E’ terminato il vertice di Governo tra il premier, Conte e i capi delegazione delle forze di maggioranza. Alla riunione hanno partecipato anche il ministro dell’Economia, Gualtieri, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Fraccaro. E’ stata dunque messa a punto la tabella di marcia degli Stati generali dell’Economia fortemente voluti dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Da domani il premier aprirà la serie di incontri con i ministri e poi con le forze politiche di maggioranza. Poi da venerdì partiranno gli incontri con le forze d’opposizione. Sabato prossimo è previsto il confronto con gli organismi internazionali, e da lunedì partiranno i tavoli con le parti sociali. Prende dunque forma il piano del premier per riuscire a impostare un piano di rilancio economico per l’Italia dopo l’emergenza covid-19. (agg. di Fabio Belli)
VERTICE DI GOVERNO, I TEMI SUL TAVOLO
Questa sera si terrà un vertice di Governo tutt’altro che “semplice” a Palazzo Chigi, in cui i diversi nodi che hanno animato tutte le ultime discussioni nella maggioranza verranno tutti messi sul tavolo: dal Mes agli Stati Generali sull’economia, dalla data delle Elezioni in autunno fino all’Ex Ilva per poi giungere all’intricato rebus di aiuti europei che serviranno a finanziare il “piano di rinascita” del Premier Conte annunciato nell’ultimo discorso alla nazione. Le distanze tra Pd, M5s e Italia Viva non sono poche e le ultime ore lo hanno dimostrato: «Dati alla mano, il governo valuterà nel mese di luglio le necessità dell’Italia», ha spiegato stamane il Ministro degli Affari Europei Vincenzo Amendola a Rai News24 riferendosi al vertice di questa sera dove si discuterà inevitabilmente di Mes.
Il fondo Salva-Stati per Conte è ancora un punto di discussione, mentre Pd e Renzi spingono per accettarlo «senza se e senza ma»: nelle ultime ore il M5s, o almeno la parte meno intransigente, si è reso disponibile a trattare e il tavolo di Palazzo Chigi stasera vedrà un nuovo capitolo sul principale aiuto economico disponibile già nei prossimi mesi, in attesa del Recovery Fund che non arriverà presumibilmente prima di gennaio 2021. «Il governo ha sempre detto – e lo ripeto – di aver attivato tre reti di protezione, già da settimane, di 540 miliardi. Insieme la Bce ha alzato il programma di acquisto titoli sui mercati fino a più di 1.300 miliardi. E adesso stiamo negoziando tra bilancio europeo e Recovery Fund per la ripresa quasi altri 1.800 miliardi. Noi stiamo quindi mettendo in campo, chiuderemo il negoziato molto probabilmente a luglio, tutti quelli che sono strumenti di emergenza e di pianificazione del futuro», conclude Amendola.
IL PRESSING DEL PD SUL PREMIER CONTE (E SUL M5S)
Il Governo è spaccato ma anche le opposizioni, visto che l’ombra di Berlusconi si “allunga” sempre di più sul possibile accordo con il Pd per dire sì al Mes e “scalzare” le posizioni sovraniste tanto del M5s quanto della Lega di Salvini: in un gran marasma che parte dal Mes e arriva fino agli Stati Generali sull’economia (dove già Gualtieri e Zingaretti “lamentano” una mancanza di condivisione della scelta con il Premier Conte), nella Direzione del Partito Democratico stamattina il Segretario ha chiesto al Presidente del Consiglio di prendere al più presto una decisione per poter far svoltare il sistema-Italia.
«La discussione sul Mes esca dalle diatribe ideologiche. Io non banalizzo i timori degli alleati ma è cambiato tutto, ora senza condizionalità è una straordinaria leva per il finanziamento della sanità italiana. Il governo dovrebbe presentare un piano ambizioso e chiaro per rafforzare il sistema sanitario nazionale insieme alla conferenza delle Regioni e poi sulla base di questo decidere: vogliamo avere il miglior sistema sanitario del mondo?», spiega Zingaretti nel suo intervento finale. Apre a possibili alleanza locali con il M5s verso le Amministrative ma invita a guardare allo stesso obiettivo, ovvero fine legislatura: «A volte difficoltà con M5s ma è prevalso il confronto. Non ci sono alternative a questa coalizione. Con Salvini al governo non avremmo ottenuto nulla dall’Ue».
Con il Premier Conte, conclude Zingaretti, non c’è nessun contrasto «ma serve una svolta, un salto di qualità necessario e cruciale». Da non sottovalutare infine, nel complicato intreccio di maggioranza e opposizione, le parole dette ieri da Renzi a Non è l’Arena: «Non mi ascoltano? Questo non è più il mio governo. A me piacerebbe, come era in passato, spingere tre tasti e far partire tutto. Ero il responsabile ed era colpa o merito mio, oggi non è più così. Oggi c’è una situazione molto più impaludata, con governi di coalizione, e io a questo punto sono a un bivio».