Clima di altissima tensione nel vertice di Governo a Palazzo Chigi: secondo quanto riportano le agenzie, il Movimento 5 Stelle ha intenzione di chiedere la revoca della concessione ad Autostrade. Oltre al premier Conte ed ai vice premier Salvini-Di Maio, presente il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che porterà materialmente la proposta al tavolo. Un segnale era già arrivato nelle scorse ore, con il leader grillino Di Maio che ha scritto su Facebook: «Oggi che si inaugura la costruzione del nuovo Ponte a Genova dobbiamo dire delle verità. La prima è che i passati governi se ne sono sempre fregati della sicurezza, perché in molti casi il loro obiettivo era quello di fare favori agli amici, non di garantire un buon servizio ai cittadini che pagano ogni giorno le tasse», evidenziando in seguito che «lo abbiamo sempre detto: chi ha sbagliato deve pagare. E, ve lo assicuro, pagherà! Il mio abbraccio alle famiglie delle vittime del Ponte Morandi. Lo Stato è con voi!». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



VERTICE DI GOVERNO A PALAZZO CHIGI

In serata si terrà un doppio vertice di Governo in previsione del Consiglio dei Ministri convocato per domani su temi centrali dell’agenda politica dell’Italia nella settimana decisiva per capire se dall’Ue arriverà la “spettrale” procedura d’infrazione (la Commissione Europea è stata convocata il 2 luglio per il verdetto finale, ndr). Conte, Salvini e Di Maio si vedranno a Palazzo Chigi in un due tranche diverse: prima con i ministri per gli Affari regionali, Erika Stefani, e del Sud, Barbara Lezzi per il tema cardine dell’Autonomia. A seguire, con presente il Ministro di Trasporti Danilo Toninelli, si discuterà del nodo Autostrade con sul tavolo la procedura per la revoca della concessione dopo il crollo del Ponte Morandi (oggi è stata data la prima colata di calcestruzzo del nuovo viadotto, ndr): M5s punta dritto alla “pena massima” contro Autostrade Italiane mentre la Lega finora si è sempre dimostrata più distaccata su un tema importante ma non considerato “decisivo” per l’agenda politica attuale. Quello di stasera per il “triumvirato” di Palazzo Chigi sarà anche la prova generale di quanto avverrà domani in CdM: l’ottimismo di Tria sulla procedura d’infrazione e sulla riforma delle tasse sarà messo “alla prova” dalle richieste di Salvini e Di Maio, in particolare sulla Flat Tax e la richiesta del taglio del cuneo fiscale come avanzato da Lega e M5s negli scorsi giorni.



TUTTI I NODI NEL VERTICE DI GOVERNO PRE-CDM

Il Governo dovrà iniziare a discutere anche del decreto sull’assestamento dei conti pubblici, una sorta di “pre” Manovra di Bilancio che servirà per dare l’indirizzo richiesto dall’Unione Europea sul fronte del deficit. O almeno, questo è quanto Tria e Conte hanno promesso a Moscovici ma saranno le prossime riunioni a farci capire se i due vicepremier acconsentiranno a misure e tagli “choc” diminuendo gli investimenti sulla crescita: una prova di compromesso è quanto l’intero CdM si aspetta per evitare da un lato la procedura e dall’altro dare il via libera ai provvedimenti richiesti dal contratto di Governo, Flat Tax su tutte. Due però saranno i temi altamente divisivi previsti nel vertice di stasera quanto nel Cdm di domani: la Tav, con l’ultima sfida lanciata oggi da Salvini contro il M5s (la bocciatura della mini-Tav e la partenza dei bandi pubblici) verrà discussa durante il vertice con Toninelli, mentre sull’Autonomia differenziata la distanza resta. «Stasera abbiamo un’altra riunione sull’Autonomia, per carità, facciamola pure, ma noi siamo pronti da tempo. Il testo base è pronto per la riunione di domani del consiglio dei ministri, con grande vantaggio per tutte le Regioni italiane, altrimenti a Roma si ingolfa tutto. Le Olimpiadi ci dicono che dove corrono gli enti locali l’Italia vince», ha fatto sapere il Ministro dell’Interno Salvini. Come rivelano fonti di Governo all’Ansa, quello del Consiglio dei Ministri sarà un primo passaggio di un lungo iter ancora per le prossime settimane: «dopo il via libera preliminare alle intese dovrebbero essere convocate le Regioni. Solo dopo, ci sarà il via libera vero e proprio che dovrebbe arrivare – come chiede la Lega – in una nuova riunione la prossima settimane». Stasera si dovrebbero dirimere i nodi sui singoli accordi con Veneto, Lombardia, Emilia Romagna: sempre le fonti di Governo all’Ansa spiegano «resta centrale anche il ruolo del Parlamento. I leghisti, spiegano fonti governative, spingono perché il passaggio alle Camere sia snello, magari con un’informativa del premier Conte».

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