese e dunque bisogna ridurre le tasse per aiutarle a crescere». Nel merito delle sfide che questo Governo dovrà affrontare per evitare la procedura d’infrazione, Salvini avverte «Non abbiamo bisogno di chiedere soldi a tedeschi, spagnoli e lussemburghesi. Vogliamo usare per gli italiani i soldi degli italiani» spiegando poi come tale principio verrà ribadito questa sera nel vertice con Conte e Di Maio. «Bisogna pagare i debiti e tagliare le tasse: Io sono al governo per aiutare gli italiani. Se qualcuno pensa di stare al governo per tirarla in lungo, non è quello di cui hanno bisogno gli italiani».
VERTICE A TRE SALVINI-CONTE-DI MAIO
Dalla manovra ai minibot, dalle risposte da mandare in Europa fino ai prossimi step in Parlamento con il Decreto Crescita, il Dl Sicurezza Bis e il Decreto Famiglia: di questo e di molto altro si parlerà nel vertice a tre questa sera a Palazzo Chigi con la “stanza dei bottoni” del Governo Conte, il premier e i due vice Salvini e Di Maio. Il ritorno al colloquio “a voce” dopo il rischio di crisi e caduta della maggioranza e dopo il doppio esito Comunali-Europee sul fronte elettorale: Lega e M5s tornano a parlarsi in attesa del Consiglio dei Ministri di domani, ma il vero vertice dove si deciderà molto delle prossime settimane è proprio quello di stasera. Si dovrebbe tenere in serata il colloquio, dopo comunque il vertice tra Conte e Manfred Weber (Presidente Ppe e candidato alla Commissione Ue) dove il politico tedesco chiederà ufficialmente la posizione che terrà il Governo italiano sul fronte nomine e candidature ai prossimi vertici dell’unione Europea. Oltre all’Europa però, dove Lega e M5s hanno già fatto sapere di non volersi far dettare la linea economica e politica da Bruxelles, il tema del rimpasto di Governo potrebbe essere avanzato a margine del vertice in serata: su tutti, Trasporti, Difesa e Ambiente sono i luoghi più “caldi” dove i Ministri tutti M5s (Toninelli, Trenta, Costa) potrebbero essere messi in discussione davanti al pressing della Lega dopo il ribaltone di consensi delle Europee.
VERTICE GOVERNO, DI MAIO “MI ASPETTO DEI SÌ DALLA LEGA”
«Il vertice andrà bene se rimettiamo al centro della stanza i cittadini. Mi aspetto risposte sul salario minimo e che la Lega ritiri gli emendamenti che provano a fermarlo. Mi aspetto l’accordo sull’abbassamento delle tasse con il carcere per i grandi evasori. Mi aspetto il sì alla lotta ai privilegi, perché siamo in ritardo sul taglio degli stipendi dei parlamentari», ha spiegato questa mattina il vicepremier M5s Luigi Di Maio parlando a Radio Cusano Campus. Nel frattempo però, tra caos magistrati e snodi economici i problemi che il Governo dovrà trattare stasera come punti urgenti non possono essere rinviati: il caos visto in Anm e Csm di queste ultime ore preoccupa e ancor di più la proposta sui minibot avanzata dalla Lega ma sostenuta anche da Di Maio, sulla quale Tria e lo stesso Conte si sono dimostrati restii ad accoglierla come vero strumento per uscire dallo stallo dei conti pubblici e del debito.
CONTE “NO AI MINIBOT” E MANDA UN MESSAGGIO ALLA LEGA
«Si tratta di una proposta mai portata a Palazzo Chigi. E siccome ha implicazioni di sistema, mi aspettavo che correttamente mi fosse portata per esaminarne insieme aspetti e contenuti», ha spiegato il Premier Conte stamattina al Corriere della Sera. «Accelerare sui pagamenti della Pubblica amministrazione in favore dei creditori è un obiettivo pienamente condivisibile», ma «Abbiamo già introdotto uno strumento per raggiungere l’obiettivo con la triangolazione tra Comuni, Cassa depositi e prestiti e creditori». Molto duro, oltre al richiamo sull’evitare a tutti i costi la procedura d’infrazione, è il messaggio mandato da Conte alla Lega: «Non vorrei che forte del risultato della consultazione europea si lasciasse prendere da prospettive di predominio, e assumesse via via atteggiamenti sempre più strumentali. Se la Lega aspira a capitalizzare un consenso politico in un sistema fondato sulla democrazia parlamentare come il nostro, non può che passare da elezioni politiche. Insomma deve assumersi la responsabilità di chiedere nuove elezioni politiche e poi vincerle. Le Europee hanno una logica e prospettive diverse …».