Dopo diversi rinvii e slittamenti, il vertice del Governo per discutere del nuovo Dpcm Natale è iniziato poco prima delle 16. La riunione di Palazzo Chigi vede protagonisti il premier Giuseppe Conte, i capi delegazione delle forze di maggioranza e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro. Vi abbiamo riportato i principali dossier sul tavolo: i temi più delicati sono sicuramente l’anticipo alle 21 del coprifuoco a Natale e Capodanno. Riflettori accesi soprattutto sulla notte del 24 dicembre, considerando i rischi di una maggiore diffusione del contagio legati alla tradizionale messa di mezzanotte alla vigilia di Natale, senza dimenticare appunto il veglione di fine anno. Da sciogliere anche il noto legato al tetto massimo di presenti in casa: come messo in risalto dai colleghi di Repubblica, si era ipotizzato di uniformarsi al limite tedesco di 10 persone, ma l’obiettivo è quello di mantenere la regole “del 6”. Per quanto riguarda i ristoranti prevista la chiusura alle 18, mentre i negozi potranno restare aperti fino alle 22, o fino alle 21 in caso di anticipo del coprifuoco. (Aggiornamento di MB)



VERTICE GOVERNO CONTE SU DPCM NATALE: LE ULTIME

Come si può evincere dal dettaglio della cronaca di ieri (che trovate qui sotto, ndr) per ben due volte il vertice di Governo con i capidelegazione e il Premier Conte avrebbe dovuto tenersi ieri ed è invece stato slittato più volte fino alla convocazione di questa mattina: il tavolo della riunione avrà però sempre lo stesso ordine del giorno, ovvero il nuovo Dpcm Natale con in più le regole che dovranno normare il ritorno dall’estero nelle eventuali vacanze natalizie. L’indirizzo del Governo – come anticipato ieri da Conte in Spagna – è quello di lasciare liberi i confini verso l’estero ma di imporre una quarantena di almeno 2 settimane per chiunque ritornerà sul suolo italiano dai Paesi già inseriti nell’ultimo Dpcm (ovvero Belgio, Francia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna Regno Unito, con l’aggiunta di Svizzera e Austria dopo gli ultimi screzi sulle mancate chiusure delle piste da sci). Nel pomeriggio i Ministri Boccia e Speranza incontreranno nuovamente le Regioni in vista della cabina di regia di domani e dovrebbero essere annunciate le decisioni sugli eventuali “cambi di colore” per le attuali zone rosse Lombardia e Piemonte. Si profila però un elemento piuttosto bizzarro nel prossimo Dpcm: al momento, secondo le anticipazioni, si potrà andare all’estero ma non si potrà spostarsi tra le Regioni, al netto della contrarierà dei Governatori che invece spingono per la riapertura tout court: «Gli ospedali sono ancora in affanno, non si può sostenere una terza ondata a gennaio e quindi non possiamo far circolare 7, 8 milioni di cittadini come accaduto in estate», ripete il Ministro Francesco Boccia riportando la linea al momento prevista dal Governo in vista del nuovo decreto “Natale”.



COSA HA ANTICIPATO CONTE DEL NUOVO DPCM

Alle ore 19 si terrà il nuovo vertice di Governo tra Conte e i capidelegazione per dirimere le nuove regole sul prossimo Dpcm: qualche tema è già stato anticipato dal Presidente del Consiglio nella sua conferenza stampa congiunta con il premier spagnolo Pedro Sanchez a Palma di Maiorca, come ad esempio il nodo degli spostamenti «Ci stiamo premurando affinché, se si va all’estero in modo massiccio per le vacanze, non si possa rientrare senza alcun controllo. Non vogliamo limitare i trasferimenti transfrontalieri». Sul tema importante delle vacanze in montagna e degli impianti da sci, il Capo del Governo ribadisce la linea “condivisa” in Europa: «Ho avuto colloqui con rappresentanti delle istituzioni europee per ottenere un coordinamento delle misure restrittive, in particolare per gli impianti sciistici e tutto ciò che ruota attorno alle vacanze di Natale e alle infrastrutture. C’è una comune preoccupazione. Nel pieno della seconda ondata non possiamo pensare a vacanze in montagna come gli altri anni. Auspico una risposta europea e credo sia opportuna, questo non significa invadere le prerogative dei singoli stati, ognuno sarà libero di adottare le misure che ritiene». La scuola va riaperta il prima possibile secondo Conte, ma ancora non viene data alcuna ipotesi concreta (si era parlato del 9 dicembre secondo la volontà della Ministra Azzolina), «Non appena riporteremo sotto controllo la curva dei contagi torneremo quanto più possibile con la didattica in presenza». Infine il capitolo sul Dpcm “Natale”: «confido che già nei prossimi giorni potremo definire un pacchetto di misure adatte a intervenire su quelle che altrimenti potrebbero essere occasioni molto intense di socialità nel periodo natalizio. Ci rendiamo conto che i cittadini devono programmare eventuali spostamenti, ma al di là della colorazione delle regioni pensiamo che in quel periodo si debbano introdurre misure e maggiori cautele per prevenire una nuova impennata del contagio. Il numero dei decessi è molto chiaro, non possiamo accettare lo stress che grava sui servizi sanitari».



