Nel Question Time alla Camera il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sostanzialmente “frenato” dalle immediate riaperture che chiedevano a gran voce Centrodestra e Italia Viva, confermando però nella cabina di regia di lunedì prossimo il possibile pacchetto di norme da adottare: «Lunedì 17 maggio ci sarà la cabina di regia e si daranno risposte al settore del wedding. Un pensiero alle coppie che stanno programmando il matrimonio. Capisco la preoccupazione di chi si accinge a sposarsi. Il festeggiamento è un desiderio che abbiamo avuto tutti ma è fondamentale avere pazienza per evitare che una occasione di gioia e spensieratezza si trasformi in un potenziale rischio per i partecipanti. Il governo resta vicino al settore come il wedding con lo stanziamento di 200 mln per anno in corso e prevede ulteriori indennizzi nel nuovo decreto sostegni la settimana prossima».



Il tema del wedding ma anche quello di coprifuoco e rivisitazione dei parametri scientifici su colori e Rt: per Draghi «Il governo è attento a conciliare economia e salute e i matrimoni, in quanto luoghi di agggregazione, possono favorire i contagi. Serve un un approccio graduale a seconda dell’andamento epidemiologico». Sul fronte turismo, ancora il Premier sottolinea l’obiettivo di riaprire al più presto il Paese a turisti interni e stranieri: «La prima inziativa è lo sforzo che il governo fa per il rapido completamento della campagna vaccinale. Tra fine giugno e inizio luglio avremo vaccinato con almeno una dose tutti i fragili e gli over 60. Sui flussi turistici per quanto riguarda i Paesi del G7, in particolare Usa, Giappone e Canada saranno favoriti gli ingressi senza quarantena in caso di certificazione vaccinale […] Manterremo invece tutte le precauzioni necessarie rispetto ai Paesi nei quali è stata riscontrata un’ampia diffusività del Covid e delle sue varianti più pericolose».



FEDRIGA-SPERANZA, L’ESITO DEL VERTICE

Al termine del vertice con il Governo, il Presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga commenta «è prioritario superare l’attuale incidenza dell’Rt sintomatici come parametro guida per determinare lo scenario nei diversi territori, a vantaggio del tasso di incidenza e del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica». Non solo, l’auspicio dei territori è che «si arrivi entro questa settimana, ad una proposta condivisa Governo-Regioni che vada in questa direzione. Un’intesa che andrà comunque considerata come una proposta transitoria che tiene conto degli attuali meccanismi, ma che va collocata in un’ottica di superare definitivamente il sistema delle zone se le condizioni di diffusione del virus lo permetteranno». In risposta, il Ministro della Salute Speranza ha difeso il sistema dei colori annunciando però una nuova fase nei prossimi giorni «caratterizzata dal forte avanzamento della campagna di vaccinazione e dai miglioramenti dovuto alle misure adottate, lavoriamo con l’Iss e con le regioni per adeguare il modello immaginando una maggiore centralità di indicatori quali l’incidenza e il sovraccarico dei servizi ospedalieri».



LE PROPOSTE DELLE REGIONI

«Garantire un numero minimo di tamponi che sia proporzionale al livello di incidenza del contagio all’interno di una regione»: è quanto chiedono – a quanto si apprende da ANSA – le Regioni al Governo nell’incontro programmato in mattinata. Si conferma la richiesta di abolire il sistema a colori e il coprifuoco, per far spazio a un “semaforo” a tre livelli di rischio da approntare subito come modifica al Decreto Covid. Inoltre, i rappresentanti delle Regioni hanno chiesto ai Ministri Gelmini e Speranza l’istituzione immediata di un tavolo tecnico per «valutare le proposte sulle modifiche ai parametri di valutazione del rischio del contagio»: l’obiettivo degli enti locali è quella di aggiornare l’attuale sistema di monitoraggio e controllo, in linea con l’evoluzione costante della pandemia, garantendo così «la necessaria tutela da repentini declassamenti, dovuti a indicatori poco rilevanti in termini di impatto reale sul sistema sanitario, anche in vista della stagione turistica».

