Niente spostamenti dopo il 20 dicembre e fino al 10 gennaio, resta il coprifuoco alle 22 sempre anche a Natale e Capodanno e verranno chiusi impianti e hotel di montagna: il messaggio lanciato dal Governo nel vertice con le Regioni è netto e conferma le ultime anticipazioni sul prossimo Dpcm in “rampa di lancio” dal 4 settembre prossimo. Il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia nella riunione appena conclusa con gli enti locali avrebbe detto – secondo quanto riporta l’Adnkronos – «Evitare gli spostamenti tra regioni e mantenere il limite delle ore 22 per la circolazione sono due punti centrali e imprescindibili del modello di sicurezza che stiamo costruendo insieme. Difendiamo insieme l’impostazione e evitiamo deroghe perché potrebbero minare la tenuta stessa dell’impianto». In attesa di capire domani in Parlamento se qualche deroga verrà mantenuta per permettere il rientro a casa di migliaia di italiani in vista del Natale, il Governo tira dritto sulla linea dura e per il Dpcm afferma «dovere di tutti noi evitare la terza ondata e mantenere l’unità tra livelli istituzionali e la leale collaborazione che ha caratterizzato gli interventi più delicati di questi mesi». Battaglia dunque persa per le Regioni, per il momento, su impianti da sci e hotel di montagna che il Governo sembra intenzionato a chiudere definitivamente fino al prossimo 10 gennaio: «Il tema non è la pista da sci, ma le relazioni sociali che si sviluppano al contorno dell’attività sciistica», spiega ancora Boccia. «Resta la divisione del Paese in zone, anche se è ancora in corso il confronto sulla ponderazione degli indicatori. Dai dati è possibile che tutto il Paese nelle prossime settimane sia in zona gialla», spiega invece il Ministro della Salute Roberto Speranza, ribadendo come in vista del piano vaccini (annunciato come pronto da fine gennaio secondo il Commissario Arcuri, ndr) serve «evitare di arrivare a gennaio con una situazione complicata». Allentamenti delle misure potranno essere decisi ma solo a partire dal 15 gennaio e solo sulla capacità di tenuta durante le vacanza di Natale, così emerge dalla riunione con i Ministri Boccia e Speranza:



NUOVO VERTICE REGIONI-GOVERNO

Si apre in giornata il confronto decisivo tra Governo, Regioni, Anci e Upi per dirimere tutti i nodi ancora irrisolti verso il varo del nuovo Dpcm “Natale” previsto per il 4 dicembre prossimo: dopo la Conferenza delle Regioni tenutasi ieri in seduta straordinaria, i territori hanno evidenziato diverse criticità in merito alla bozza pervenuta loro dopo l’ultima riunione di maggioranza a Palazzo Chigi. Coprifuoco, spostamenti, cenoni di Natale tra congiunti, vacanze, ma ancora scuola, bar, ristoranti, shopping e impianti da sci: i punti sul tavolo sono diverse e le distanze all’interno sia del Governo che delle Regioni non sono poche. Nel vertice di oggi i Ministri Speranza (Salute) e Boccia (Affari Regionali) proveranno a limare tutti i punti “nodosi” ancora presenti, valutando però un pacchetto di regole che – sulla scia delle indicazioni della Commissione Europea (domani verranno rese note le linee guida generali per i Paesi Ue, ndr) – si profila alquanto stringente: si va verso alberghi e impianti in montagna chiusi per tutte le vacanze natalizie, con in più la quarantena per chi decide di trascorrerle all’estero. Non solo, gli impianti da sci chiusi per tutti, no spostamenti tra Regioni tra il 20 dicembre e l’Epifania e scuole in Dad fino al 7 gennaio sono tra i punti ormai decisi dal Governo Conte-2 per mitigare l’eventuale aumento di contagi frutto dei ritrovi natalizi.

DPCM: LE RICHIESTE DELLE REGIONI

Uno dei punti più “dolenti” resta quello degli spostamenti, con il nuovo Dpcm “Natale” che si profila alquanto stringente per qualsivoglia movimento a ridosso di Natale e Capodanno: le deroghe verranno consentite, forse, solo per ricongiungimenti verso anziani soli, coniugi, studenti fuori sede e partner conviventi ma come ribadisce il Ministro della Giustizia Bonafede «bisogna varare norme chiare, che non si prestino a equivoci o interpretazioni personali». Intanto ieri nella Conferenza delle Regioni i Presidenti hanno fatto il punto delle richieste da discutere oggi nel vertice in video collegamento con Palazzo Chigi: «Le Regioni si sono interrogate sulla possibile chiusura dei confini nazionali per evitare che il nostro pubblico vada a sciare in Svizzera, Slovenia o Austria», ha spiegato il vicepresidente della Conferenza, Giovanni Toti. Il divieto di assembramento deve rimanere il principio cardine dell’azione politica, secondo i Governatori, e così «Risulta secondo le Regioni poco convincente che in alcune attività si possa creare anche un involontario assembramento, e il riferimento è alle foto apparse sui quotidiani circa le principali vie dello shopping». I Governatori di Regione chiedono che le vacanze di montagna e gli impianti da scii siano permessi e “aperte” per chi pernotta in seconde case o alberghi, altrimenti «chiudiamo in confini nazionali». Secondo l’indirizzo del Governo il tema però sembra alquanto intricato per un compromesso da trovare rapidamente, mentre sulla scuola la richiesta delle Regioni è quella di mantenere la condizione attuale (Dad per le superiori e terze medie) fino almeno al 7 gennaio prossimo. Da ultimo, Toti ribadisce «Quasi tutti i governatori hanno sottolineato che occorre accorciare il meccanismo di uscita da una zona. Nell’attuale Dpcm questo processo richiede almeno 21 giorni di calendario, riteniamo possa essere più rapido. Bisogna poi rendere più attuali i numeri su cui si basa l’attribuzione di una zona alle regioni».

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