Dall’ingresso in “chief” del neo Presidente degli Stati Uniti Joe Biden sono già diverse le azioni politiche tese a cambiare se non del tutto soppiantare i precedenti provvedimenti di Donald Trump: sono nelle ultime 48 ore il 46esimo Presidente Usa ha firmato una serie di atti volti ad combattere le discriminazioni, le problematiche interne alle carceri e il caos sul ricongiungimento dei migranti bloccati al confine, trovando pieno appoggio anche dalla Chiesa cattolica americana.
In primis, Biden ha siglato l’atto per costituire una task force per riunione le famiglie di immigrati separati al confine con il Messico dal “muro” di Trump: come riporta la Casa Bianca, il secondo decreto è volto a creare un piano di tre punti per una «immigrazione sicura, legale e ordinata nella regione entro americana: affrontando le cause del fenomeno (instabilità, violenza, insicurezza economica), sostenendo le capacità di altri Paesi di fornire protezione e opportunità più vicino a casa ai rifugiati e ai richiedenti asilo, e garantendo a questi ultimi l’accesso alle sedi legali negli Usa ripristinando pienamente il sistema d’asilo» (report Ansa, ndr). Un terzo decreto della Casa Bianca mirerà a promuovere l’integrazione e l’inclusione degli immigrati con una task force sui “nuovi americani”: non solo, si cerca di facilitare il processo di naturalizzazione revocando tutte le direttive precedenti di Trump.
LA CHIESA USA APPROVA IL “NUOVO CORSO” BIDEN
Importanti però anche i provvedimenti più “vicine” alle cause da tempo promosse dalla Chiesa Usa: in primis, Biden ha ripristinato l’“Affirmatively Furthering Fair Housing Regulation” (Affh), un provvedimento varato nel 2015 da Obama per rendere più efficaci le disposizioni introdotte nel 1968 contro la segregazione residenziale ai danni delle minoranze. Il secondo ordine esecutivo pone invece l’obiettivo di imporre al Dipartimento della Giustizia il non rinnovo dei contratti con le carceri private a livello federale: i vescovi americani approvano ed esprimono soddisfazione per le nuove misure adottate dall’Amministrazione Dem. «Negli Stati Uniti un numero significativo degli oltre due milioni di condannati a pene detentive è rinchiuso in strutture private, note per le cattive condizioni in cui sono detenuti i prigionieri e per il comportamento spesso brutale delle guardie carcerarie», spiega Vatican News citando i documenti della Conferenza Episcopale americana.
In particolare l’azione sulle carceri potrebbe far presagire una ben più ampia riforma del sistema carcerario annunciato in campagna elettorale, per rendere «meno discriminatorio il sistema carcerario e favorire la riabilitazione e il reinserimento sociale dei carcerati». Come spiegano i vescovi Usa – in particolare monsignor Paul S. Coakley, presidente della Commissione per la giustizia e lo sviluppo umano della Conferenza episcopale (Usccb) e monsignor Shelton J. Fabre, presidente della Commissione episcopale contro il razzismo – «il governo federale ha un ruolo fondamentale da svolgere per superare e correggere la storia di discriminazione che ha segnato il Paese». A fine nota, la Chiesa americana esprime l’auspicio che l’amministrazione Biden porti avanti l’importante lavoro di «promozione dell’equità abitativa e della dignità umana».