Milioni di persone in tutto il mondo hanno guardato con speranza all’incontro che ieri c’è stato ad Astana tra Erdogan e Putin. Erdogan, praticamente, giocava in casa, vista la massiccia presenza di turchi in Kazakistan. D’altra parte anche Putin qui è di casa perché qui firmò, esattamente 20 anni fa, il trattato di difesa Csto con diversi paesi dell’ex Unione Sovietica. Ci saranno anche, ma fuori dal palazzo sede dell’incontro, quegli oltre centomila giovani russi che hanno chiesto ospitalità in Kazakistan per sfuggire alla guerra e, soprattutto, alla chiamata alle armi.



Credo che la città sarà come al solito imbandierata con i vessilli della Turchia e della Russia, ma dubito che saranno permesse manifestazioni pubbliche di qualunque tipo. Questo non è il momento del clamore, ma del silenzio. Nei giorni scorsi si è parlato molto e per lo più a sproposito.

Astana, forse anche rafforzata come immagine dalla visita di papa Francesco che l’ha indicata come terra ideale del dialogo, comincia a prendere sul serio la propria vocazione. Parla con tutti, ospita tutti (giovani russi compresi) e da tutti si aspetta prospettive di pace.



I giornali kazaki danno molto risalto a questo incontro che avviene in occasione di una conferenza per la collaborazione tra i Paesi dell’Asia. Erdogan, insignito dal presidente kazako Tokayev dell’ordine Dostyk (Amicizia), massima onorificenza dello Stato, si è espresso in termini familiari col presidente kazako, chiamandolo “fratello”. Anche lui, come già il presidente della Cina, ha voluto sottolineare che la Turchia garantirà la sicurezza e l’integrità territoriale del Kazakistan. E la Turchia è membro della Nato.

Anche Putin ha ringraziato pubblicamente l’invito kazako, sottolineando il ruolo importante che il Kazakistan può avere nel dialogo per la pace. So che molti puristi della politica non hanno una grande stima né di Putin, né di Erdogan, ma visto che di puri assoluti oggi (e forse anche ieri) è difficile trovarne, bisogna confidare nel fatto che la Provvidenza possa usare anche di quelli meno puri per ottenere il meglio possibile. È certo che in quegli ambienti nessuno fa niente per niente, ma ci basta che qualcuno, facendo i suoi interessi, possa fare qualcosa anche per noi. Del resto questa è la storia della politica.



Quali saranno i frutti di questo incontro tra Erdogan e Putin nessuno lo sa, ma credo che non si siano visti per passare il tempo libero. Anche perché, visto il clima del Kazakistan, ci sono mete turistiche più appropriate.

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