Alle ore 17 resta convocata la Conferenza Stato-Regioni, come confermato dal vicepresidente delle Regioni Giovanni Toti: dopo il ‘blitz’ in Libia di Conte e Di Maio, tutta l’agenda politica è slittata e così la verifica di Governo, la riunione con i capidelegazione e la stessa Conferenza con le Regioni potrebbero avere diversi cambiamenti d’orario nelle prossime ore. In attesa di conferme ulteriori, la linea che il Governo si appresta a comunicare alle Regioni è la stessa indicata nei precedenti aggiornamenti: lockdown dal 24 dicembre al 3 gennaio, con misure da “zona gialla” solo per i giorni 28-29-30 dicembre. I festeggiamenti con i parenti restano al momento davvero difficile da immaginare, al netto di qualche piccola deroga che sarà discussa oggi con Regioni e poi nel Governo.
Nel frattempo il Governatore del Veneto Luca Zaia anticipa il Dpcm di Natale con una nuova ordinanza valida dal 19 dicembre prossimo, «Spostamenti tra i comuni vietati in Veneto dopo le 14 da sabato fino al 6 gennaio». L’annuncio ufficiale verrà dato domani ma già Zaia anticipa i contenuti: «chiusura dei confini comunali dopo le 14 dal 19 dicembre fino al 6 gennaio, in attesa dei provvedimenti del governo. I negozi resteranno aperti fino alle 21». Per il Presidente veneto nelle prossime ore «arriverà la chiusura dei confini comunali dopo le 14 dal 19 dicembre fino al 6 gennaio”, in attesa dei provvedimenti del governo. I negozi resteranno aperti fino alle 21».
I NUOVI DIVIETI PER IL NATALE
Manca ancora una convocazione ufficiale, ma è nel corso della giornata di oggi che si terrà l’ultima Conferenza Stato-Regioni sulle rinnovate regole del Natale: dopo il primo confronto di ieri, la “palla” ora è a Palazzo Chigi dove nelle prossime ore si terrà l’ultimo confronto tra i capidelegazione per formulare il nuovo Dpcm (ma slitta tutto nel pomeriggio, visto il viaggio in Libia di Conte e Di Maio per liberare i pescatori di Mazara del Vallo imprigionato da Haftar da oltre 100 giorni, ndr). L’impianto al momento confermato da fonti di Governo è quello emerso ieri sera, una zona rossa con lockdown nazionale nei giorni festivi e prefestivi (24-25-26-27-31 dicembre, 1-2-3 gennaio) e con possibili deroghe tutte da discutere sia nella maggioranza che poi nelle Regioni, non appena sarà pronta la bozza del decreto.
Nel frattempo il Presidente del Veneto Luca Zaia spiega la posizione sua e di molti altri Governatori nel tavolo con il Governo: «Ho chiesto che le misure vengano decise in vista del prossimo weekend. Oggi avremo una nuova conferenza Stato-Regioni, per un ultimo incontro e chiudere questa partita. Se il governo adotterà provvedimenti prima di sabato, bene. Altrimenti ci muoveremo da soli. Il lockdown che conosciamo non ce lo possiamo permettere e lo stesso governo ha utilizzato il sistema a zone per evitare il lockdown. Nella zona rossa si può circolare nel comune, nel lockdown si poteva arrivare a 200 metri da casa».
