Vaticano sotto attacco. La Santa Sede aveva ammonito nei giorni scorsi i vescovi conservatori americani a non negare la comunione ai politici che sostengono i diritti all’aborto, a partire dal presidente Joe Biden, ma loro tirano dritto. Facendosi beffe dell’avvertimento, hanno votato in modo schiacciante per redigere un documento sul sacramento dell’Eucarestia. La misura è stata infatti approvata con il 73% dei voti. La decisione di procedere con la “riforma della comunione” espone il mondo cattolico americano a dolorose divisioni, non solo interne, ma anche anche col Vaticano. L’Eucaristia è uno dei rituali più sacri della cristianità, quindi la decisione di prendere di mira un presidente che è praticante è sorprendente e, secondo il New York Times, conferma che il cattolicesimo americano è sempre più in contrasto con Papa Francesco. Il testo della documento, comunque, non è stato ancora scritto, ma richiederebbe alla fine l’approvazione con una maggioranza di due terzi dei voti.
Da una bozza riportata precedentemente da American Magazine era emerso che lo schema proposto «includerebbe il fondamento teologico per la disciplina della Chiesa riguardo alla ricezione della Santa Comunione e un appello speciale per quei cattolici che sono leader culturali, politici o parrocchiali a testimoniare la fede». Per alcuni conservatori questa dichiarazione sarebbe utilizzabile come una giustificazione teologica per negare la comunione al presidente Use Joe Biden e ai cattolici che come lui sostengono i diritti all’aborto.
VESCOVI USA VS VATICANO SU COMUNIONE A BIDEN
La polemica è servita ed è anche piuttosto rovente, perché subito sono partite le proteste di 60 democratici cattolici del Congresso. Hanno infatti esortato i vescovi «a non andare avanti e negare quello che è il più sacro tra tutti i sacramenti». Il fatto che però le opinioni di Biden sull’aborto siano una questione dibattuta pubblicamente è una sorta di vittoria per i cattolici conservatori. Ma il presidente Usa incarna un cristianesimo liberale, incentrato più sulla disuguaglianza razziale, il cambiamento climatico e la povertà. Il voto dei vescovi sulla prossima dichiarazione è previsto a novembre, quindi prima delle elezioni di metà mandato, quindi i conservatori avranno un’arma in più per attaccare i democratici. Del resto, l’aborto è stato a lungo dei temi più affrontati dalla destra religiosa. La Conferenza dei vescovi cattolici negli Stati Uniti, però, può solo emettere dichiarazioni di orientamento, non ha l’autorità di decidere chi può o non può ricevere un sacramento come quello della comunione, che è una prerogativa del vescovo locale, che ha autonomia nella sua diocesi, o del Papa. Peraltro il voto dell’altro giorno riguardava la stesura di una dichiarazione teologica sull’Eucaristia, frutto della necessità di elaborare un piano strategico per affrontare il calo della frequenza delle messe e risolvere le incomprensioni sul sacramento.
“EUCARISTIA NON DIVENTI ARMA POLITICA”
La riunione annuale di giugno dei vescovi si è rivelata la più “interessante” degli ultimi anni, non solo per il tema affrontato, ma perché ha palesato una profonda divisione, dal punto di vista teologico e politico, tra i leader nella Chiesa negli Stati Uniti. L’allarme sulla comunione è cominciato nel 2019, ben prima che Joe Biden si lanciasse nella corsa per la Casa Bianca. Da un sondaggio emerse che solo un terzo dei cattolici americani credeva al significato dell’Eucarestia. Ma poi il tema ha acquisito contorni sempre più politici, come si evince dalle ultime novità. «I cattolici sono confusi dal fatto che abbiamo un presidente che professa un cattolicesimo devoto e tuttavia avanza il più radicale programma pro-aborto nella nostra storia», si è giustificato il vescovo Donald J. Hying di Madison, nel Wisconsin. I vescovi considerati “alleati” di Papa Francesco, come Robert W. McElroy di San Diego, hanno fatto notare, come riportato da NYT, che «se si legittima l’esclusione eucaristica sulla base della politica pubblica facendola diventare una regola allora quelle animosità politiche che dividono la nostra nazione faranno lo stesso con la celebrazione eucaristica». Proprio quel sacramento che parla di unione rischia di diventare per milioni di cattolici segno di divisione.