Il via libera del Governo Pd-M5s-LeU-Italia Viva è arrivato dopo due ore di vertice di maggioranza che ha limato le ultime particolarità e misure che sbarcheranno in Parlamento dai prossimi giorni (ancora non chiaro il calendario che il Ministro D’Incà dovrà comunicare a Senato e Camera): il Premier Conte sui social ha scritto poco fa «in questa #manovra ci saranno meno tasse, meno burocrazia, meno evasione fiscale. Il Paese riparte con più soldi per famiglie, lavoratori e imprese». In realtà, a guadare i contenuti principali della Manovra 2020, si scorgono diversi balzelli e “micro-tasse” per finanziare gli interventi più ingenti della Finanziaria: qui sotto li trovate nel dettaglio, mentre nelle ultime ore è andato in scena l’ultimo scontro che ha messo a rischi il via libera della maggioranza sull’intera Manovra. Il tema riguarda ancora una volta Radio Radicale, con il Pd che ha proposto il rifinanziamento da 8 milioni di euro l’anno per tre anni in Finanziaria, mentre il M5s ha ribadito anche sui canali social ufficiali «diamoli ai terremotati, è un’offesa per chi di questi soldi ha davvero bisogno». Contro Di Maio interviene però il senatore dem Roberto Rampi: «Le dichiarazioni di Di Maio su Radio Radicale sono vergognose. I temi vanno affrontati con serietà e non si mischiano temi come quelli del diritto alla conoscenza e del pluralismo dell’informazione a quelli della vita e della sofferenza di persone come i terremotati». Al momento il via libera alla Manovra è avvenuto ma non è chiaro se su Radio Radicale si attenderà un provvedimento ad hoc o se invece la “quadra” sia stato trovato dal Presidente del Consiglio.
SPUNTA IN MANOVRA LA MINI TASSA SU FILTRI E CARTINE
Fra le novità che la manovra 2020 si appresta ad introdurre, dopo il vertice di ieri sera, anche una nuova imposta nei confronti di quelli che vengono definiti “prodotti accessori ai consumi di tabacchi”. Come sottolineato i colleghi di Repubblica, il governo andrà a colpire “le cartine, le cartine arrotolate senza tabacco e i filtri funzionali ad arrotolare le sigarette”, tutta merce che sarà assoggettata ad una nuova imposta di consumo “in misura pari a 0,005 euro il pezzo contenuto in ciascuna confezione destinata alla vendita al pubblico”. Una nuova micro tassa che andrà a colpire ovviamente i tabaccai, coloro che appunto vendono solitamente prodotti da fumo. Secondo quanto stabilito dalla nuova misura introdotta dalla legge di bilancio, i prodotti elencati sopra dovranno essere venduti solo nei rivenditori autorizzati, e di conseguenza non sarà possibile la loro vendita online: “È vietata la vendita a distanza – si legge nel testo di legge – anche transfrontaliera, ai consumatori che acquistano nel territorio dello Stato”. L’agenzia delle dogane e dei monopoli ha già fatto sapere di avere comunicato a chi di dovere quali sono “i siti web ai quali inibire l’accesso, attraverso le predette reti, offerenti prodotti di cui al comma 1″. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MANOVRA 2020, SUGAR TAX E NON SOLO: LE NOVITA’ Più SIGNIFICATIVE
