I vescovi del Messico hanno manifestato la loro preoccupazione nei confronti della riforma costituzionale in materia elettorale che il governo federale di Andrés Manuel López Obrador sta approntando, tanto da essere già sottoposta al vaglio della Camera dei Deputati. In un comunicato stampa diffuso dal Consiglio di Presidenza dei vescovi del Messico, essa “per i suoi orientamenti e le sue ragioni è chiaramente negativa, anzi, costituisce un affronto alla vita democratica del Paese, poiché è destinata a pregiudicare la rappresentanza e l’equilibrio delle minoranze e delle maggioranze, assumendo il controllo delle elezioni nell’ambito del governo federale centralista”.



La nota dei vescovi prosegue ponendo l’accento sul fatto che “nessun cittadino, né i governanti che hanno giurato di sostenere la Costituzione degli Stati Uniti del Messico, hanno il diritto di promuovere riforme che eliminino o compromettano la forza delle istituzioni che sono il sostegno dello Stato messicano, come è il caso dell’INE e del TEPJF. La semplice pretesa di farlo mette in discussione la qualità morale di coloro che la promuovono”. L’INE è l’Istituto Nazione Elettorale (ente incaricato di organizzare e controllare le elezioni), mentre il TEPJF è il Tribunale Elettorale del Potere Giudiziario della Federazione.



VESCOVI MESSICO PREOCCUPATI PER LA RIFORMA COSTITUZIONALE ELETTORALE: “NON METTIAMO A RISCHIO LA STABILITÀ DEL PAESE”

Come riferito da “Vatican News”, qualora venisse approvato, il disegno di legge andrebbe di fatto a rimpiazzare l’INE con un nuovo istituto elettorale, i cui membri del consiglio sarebbero eletti mediante voto popolare e attingendo da una lista di candidati scelti dal presidente, dal Congresso e dalla Corte Suprema. Per questa ragione, i vescovi del Messico, uniti, lanciano un appello: “La difesa delle nostre istituzioni elettorali è responsabilità e dovere di tutti i cittadini. Diciamo insieme, a milioni di voci: non mettiamo a rischio la stabilità e la governabilità democratica del Paese”.



Un concetto replicato nell’editoriale del settimanale “Desde la fe” dell’arcidiocesi del Messico, in cui si legge che “è responsabilità dei cittadini, dei funzionari pubblici, dei legislatori e della società curare e difendere ciò che ci ha permesso di far progredire la democrazia”.