TUTTE LE POSIZIONI DELLE REGIONI
Si terrà giovedì – con orario ancora non fissato – la nuova Conferenza Stato-Regioni per dirimere le nuove regole sul Natale: dopo la convulsa giornata passata oggi, Conte ha confermato che vi saranno ulteriori strette oltre il precedente Dpcm, di fatto dunque aprendo alla possibilità che già domani venga prodotto un nuovo decreto ad hoc per inserire i divieti previsti per i giorni di Natale. Secondo le ultimissime emerse dal vertice (sospeso) Conte-capidelegazione, l’Italia si avvicina in zona rossa nei giorni festivi e prefestivi: calendario alla mano, significa un lockdown nei giorni 25-25-26-27-31 dicembre, 1-2-3 gennaio (gli ultimi due sono un weekend), in tutto 8 giorni con gli italiani chiusi in casa per evitare quegli “assembramenti” tipici delle feste di Natale. In serata verrà preparato un testo che poi domani sarà sottoposto alle Regioni, per il momento abbastanza convinte a stringere le maglie per i prossimi giorni: «Il Governo ci ha rappresentato questa sua intenzione, riservandoci di dare dei chiarimenti circa cosa s’intenda per restrizioni ulteriori alla riunione di domani. È chiaro che soltanto dopo questa ulteriore specificazione ci potremo fare un’idea», fa sapere il Governatore della Lombardia Attilio Fontana, «tutti quanti abbiamo chiesto che ci sia da un lato la certezza dei ristori per tutte quelle categorie che dovessero essere colpite da questa ulteriore chiusura, dall’altro lato su quello che dovrà succedere nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, in modo che gli operatori e gli imprenditori possano programmare e progettare quello che sarà il proprio futuro».
Il Presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha poi aggiunto «visto che tra il 24 dicembre e il 7 gennaio c’è un rallentamento sostanziale della vita e quindi c’è rischio di aggregazioni non necessarie, ha pensato il Governo di dare un’ulteriore botta alla curva dei contagi mandando in rosso il Paese». Toti e Bonaccini restano su posizioni più “aperturiste”, Zaia più “rigorista” ma in generale tutte le Regioni chiedono che vi sia chiarezza e urgenza visto che al Natale mancano solo 9 giorni e i cittadini meritano di sapere cosa potranno/non potranno fare, specie i commercianti che si trovano possibili nuove chiusure imposte all’orizzonte.
ZAIA CON BOCCIA: “ZONA ROSSA FINO ALL’EPIFANIA”
La Conferenza Stato-Regioni nella prima parte della riunione ha approvato il piano vaccini anti-Covid che già dai prossimi giorni vedrà l’iter organizzativo ampliarsi in tutta Italia: ma è la seconda parte del vertice ad aver visto gli scontri maggiori, con però alcuni Presidenti di Regione che si sono trovati inclini ad accettare la proposta lanciata dal Governo. «Italia in zona rossa dal 24 dicembre al 7 gennaio per mettere il Paese in sicurezza», questa è l’indicazione data da Boccia, Speranza e Arcuri ai territori. Di contro, il Governatore del Veneto Luca Zaia – secondo le anticipazioni date da fonti di Governo all’Adnkronos – si dice d’accordo a stringere le maglie fino all’Epifania per evitare problemi nel mese di gennaio: «misure restrittive da zona rossa fino alla Befana», con l’ok arrivato anche da Lazio, Friuli, Molise e Marche. Secondo Zaia, durante le Feste di Natale «servono restrizioni massime, e se non le fa il governo le facciamo noi». Il Ministro Boccia ha poi ribadito ai territori che il modello a zone funzione e rimarrà anche per il mese di gennaio: «Il modello di interventi territoriali ha funzionato bene e ha fatto scendere l’Rt dall’1.7 all’attuale 0,8 ed è ancora in discesa, anche se le reti sanitarie necessitano di essere sempre più difese e alleggerite».
