Non sono mancate le altisonanti dichiarazioni a fine vertice del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ma il 70° anniversario dell’Alleanza Atlantica rischia di passare alla storia soprattutto per le contrapposizioni (e le prese in giro) nei confronti di Donald Trump. Il quale non solo si è trovato Macron decisamente contro, ma è diventato oggetto di scherno da parte del premier canadese Trudeau, di Boris Johnson e dello stesso Macron, ripresi di nascosto mentre ridevano di lui. Cosa che Trump non ha gradito molto, tanto da arrivare a definire Trudeau un uomo “dalla doppia faccia”. E lo stato di salute della Nato? Per Gian Micalessin, inviato di guerra de Il Giornale ed esperto di geopolitica, “è quello di un anziano di 70 anni, incapace di prendere atto delle sfide attuali e più diviso che mai al suo interno, come dimostra il caso della Turchia”. Aggiunge Micalessin: “È più importante puntare sul dialogo con la Russia e pensare seriamente alla Cina, pericolosa anche dal punto di vista militare e con cui è già in corso una guerra commerciale”.



Secondo il segretario generale della Nato si è però ottenuto “un impegno senza precedenti per l’incremento delle risorse”, un tema che Trump ribadisce da tempo, minacciando addirittura un possibile abbandono dell’Alleanza. Questo impegno è stato raggiunto davvero?

Siamo sempre al solito punto: chi mette le risorse? Le devono mettere i 29 Stati che fanno parte dell’Alleanza, ma fino a oggi ben pochi hanno accettato di aumentare il budget fino al 2% del Pil, Italia compresa, che versa l’1,32%, ma anche la Germania, che pure non raggiunge la cifra richiesta da Trump. L’impegno esiste da sempre, ma poi dal dire al fare c’è di mezzo un mare magnum che neanche in questa occasione, nonostante le dichiarazioni d’intenti, è stato colmato.



Abbiamo assistito a un confronto acceso fra Macron e Trump. Il presidente francese non desiste dalle sue critiche alla Nato. Come ne esce?

È Macron ad avere la visione più lucida sulla Nato, è come il bambino che vede il re nudo e punta il dito, dicendo la verità. A suo avviso la Nato è in stato di morte cerebrale e ha ragione. Basta vedere il caso Turchia.

Di Erdogan non si è parlato. Perché?

La Turchia è ormai un alleato fuori controllo. Sulla Siria conduce una politica difforme da quella della Nato, poi ci si può anche chiedere se la Nato abbia ragione, ma il dato di fatto è che siamo in presenza di due politiche diverse fra loro. Pensiamo, per esempio, all’intervento contro i curdi in territorio siriano, deciso autonomamente e poi concordato con gli Usa ma senza informare gli altri membri dalla Nato.



E i missili comprati dalla Russia…

Esatto. Ma pensiamo anche alle infiltrazioni a favore dell’Isis, all’aver utilizzato ribelli jihadisti contro i curdi.

La Cina invece per la prima volta viene indicata come “oggetto di attenzione”. Che cosa significa?

Fino a oggi il nemico principale era la Russia, con cui Macron dice invece che bisogna dialogare, e in effetti un dialogo è già cominciato e si rafforzerà nei prossimi giorni. Il 9 dicembre Putin sarà a Parigi con il presidente ucraino per firmare un’intesa che potrebbe portare alla fine dei combattimenti e alla pace fra i due paesi, mentre il resto della Nato è ancora su posizioni di contrapposizione nei confronti della Russia. Anche in questo caso si nota una divisione tra gli alleati.

Trump ha anche dichiarato che diversi paesi europei, tra cui l’Italia, non procederanno nel rapporto con Huawei per sviluppare il 5G. Il premier Conte ha però ammesso che non si è parlato di questo tema. Qual è la posizione italiana?

Intanto occorre dire che l’Italia è l’unico paese europeo che ha firmato un accordo con la Cina sulla Nuova Via della Seta. E non risulta che abbia posto alcun paletto su Huawei, che è anzi uno dei partner dell’Italia per il 5G, a meno che dietro le quinte non ci siano accordi segreti di cui bisognerebbe però chiedere a Trump e a Conte. Le posizioni italiana e americana, per quanto ne sappiamo, restano divergenti: l’Italia va per una strada che non è quella degli Usa. Come peraltro fanno i tedeschi, che non hanno ancora messo alcuna distinzione su Huawei.

Ancora divisioni. Come vanno interpretate?

La conflittualità di vedute ci dice che sostanzialmente questi temi non sono stati chiariti nel corso di questo vertice. Si è trattato solo di una celebrazione dei 70 anni di una Nato che li dimostra tutti in quanto a capacità di reazione.

Ma ha ancora senso la Nato o bisogna cercare nuove formule?

Sicuramente non ha lo stesso significato che aveva ai tempi del Muro di Berlino. Deve essere rivista rispetto alle emergenze di oggi, perché non si può più pensare che l’unica emergenza sia la Russia, con la quale è meglio dialogare. La Cina invece, pur non essendo un nemico ma un avversario, rappresenta un rischio economico, commerciale e anche militare. Del resto, una guerra commerciale con Pechino è già in corso.

(Paolo Vites)