Dopo il vertice di governo tenutosi nella serata di ieri a Palazzo Chigi, emergono le ultime novità in merito alla Manovra 2020, a cominciare dalla sugar tax, la tassa sulle bevande zuccherate. L’idea dell’esecutivo è quella di tassare ogni ettolitro di bevande suddetto con 10 euro, mentre per quanto riguarda la plastic tax, si pensa ad un euro per ogni chilo di plastica. Rimangono gli incentivi per chi paga con le carte di credito e i bancomat, mossa anti-evasione, anche se per i dettagli del cashback bisognerà attendere la prossima primavera; il governo giallorosso vuole comunque premiare chi paga con gli strumenti digitali, incentivandone l’uso e diminuendo quindi la circolazione del contante. Novità anche per quanto riguarda la cosiddetta “tassa sulla fortuna”, con il governo che ha deciso di aumentare il prelievo sulle vincite delle varie lotterie e giochi: dal primo aprile 2020 si passerà dall’attuale 12% di prelievo al 15% per vincite sopra i 500 euro. Intanto è uscito allo scoperto il commissario europeo Dombrovskis, che ha spiegato: “Ue preoccupata, ma non ha alcuna intenzione di bocciare la Manovra italiana”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CONCLUSO IL VERTICE DI GOVERNO SULLA MANOVRA 2020
Nonostante le voci delle ultime ore, secondo TgCom24 resta aperto il dossier della tassazione delle partite Iva. Come vi abbiamo spiegato, il Movimento 5 Stelle vuole confermare il regime agevolato per i ricavi fino a 65 mila euro, ma Pd e Italia Viva non sarebbero dello stesso avviso. Il pacchetto famiglia sarà attivo a partire del 2021, ma sarà presto a disposizione il bonus per gli asili nido: si parla di un contributo da 1500 a 3 mila euro, dipenderà in base al reddito. Una delle novità è lo stop al canone Rai per gli anziani a basso reddito. «L’accordo pieno» soddisfa le forze di Governo, ma la manovra non convince le opposizioni, anzi: «in questa manovra per la crescita non c’è niente. La nostra Quota100 ha permesso assunzione di 58 mila giovani nel pubblico», le parole di Matteo Salvini a Cartabianca. Così, invece, Silvio Berlusconi: «Questo governo nasce da una coalizione improvvisata, ha messo insieme una manovra pasticciata che non contiene misure ed interventi di cui avrebbe bisogno il Paese. È una manovra piena di tasse». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MANOVRA: CEDOLARE SECCA A 10%, OK PLASTIC-SUGAR TAX
«Cedolare secca non aumenta, resta al 10%. Dal confronto sulla manovra notizie positive per il cambiamento di cui il Paese ha bisogno. Dalla parte delle persone, delle famiglie e delle imprese che chiedono più giustizia sociale perché solo cosi l’Italia cresce», con la conferma che arriva direttamente dal Segretario del Pd Nicola Zingaretti si arriva al semi-accordo finale sulla Manovra di Bilancio 2020 del Governo Conte-2. Vertice concluso per oggi, accordi su qui tutti i punti ma con la necessità di un aggiornamento nella giornata di domani prima di far pervenire l’impianto della Finanziaria in Parlamento. «Siamo a lavoro per individuare i 100 milioni necessari per confermare il regime agevolato per le partite Iva fino a 65.000 euro, eliminando tutti i vincoli. La maggioranza ha condiviso questa sollecitazione del Movimento 5 Stelle», ha spiegato poi la vice Ministro Mef Laura Castelli, ribadendo come nella Manovra 2020 ci sarà spazio anche per 140 milioni in più per finanziare Industria 4.0. Restano plastic tax e sugar tax, mentre vi sarà il taglio del cuneo fiscale: interpellata sempre dall’Ansa, la Castelli smentisce le ipotesi circolate sull’aumento delle tasse per le e-cig, «Non ci sarà nessun aumento di tasse sulle sigarette elettroniche». Domani alle 15.30 ultimo vertice per chiudere il testo da mandare al Senato: non è ancora detto che già vi sia il passaggio in Parlamento entro questa settimana o con possibile rinvio al 4 novembre prossimo.
