BORGHETTI (VESCOVO ALBENGA-IMPERIA): “LA CHIESA AMMETA DI AVER ENFATIZZATO IL COVID”
Non sono state molte le voci all’interno della Chiesa Cattolica che in questi anni hanno “osato” lasciarsi andare a qualche critica strutturale sulla modalità di gestione politica, sociale e culturale dei due anni e mezzo di pandemia Covid in Italia: ecco, mons. Guglielmo Borghetti, vescovo di Albenga-Imperia, nell’intervista a “La Verità” ha invece il coraggio di esprimere una lucida trattazione su quanto la modernità – tanto sul fronte Covid quanto sul tema ormai dirimente dell’ecologia-clima – spesso rischi di andare pesantemente fuori strada.
La scienza secondo il vescovo è importante e la Chiesa lo sa bene, ma essa deve rimanere con un ruolo “limitato” e non assoluto: «la nostra epoca è ricca di scienza e povera di sapienza», scriveva San Giovanni Paolo II, citato da mons. Borghetti. Davanti alle critiche che il Vaticano e la Chiesa italiana hanno ricevuto anche da alcuni fedeli su posizioni non “nette” sul tema del Covid (gestione, presunti soprusi di regole, mitizzazioni su vaccino e mascherine, etc.), il vescovo replica secco: «lo sento anche io tra la mia gente, “dove eravate” ed è un punto su cui dovremo riflettere e fare un bell’esame di coscienza». Secondo Borghetti si è evidenziato troppo spesso l’aspetto della rimozione della malattia ma mai quello della salute integrale: «Gesù è venuto a darci la salvezza integrale», afferma sottolineando come sia venuto il momento di «cominciare a parlare e riconoscere che abbiamo esagerato nell’enfatizzare alcune cose» sulla pandemia. Si è sempre in tempo a fare “mea culpa”, chiosa il responsabile della Diocesi ligure, «altrimenti si rischia di perdere la sostanza».
ECOLOGIA, IDEOLOGIA GREEN E FEDE: PARLA MONS. BORGHETTI
Dal Covid al clima, il passo è “breve” per il vescovo Guglielmo Borghetti nel tentare di uscire dal “seminato” del politicamente corretto: serve seguire l’ecologia integrale insegnata da Benedetto XVI e poi proseguita da Papa Francesco nella “Laudato si’”. Davanti al cambiamento climatico non deve dominare l’ecologia bensì l’antropologia, afferma con coraggio Mons. Borghetti: «con l’età moderna, quando Dio scompare come riferimento, l’uomo diventa un assoluto, un grande Prometeo che domina la natura con la tecnica». È su questi concetti che, sottolinea il vescovo, Papa Francesco richiama costantemente la cristianità a non allinearsi al “pensiero unico”: il tema è lo stravolgimento della realtà, specie quando si vuole “tirare per la giacca” il pensiero della Chiesa sul tema dell’ambiente o della differenza sessuale.
«L’enciclica del Papa parla di ecologia integrale o umana. Ma accade anche sul gender: il Papa più volte ha denunciato la colonizzazione ideologica che avviene in guanti bianchi, ma chi mai riporta queste parole?», attacca il vescovo ligure. La prospettiva di oggi è invece una sorta di “panteismo” dove scompare Dio e l’uomo viene assoggettato dall’ideologia green: «la creazione è un dono più grande di quello che noi chiamiamo “natura”, perché fa riferimento al progetto del Padre; e che è giusto rispettare questo giardino in cui siamo stati posti, ma che a far la differenza sono le motivazioni profonde con cui lo facciamo». Come ricorda Borghetti, il tema non è rispettare la “dea Terra” come fine a stessa, come se fosse un atto fideistico: «il giovane dovrebbe essere aiutato a capire che vive in un contesto dove ha una primazia e che ciò che lo circonda gli è dato perché lui lo custodisca come il Padre glielo ha consegnato, anzi migliorandolo». Il problema per il vescovo di Albenga-Imperia è che molti ragazzi di oggi vengono cresciuti ed educati anche a scuola senza «riferimenti valorizzi teocentrati», mentre si preferisce insistere su «emozionassimo» o peggio ancora su un «buonismo indefinito». Traduzione? Si continua a dire “siamo tutti fratelli” senza ad esempio ricordarne l’origine di quella espressione che è San Francesco, lontano «mille miglia dall’ecologismo ateo come fraternità orizzontale». Il “Santo Poverello” intendeva invece l’esatto opposto, ovvero una «fratellanza in Cristo in quanto siamo tutti figli di Dio».