Sul coprifuoco invece, in attesa delle decisioni da prendere nella prossima cabina di regia di lunedì, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha spiegato a Sky Tg24 la ratio dei prossimi interventi: «mi auguro che si possa arrivare alle 24, ma già le 23 sarebbe una risposta positiva perché sono convinto che un’ora in più non è quella che può determinare particolari criticità dal punto di vista dei contagi e della diffusione del virus. Oggi siamo difronte ad un quadro profondamente diverso rispetto a qualche settimana fa. I dati – ha concluso Costa – sono ogni giorno in miglioramento, soprattutto aumentano i vaccinati nel nostro Paese. E credo che dobbiamo assumerci la responsabilità di fare una scelta, i cittadini chiedono alla politica di creare le condizioni affinché il Paese possa ripartire […] Ma per il coprifuoco siamo difronte alla possibilità di dare una risposta che aiuta a ristabilire un clima di tranquillità e abbassare un po’ la tensione nel Paese. Credo che anche di questo ci sia bisogno».

VERTICE GOVERNO-REGIONI

È in corso dalle ore 10 la riunione tra Governo e Regioni alla presenza dei Ministri Gelmini (Affari Regionali), Speranza (Salute) e i rappresentanti delle Regioni capitanate dal Presidente Fedriga, presenti anche il commissario all’emergenza Figliuolo e il Capo della Protezione Civile Curcio: il tema è quello delle modifiche al Decreto Covid con le specifiche proposte tanto dell’esecutivo quanto degli enti locali da mettere sul tavolo per un confronto decisivo in vista della nuova cabina di regia nei prossimi giorni. Lo stallo nel Governo sulle modifiche al Dl Covid si sono palesati ieri nella cabina di regia convocata a Palazzo Chigi dove, in teoria, si sarebbe dovuto discutere solo dell’imminente Decreto Sostegni bis: quando però Draghi è andato via, Gelmini-Giorgetti-Bonetti (ovvero Fi-Lega-Iv) hanno posto all’attenzione anche il tema delle riaperture, segnatamente i parametri dell’Rt e l’ormai annoso coprifuoco.

La volontà del Centrosinistra – e su questo anche Draghi sarebbe concorde – è quella invece di attendere e valutare con più prudenza, il contrario del “riaprire, riaprire” da giorni ormai calcato tanto da Salvini quanto da Matteo Renzi. In serata l’accordo trovato è che si parlerà delle possibili modifiche al Dl Riaperture in una cabina di regia ad hoc convocata per lunedì 17 maggio: la Lega chiede che le novità poi possano essere attive già nelle 48 ore successive, volendo evitare di attendere un’altra settimana per l’ingresso in vigore delle nuove regole epidemiologiche. Di contro invece, il Ministero della Salute vuole avere dati scientifici più “freschi” e così si attenderebbe il weekend per avvallare o meno le specifiche modifiche.

COSA POTREBBE CAMBIARE DEL DECRETO COVID

Entrando però nello specifico di quanto potrebbe cambiare davvero nel Decreto Riaperture (in vigore dallo scorso 26 aprile), sono due in sostanza i punti richiesti da Regioni e Centrodestra: l’abolizione del sistema dei 4 colori (bianco, giallo, arancione, rosso) e lo stop definitivo al coprifuoco serale. I Governatori hanno portato al vertice con Gelmini e Speranza una nuova proposta, già accennata nei giorni scorsi dal Presidente della Conferenza Regioni Fedriga: istituzione di tre livelli di rischio, ovvio basso (misure simili alla zona bianca), medio (limitazione di alcune attività) e alto (con misure più rigide e la possibilità di mantenere il coprifuoco). Secondo quanto anticipato dalle fonti del Sole 24 ore al Governo, la proposta dei Ministri tenderebbe a mantenere comunque il sistema a colori delle Regioni ma superando la “priorità” finora mantenuta dell’indice di contagio Rt.

«Basare il nuovo modello di valutazione del rischio contagio sull’incidenza dei casi Covid, mantenendo l’impostazione a 4 colori, con altrettanti livelli di rischio legati a incidenza, e conferma dei tassi di occupazione dei posti letto»: questa sarebbe la proposta del Governo, con le modifiche che entrerebbero in vigore come modifica al Dl Covid (permesso dal testo che prevede già un “tagliando” a metà maggio), oppure come ulteriore nuovo Decreto. Secondo il piano anticipato anche dal Corriere della Sera stamane, la zona rossa scatterà con oltre 250 casi Covid su 100mila abitanti, arancione tra i 150 e i 250 casi, gialla tra i 50 e 150 casi, bianca fino a 50 a casi. Infine, il passaggio in zona rossa dovrebbe avvenire anche se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 40% e al 30%. In merito alla possibilità di modificare la regole sul coprifuoco, il coordinatore del Cts Franco Locatelli stamane ha commentato «c’è margine per slittamento del coprifuoco, ma presto per togliere mascherine e tornare a abbracciarci». Tradotto: no abolizione, sì slittamento alle 23 o al massimo a mezzanotte.