«L’Ecofin accoglie con favore le dichiarazioni delle autorità europee sull’applicazione dei requisiti regolatori per le banche in queste circostanze eccezionali», scrivono i Ministri dell’Economia Ue al termine della videoconferenza da remoto tenutasi questo pomeriggio sul tema del Mes e dell’intero pacchetto di aiuti economici ai Paesi dell’Eurozona. Non solo, alla luce «delle raccomandazioni delle autorità di supervisione chiediamo a tutte le banche che non lo abbiano già deciso di astenersi dal distribuire dividendi in questo periodo, e di usare il capitale così liberato e i profitti per estendere il credito ai clienti in modo da aiutarli a preservare l’attività economica» si legge ancora nella lunga nota a conclusione del vertice.



Il Ministro dell’Economia italiana Roberto Gualtieri fa sapere all’Ansa come proprio durante l’Ecofin di oggi l’Italia assieme a Francia, Spagna e Portogallo ha ribadito l’importanza del Recovery Fund da finanziare «attraverso l’emissione di titoli comuni per assicurare una risposta comune adeguata alla crisi economica innescata dal Coronavirus». Non solo, sempre secondo quanto riportato da fonti Mef all’Ansa, Gualtieri ha spinto affinché si possano porre le basi per una attivazione «più rapida possibile di questi strumenti e sulla definizione di modalità operative che consentano la loro massima efficacia nel sostegno ai lavoratori».



Nella riunione con tutti i Ministri Finanze Ue si è discusso a lungo del programma SURE (la cassa integrazione europea) e sul nuovo Fondo paneuropeo da 200 miliardi della Bei. «L’Europa ha bisogno di un’ambiziosa risposta paneuropea alla crisi generata dalla pandemia. I ministri delle finanze dell’UE ci hanno chiesto di agire senza indugio, ed è quello che stiamo facendo. Possiamo adesso intervenire molto rapidamente, collaborare fianco a fianco con i partner nazionali e dell’UE, e garantire che il sostegno raggiunga l’economia laddove il bisogno è maggiore e più impellente» ha spiegato durante la riunione il presidente della Banca Europei per gli Investimenti, Werner Hoyer.



LA “PARTITA” DEI RECOVERY BOND

La “partita a scacchi” tra i Paesi dell’Eurozona iniziata con l’Eurogruppo troverà il suo probabile “scacco matto” nel prossimo Consiglio Ue del 23 aprile, ma è dai preparativi in uscita oggi al vertice dei Ministri dell’Economia che si potrà avere una più esatta “sensazione” su chi quello “scacco” andrà effettivamente a muoverlo tra una settimana. La partita su Mes e recovery bond proposti dalla Francia è ancora apertissima e con la situazione interna al Governo italiano potenzialmente deflagrante, tutto può ancora succedere. Ieri il Parlamento Ue nella sua piena maggioranza (Ppe, Pse, Macroniani, Verdi) ha dato il suo via libera all’utilizzo dei recovery bond. Nella bozza di risoluzione lanciata dai vertici europei, si conferma la volontà di attivare una «specific credit line», sottolineando che le ragioni della crisi da coronavirus non sono state provocate dalla responsabilità di un singolo Stato.

In questo modo la posizione dell’Italia vedrebbe diversi passi avanti e seppur non si possa parlare di eurobond a tutto tondo, potrebbe essere un buon compromesso per Conte. Tutto questo però si “inceppa” dal momento in cui nel pacchetto di aiuti Ue al momento nessuno, tranne parte del Governo italiano, vuole togliere il Mes “light”. Conte e Gualtieri proveranno a trovare una linea comune da avanzare nei prossimi giorni, ma le tensioni interne a Palazzo Chigi rischiano di mettere in difficoltà tale strategia; il timore, come avanzato ancora oggi da Salvini e Meloni e dallo stesso M5s, è che al termine dell’accordo Ue sul Mes si aggiungano diverse condizionalità che rendano il prestito dal Fondo Salva-Stati un’ulteriore criticità ai conti già in sofferenza del nostro Paese.

IL PIANO DELLA FRANCIA “STOP AGLI EUROBOND”

Mentre sale l’attesa per il vertice dei Ministri dell’Economia Ue – e qui sotto trovate tutti gli scenari della vigilia – è sorprendente e da segnalare l’intervista di oggi del titolare delle Finanze della Francia Bruno Le Maire a “La Stampa”. Se vi era anche un solo ultimo dubbio circa la posizione di Macron in merito alla battaglia italiana per gli eurobond contro l’utilizzo del Mes voluto dal resto d’Europa, ecco le parole di Le Marie sono una sorta di “condanna senza appello” alla posizione del Governo Conte. «Credo che il MES sia una protezione necessaria, poi spetterà poi a ognuno decidere che fare. Non posso dire se la Francia ne farà uso perché non so quali saranno le nostre esigenze tra due, tre o quattro mesi. Ma il fatto che questa linea di credito sia a disposizione di tutti è una buona notizia».

Ancora più duro il giudizio sugli eurobond, «Dobbiamo lasciare alle spalle le parole controverse come eurobond o coronabond. Noi non proponiamo Eurobond. Il nostro fondo per la ripresa prevede l’emissione di debito comune solo per il futuro, per un periodo limitato e per un obiettivo specifico: gli investimenti». Tradotto, la Francia non seguirà più Conte nella battaglia sui bond “comunitari” anche se insisterà per avere “no condizionalità” del Mes su un concetto più “ampio” di aiuti sanitari: ancora Le Maire, «se un Paese è stato costretto a imporre un lock down, a chiudere alcuni negozi o aziende, deve considerare quei costi come costi sanitari indiretti. I costi legati alla decisione di chiudere parte dei settori economici devono far parte del perimetro di questa linea di credito».