VERTICE GOVERNO-REGIONI SUL LOCKDOWN
È iniziata poco dopo le ore 9 il vertice in video collegamento tra il Governo Conte e le Regioni per dirimere le misure ulteriormente restrittive che l’esecutivo intende attuare per le feste di Natale: come visto nel duro confronto in questi giorni sia all’interno della maggioranza che nello stesso Comitato Tecnico Scientifico, un parere univoco ancora manca ma l’intento maggioritario è quello espresso dal terzetto Boccia-Speranza-Franceschini, ovvero un lockdown stringente fino all’Epifania a partire addirittura dalla Vigilia di Natale. Alla riunione in corso con gli enti regionali partecipano lo stesso Boccia, il Ministro Speranza e il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri: «Dai prefestivi fino al 6-7 gennaio è più utile chiudere per tutti. Vogliamo chiudere il più possibile. Penso che sia molto responsabile anche da parte nostra essere conseguenti. A maggio eravamo arrivati allo 0.5 di indice contagio, di Rt, ma avendo avanti giugno luglio e agosto. Ora grazie alla misure già prese siamo su quella strada ma abbiamo di fronte gennaio, febbraio e marzo e dobbiamo essere responsabili. Dobbiamo sapere che dal 7 gennaio si riparte, ma si riparte mettendo in sicurezza le reti sanitarie il più possibile. Se non lo facciamo durante le feste di Natale, quando dobbiamo farlo…», ha spiegato ieri il Ministro per gli Affari Regionali intervistato a DiMartedì. Una seconda possibilità riguarda la zona rossa “solo” il 25-26-31 dicembre e 1 gennaio, mentre per il resto del periodo una più “mite” zona arancione che impedisca comunque gli spostamenti fuori dalle regioni.
LOCKDOWN A NATALE: LO SCONTRO NEL CTS
Ieri lo scontro interno al Cts ha reso plasticamente il senso di questi giorni: neanche tra gli scienziati vi è un unico parere definito sul chiudere di nuovo tutta l’Italia come in primavera. Per questo il parere inviato al Governo si limita a ribadire la necessità di “maggiori chiusure” e “inasprimenti” ma delle medesime regole già inserite nell’ultimo Dpcm, senza per questo formularne uno nuovo nelle prossime ore. «Alla fine abbiamo raggiunto un accordo su un’indicazione, è necessario inasprire le misure di controllo della pandemia. Lockdown totale? E’ un’indicazione che nessuno si è sentito di dare», ha spiegato ieri sera a Cartabianca il coordinatore del Cts Agostino Miozzo. Durissimo invece il consigliere del Ministero della Salute Walter Ricciardi, «Non ci si rende conto che siamo in una situazione di guerra. La soluzione in questo momento ha un nome e cognome: lockdown». Dopo la riunione di oggi con le Regioni, alle 12 è prevista l’ultima riunione tra Conte e i capidelegazione del Governo: a quel punto si saprà di più sulla nuova stretta da annunciare alla nazione, come e soprattutto per quali giorni.
IL PARERE DELLE REGIONI
Contrarie le Regioni che con il vicepresidente Giovanni Toti esprimono dissenso rispetto all’ennesimo cambio di rotta del Governo sul Natale: «non è coerente al metodo che ci siamo dati fino a questo momento. Mi convince una stretta dove serve, come si è sempre fatto. Ora cambiare totalmente metodo non ha senso. Ma se uno apre negozi e ristoranti e incentiva anche i pagamenti elettronici, immagino che si voglia dare alle persone la possibilità di uscire e fare acquisti per Natale. Poi non ci si può spaventare per una foto dove si vedono tante persone, peraltro ordinate e con la mascherina: questa diventa una pandemia emotivo». Il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, aggiunge «Siccome non possiamo richiudere tutto e tutti vogliamo capire intanto l’intendimento del governo dopo le discussioni che stanno facendo in queste ore, poi vediamo se c’è una disponibilità delle Regioni a valutare insieme quali eventuali restrizioni possano aiutare a non fare rialzare i contagi». Si cerca un compromesso, come ribadito anche dal Governatore del Veneto Luca Zaia «Non faremo scelte autonome perché è partita un’interlocuzione di tutte le Regioni con il governo. Credo sia questione di ore. Sono convinto che davanti a una situazione come questa delle misure ci vogliono. Evitiamo di andare in ordine sparso però». Per tutti i Presidenti di Regioni riuniti oggi nel vertice con il Governo, resta fondamentale una richiesta: «i ristori accanto alle misure restrittive. Si fa presto a fare gli eroi con il portafoglio degli altri. Solo se si prendono misure a livello nazionale con i ristori può essere una soluzione incisiva», conclude Zaia.