«C’è una risalita della curva di contagio, da qui la proroga dello stato di emergenza, ma abbiamo ritenuto opportuno anche di recuperare il rapporto tra Stato e Regioni. Quindi potranno adottare misure più restrittive, ma saranno limitate nell’adozione di misure di allentamento. Potranno farlo solo d’intesa col ministro della Salute», lo ha spiegato il Premier Giuseppe Conte nelle dichiarazioni alla stampa per spiegare le nuove norme inserite nel Dl Covid e nel Dpcm che rimarrà attivo nelle prossime settimane. Zaia al CorSera aveva lanciato l’allerta questa mattina, «Sappiamo meglio noi cosa serve al nostro territorio. È anacronistico pensare a provvedimenti rigidi come i binari di un treno. Questo dirigismo è il segno manifesto di una sfiducia nelle Regioni. Spero sia un errore e che ci ripensino»; il Governo prova a non “strappare” con i Presidenti di Regione riuniti in questi minuti con i Ministri Speranza e Boccia. «È giusto che ci sia una regia nazionale, il sistema sanitario è nazionale, ma le Regioni sono quelle che gestiscono la sanità», ha provato a smorzare il presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini. Dopo il CdM di stamattina il Ministro della Salute Speranza ha ribadito l’allarme di questi ultimi giorni «I numeri che arrivano anche in queste ore ci dicono che siamo dentro una sfida enorme e che dobbiamo ragionare insieme su come affrontarla e vincerla […] sarebbe un’illusione pensare che nel contesto internazionale noi siamo fuori pericolo e la politica deve dire la verità. I dati dicono che il contagio cresce ed è necessario alzare la soglia di attenzione».



DL COVID “STOP MISURE SOFT DELLE REGIONI”

In vista del vertice tra Governo e Regioni viene confermato nel nuovo Decreto Covid licenziato poco fa dal Consiglio dei Ministri un provvedimento che sarà al centro dell’incontro-scontro i Governatori questo pomeriggio: il CdM ha approvato il decreto legge che delinea una cornice “normativa” delle regole anti-coronavirus e prevede che le Regioni «non possano adottare norme meno restrittive di quelle del governo, salvo specifiche eccezioni concordate con il ministero della Salute». Ai Presidenti dunque resta solo la possibilità di adottare misure più restrittive, elemento già di forte polemica da parte di diversi Governatori come Zaia, Toti, Emiliano e Bonaccini: il Governo ha inoltre esteso con provvedimento “ponte” il Dpcm fino al 15 ottobre, inserendo la norma della mascherina obbligatoria all’aperto (solo in prossimità di non conviventi) fin da subito in attesa del vero e proprio Dpcm da adottare dalla prossima settimana per ulteriori 30 giorni.



VERTICE GOVERNO-REGIONI ALLE ORE 18

Nel caos politico degli ultimi giorni emerge un dato molto importante per tutte le Regioni: con il nuovo Dpcm (in scadenza oggi 7 ottobre e da rinnovare nei prossimi giorni) il Governo tenta di stringere ulteriormente le regole anti-Covid, evitando coprifuochi e lockdown ma dando il messaggio “generale” di un potenziale allarme “seconda ondata” per le prossime settimane. E così si è cercato di accelerare al fotofinish con il duplice schema, rilancio dello stato di emergenza fino al prossimo 31 gennaio 2021 e insieme anche il nuovo Dpcm da adottare tra l’8 ottobre e l’8 novembre: lo stop di ieri alla Camera dopo il voto sulla risoluzione della maggioranza alle comunicazioni del Ministro Speranza ha rallentato il tutto, arrivando così allo slittamento del Consiglio dei Ministri alla mattina di oggi per varare il Decreto Covid con la proroga dell’emergenza nazionale e con l’ulteriore slittamento per il Dpcm. Secondo le ultime novità in arrivò da Palazzo Chigi, il Governo vuole attendere ancora per varare il Dpcm in attesa dell’incontro previsto per oggi alle ore 18 con i Governatori delle Regioni e i ministri Speranza e Boccia: nel frattempo, verrà varato il Dl Covid con la cornice normativa utile per far valere il prossimo (e i prossimi) Dpcm dal 15 ottobre, ma con le prime nuove misure che vengono anticipate già in questo provvedimento. Come ha detto ieri il Ministro della Salute al Parlamento, la diffusione del contagio da Covid ormai è tutt’altro che “territoriale” ma è giunto a livello nazionale con sostanziale uniformità nelle singole Regioni.



LE MISURE DEL NUOVO DPCM: TUTTI I NODI

E così in attesa del nuovo Dpcm, il Governo sembra orientato ad adottare un Decreto “ponte” che proroghi al 15 ottobre le attuali regole anti-coronavirus, inserendo però nel Dl Covid in via di risoluzione le principali norme poi estese nel prossimo Dpcm definitivo. Obbligo mascherine all’aperto, serrata sui controlli con supermulte, paletti alle Regioni, ovvero possono adottare solo misure anti contagio più restrittive di quelle disposte dai Dpcm del governo. Proprio su questo punto si discuterà nel vertice del pomeriggio, con i Governatori che hanno cominciato a lanciare i primi segnali di polemica sulla decisione del Governo di prorogare lo stato d’emergenza e sulle prossime restrizioni: «Non vogliamo fare i bulli o i guastafeste con il governo, ma è giusto che Roma abbia una regia, ma vogliamo portare anche la nostra esperienza», spiega il Governatore del Veneto Luca Zaia, che poi affonda «in regione tra il 95% e il 96% dei positivi non presenta sintomi. È un virus che oggi non ci dà emergenza sanitaria ospedaliera, ma che non dobbiamo trascurare». Michele Emiliano (Governatore Puglia) sottolinea invece la necessità di autonomia regionale: «Lo schema del Dpcm le Regioni lo condividono, quello che chiedono è di mantenere quel margine di autonomia, che consenta di scegliere dal punto di vista politico il punto di equilibrio tra sicurezza e gestione della situazione economica».