VERTICE MINISTRI ECONOMIA: GLI SCENARI

Si riuniscono oggi in videoconferenza tutti i Ministri dell’Economia dell’area Ue per la prima volta dopo il fibrillante Eurogruppo della scorsa settimana che è arrivato a scontrarsi ancora una volta sul Mes prima di trovare una bozza di accordo da presentare al Consiglio Ue del prossimo 23 aprile. Premettiamo, con la riunione di oggi non arriveranno decisioni definitive né si attendono grandi cambiamenti delle “posizioni” in campo, ma risulta un utile aggiornamento dei Ministri dell’Eurozona in vista della “battaglia” del prossimo 23 aprile tra i leader europei. La bozza di accordo uscita dall’Eurogruppo prevede un pacchetto da 540 miliardi di euro così suddivisi: Mes “light” senza condizionali sulle spese sanitarie da 400 miliardi di euro; sostegno della Banca Europea degli Investimenti per 200 miliardi; dispositivo “Sure” lanciata dalla Commissione Europea per sostenere con prestiti fino a 100 miliardi la cassa integrazione europea.

Nello schema iniziale si prevedeva anche l’utilizzo di eurobond su proposta di Italia e Spagna per “condividere” il debito pubblico comune che verrà generato con la lotta al coronavirus, ma l’opposizione di Germania e Paesi del Nord ha portato ad un ravvedimento in tal senso, con l’abbozzo di un possibile “recovery found” su proposta della Francia nel quale però vanno ancora trovati fondi, modalità e campo di azione.

MES, CONTE E LO SCONTRO PD-M5S

Mentre in Europa si continuano le discussioni che continueranno ancora oggi nella riunione dell’Ecofin con Ministro Gualtieri ovviamente presente, le spaccature in Italia sul Fondo Salva-Stati si segnalano praticamente in ogni collocazione politica: il Centrodestra che attacca Conte da giorni per aver sostanzialmente accettato il Mes light senza previo passaggio dal Parlamento è diviso tra Salvini-Meloni sulle posizioni anti-Mes e Berlusconi invece che invita ad accettare la proposta europea altrimenti sarà una catastrofe economica e politica nei prossimi mesi. Ma la partita più importante si gioca al Governo, con lo scontro emerso in maniera lampante ieri tra Pd e Movimento 5 Stelle: i grillini spingono sul “proprio” Premier perché non accetti il “cappio del Mes”, con Vito Crimi che è arrivato a dire «il Pd mette in discussione il Premier». In risposta, il capogruppo Pd Camera Delrio ha ribadito «Conte non è in discussione ma non buttiamo risorse» mentre il segretario Zingaretti ha attaccato «serve una Ue forte, non dei picchiatori».

La bagarre politica ha costretto il Presidente Conte ad intervenire in serata con un lungo post su Facebook dove ribadisce la sua netta contrarietà al Mes, con però dei “distinguo”: «Non ha senso discuterne ora. Potremo valutare se questa nuova linea di credito pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora potremo discutere se quel regolamento è conforme al nostro interesse nazionale. E questa discussione dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola. Prima di allora potremo disquisire per giorni e settimane, ma inutilmente». Da ultimo, Conte sembra dare più ragione al Pd piuttosto che al M5s (il che rappresenta un ovvio problema politico data l’origine di consenso e voti del Presidente) quando afferma «Se vi saranno condizionalità o meno lo giudicheremo alla fine, quando saranno concretamente elaborati il term sheet (contenente le principali caratteristiche del nuovo strumento), i terms of reference (che definiranno termini e condizioni della linea di credito) e, infine, il Financial Facility Agreement, le condizioni di contratto che verranno predisposte per erogare i singoli finanziamenti».

VERTICE ECOFIN, L’ORDINE DEL GIORNO

Con tutto questo clima il vertice dei Ministri dell’Economia si appresta ad essere nuovamente vivace con le divisioni interne tra Nord e Sud Europa in merito al Mes in vista del Consiglio Ue prossimo: ma l’ordine del giorno vede anche molto altro nelle discussioni che avverranno nelle videoconferenza di oggi. L’Ecofin discuterà delle risposte strategiche da attuare per contrastare la crisi coronavirus: «La presidenza croata presenterà la situazione attuale e gli ulteriori lavori necessari sulle proposte legislative di misure socioeconomiche coordinate in risposta all’epidemia di Covid-19. La Commissione europea, la Banca centrale europea e la Banca europea per gli investimenti riferiranno in merito all’attuazione delle misure adottate finora e forniranno una panoramica delle iniziative previste», si legge nell’odg diramato dal Consiglio Ue ieri.

Si parlerà poi di prestiti bancari alle famiglie e imprese, in particolare l’applicazione delle linee guida e norme bancarie per dare maggiore flessibilità nei prossimi mesi proprio in aiuto della crisi da pandemia. Da ultimo, I ministri faranno il punto sui progressi compiuti verso un approccio pragmatico al ciclo del semestre europeo per quest’anno..