CHIUSO IL VERTICE SULLA MANOVRA: E DALL’UE…
Si è concluso dopo due ore il vertice di Governo a Palazzo Chigi per parlare di manovra e legge elettorale. Non è arrivata l’attesa fumata bianca, ma dal summit tra le forze di maggioranza è emerso «un accordo sostanziale» secondo Loredana De Petris (Liberi e Uguali). In una nota, l’esecutivo spiega che è in programma un nuovo incontro nella giornata di domani: «C’è stata piena intesa politica per confermare tutte le misure di sostegno per la modernizzazione del Paese, per favorite la digitalizzazione e la svolta green, per sostenere le famiglie e il welfare, per rafforzare la crescita delle imprese, per sostenere gli investimenti e semplificare la fiscalità degli enti locali». Accordo sulla cedolare secca sugli affitti – resta al 10% – e su sugar e plastic tax, ma restano ancora alcuni nodi da sciogliere. Buone notizie per la maggioranza giallorossa quelle che arrivano da Bruxelles: «Non stiamo al momento prendendo in considerazione il rigetto della manovra italiana. Se la Commissione avesse voluto chiedere una bozza rivista, avremmo rispettato le scadenze», le parole del vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
VERTICE GOVERNO TRA MANOVRA E LEGGE ELETTORALE
Non è facile rimettere insieme i cocci di un weekend elettorale “tragico” per le forze di Governo: Pd e M5s, a modo loro usciti travolti dalle Elezioni Regionali in Umbria, tentando di proseguire un’alleanza che già ieri il leader Di Maio ha definito «impraticabile a livello locale» e che ora rischia di saltare anche a livello nazionale. Questa mattina è andato in scena un vertice di maggioranza sulle riforme istituzionali che il Conte-bis intende portare avanti nel prosieguo della Legislatura, a partire dalla legge elettorale proporzionale: alla riunione avvenuta in Parlamento hanno partecipato i capigruppo di Pd, M5s, Leu e Iv di Senato e Camera e i capigruppo in Commissione Affari costituzionali, oltre ovviamente al ministro Federico D’Incà. È intanto in corso anche una riunione tecnica al Mef per preparare il secondo importante vertice di Governo della giornata: oggi pomeriggio dopo le 15 Pd-M5s-Iv-LeU si ritrovano per discutere della Manovra di Bilancio, già in “ritardo” di almeno una settimana rispetto al normale iter di lavori parlamentari. L’obiettivo, sottolinea il Sole 24 ore, è portare già da giovedì al Senato ma il problema è trovare la quadra sull’impianto generale dopo le tanti frizioni su coperture, cuneo, nuove tasse, Quota 100 e lotta al contante.
GOVERNO, VERTICE DOPO IL KO IN UMBRIA
Il compito più ingente per il Governo Conte-2 è quello di trovare rapidamente – per poter così cominciare i voti in Parlamento – circa 9 miliardi di coperture per il 2020 da aggiungere ai 5,4 di entrate già “blindate” nel Decreto Fiscale. Dopo la tremenda a debacle in Umbria contro Lega e Centrodestra, l’obiettivo per Renzi, Di Maio, Zingaretti e Conte è quello di stringere al massimo i tempi sulla Manovra ed evitare ulteriori fratture davanti ad un elettorato già piuttosto deluso da quesi primi mesi di Governo giallorosso. «Vanno chiarite il prima possibile tutte le misure della manovra», ha rilanciato ieri sui social Di Maio, oltre a riportare il malcontento fervente nel suo M5s per una legge elettorale proporzionale che ancora stenta a decollare. Secondo il leader grillino, sempre più a distanza dal Premier Conte, un ritorno al proporzionale è l’unica strada per ridare spazio al Movimento 5Stelle ormai sempre più fuori dal condizionamento dei due poli. «L’obiettivo non deve cambiare: è arrivare al governo del Paese con una maggioranza autonoma», spiega al Corriere della Sera questa mattina lo stesso Di Maio, ammettendo che l’esperimento umbro non è funzionato e aumentando le perplessità che già lo avevano frenato prima della nascita del Conte-2. Ma, aggiunge, «risultati come il taglio dei parlamentari o il decreto clima mi convincono che se si fanno le cose per gli italiani, è giusto andare avanti». A corredo arrivano anche le dichiarazioni del Segretario Pd Zingaretti, «Non voglio andare al voto e farò di tutto per dare vita a questo governo», spiega a Sky Tg24, salvo poi aggiungere «la maggioranza deve cambiare passo, litigare meno e produrre di più. Serve al Paese, se no non verremo mai riconosciuti come una alternativa credibile alle destre». Gli sforzi sono profusi ma la distanza retta con il Premier Conte che non si deve più “guardare” solo da Matteo Renzi ma ora anche da un Luigi Di Maio “ferito” dal crollo in Umbria e contestato all’interno del Movimento se non arriveranno risultati in breve positivi per i 5Stelle.