NUOVO VERTICE DI MAGGIORANZA

Sarà un vertice di Governo piuttosto infuocato quello che attende oggi i Ministri Boccia, Speranza e i capi delegazione dell’esecutivo: nella riunione di ieri sono state gettate le basi per capire quali direzioni prendere sui provvedimenti economici (Manovra, Dl Ristori e Mes, con scontro su quest’ultimo punto) mentre oggi sono i temi più immediati di scuola e regole per il nuovo Dpcm “Natale” ad entrare sul tavolo della maggioranza. Mentre parallelamente procede il dialogo europeo per un “concerto” di azioni contro le vacanze in montagna (fortissimo però lo scontro con Austria e Svizzera), ieri sera il Ministro della Salute Roberto Speranza ha dato diverse indicazioni su come si strutturerà il nuovo Dpcm che lui stesso presenterà al Parlamento il prossimo 2 dicembre. «Il numero dei morti è ancora molto alto, c’è da dire che da qualche settimana vediamo un segnale che va nella direzione giusta, l’Rt si sta abbassando, due settimane fa era 1,7, poi 1,4 ora è 1,2 e sta scendendo: questo significa che le misure che abbiamo adottato iniziano a dare i loro effetti», ha spiegato il capo delegazione di LeU, annunciando per oggi il nuovo vertice di maggioranza per discutere in primis del numero di persone che potranno stare sulle tavole degli italiani durante le Feste. «Limitare i posti a tavola agli affetti più stretti», con le ipotesi formulate che vanno dalle 6 fino alle 10 persone come limite massimo ancora da decidere.

MESSA E SPOSTAMENTI: LE NOVITÀ NEL DPCM

Sulla Messa di Mezzanotte, altra domanda posta a Speranza durante l’intervento a “DiMartedì”, non si è ancora trovata una “quadra” visto che il Ministro si è limitato a dire «Il coprifuoco alle 22 vale anche per la Messa di Natale: il messaggio è ridurre tutte le occasioni in cui il virus si può diffondere. Il coprifuoco dopo le 22 c’è anche per la messa. Una valutazione sarà comunque fatta nei prossimi giorni». L’intenzione è quella di attendere fino all’ultimo, tra l’1 e il 2 dicembre, per strutturare il nuovo Dpcm secondo gli ultimissimi dati epidemiologici a disposizione: «vorremmo vedere e capire quanto riusciamo ancora a piegare la curva con le misure adottate finora, ma continueremo con il principio di proporzionalità delle misure restrittive». Sul tema molto delicato degli spostamenti nei giorni di dicembre, l’intenzione dell’ala più rigorista del Governo (Speranza, Franceschini e Boccia) è quella di limitare il più possibile ogni possibile trasferimento “non necessario” in altri Comuni e Regioni: «il messaggio è quello di ridurre tutte le occasioni non necessarie in cui il contagio si può diffondere. Bisogna evitare spostamenti che non sono strettamente necessari, bisogna ridurre il più possibile le relazioni con le altre persone quando queste non sono indispensabili e bisogna restare a casa ogni volta che è possibile», ha ribadito ancora ieri sera il Ministro della Salute.

IL NODO SCUOLA: QUANDO RIAPRONO?

E infine la scuola, il vero nodo della “disfida” all’interno del Governo nella seconda riunione consecutiva in programma oggi: le ipotesi valutate dalla Ministra Azzolina – che in giornata incontrerà i 10 sindaci delle città metropolitane per un confronto serrato su orari spalmati anche al pomeriggio e ingressi scaglionati – porterebbero al 9 dicembre come data di “stop” alla Dad e ritorno in classe per scuole medie e superiori in tutto il Paese. Decisivi saranno probabilmente i dati epidemiologici del monitoraggio di venerdì, ma al momento lo scontro è aperto sullo strano asse M5s-Italia Viva contro l’ala più “rigorista” di Pd e LeU. «Faremo il possibile per riaprire le scuole in dicembre, dobbiamo vedere il quadro epidemiologico, valutandolo giorno per giorno. Le scuole sono e restano una priorità assoluta per il governo», ha spiegato ieri Speranza ribadendo però che il pericolo Covid ancora non è scampato, dunque «la situazione è ancora molto seria e la pressione sui nostri servizi sanitari è ancora molto forte e quindi abbiamo bisogno ancora di grande rigore». Il Miur si fa forte delle parole dette ieri dal membro Cts Franco Locatelli, intervenuto all’interno della conferenza stampa dell’Istituto Superiore di Sanità: «la scuola contribuisce in modo assolutamente marginale alla curva di trasmissione del Covid».