Antonino Raspanti: “Il meridione non riesce a rialzarsi e la gente emigra”
Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e capo della Cei locale, ha rilasciato un’intervista per La Verità nella quale cerca di fare il punto sulla delicata situazione che il mondo sta attraversando, oltre che sul ruolo della chiesa negli sconvolgimenti mondiali. Innanzitutto, lo spettro della crisi economica che incombe sulle fasce più deboli della popolazione, per cui il vescovo sottolinea che “chiediamo due livelli di intervento”.
“Uno base, che aiuti chi non ce la fa con i bonus”, continua il vescovo Antonino Raspanti, e “lo sviluppo del lavoro“. “Le regioni italiane”, spiega, “non hanno saputo approfittare degli aiuti europei” sia per “burocrazia e mancanza di progettualità”, ma anche perché “c’è una corruttela conclamata per cui i denari non producono quello che potrebbero”. “Il meridione non riesce a rialzarsi”, continua a spiegare Raspanti che opera in Sicilia, e questo crea un nuovo problema: l’emigrazione. “In 10 anni se ne sono andate 135.000 persone” dalla Sicilia, “esportiamo cervelli e rimaniamo con una classe dirigente molto povera“. Mentre sul reddito di cittadinanza, di cui tanto si discute, soprattutto nel sud Italia, “credo che sia comunque un valore, che abbia fatto del bene (..), ma che vada rivisto e collocato meglio”.
Antonino Raspanti: “In Sicilia barconi continuano ad arrivare”
Nella sua intervista per La Verità, Antonino Raspanti spiega come “il sistema capitalistico senza alcuna regola crea pochi ricchi e sempre più poveri”, sostenendo anche che “sta crescendo la rabbia”. Rabbia che, secondo il vescovo, “diventa una dinamite sociale che crea uno scontro quotidiano: siamo tutti contro tutti perché un’insoddisfazione diffusa“. Secondo il suo parere questa sarebbe anche dimostrata, tra le altre cose, “dal 40% che non vota più e da una politica urlata che manca di visione”.
Il discorso di Antonino Raspanti si è poi diretto verso il conflitto in Ucraina, che secondo lui è “uno scontro fratricida” che vede “la contrapposizione tra chi porta avanti ragioni vere o presunte per supportare l’una o l’altra parte”. “Finché pronunciamo parole di sostegno e ci esprimiamo su ragioni e contro ragioni, il livello del conflitto può solo alzarsi”, riflette Raspanti.
E poi c’è un’altra emergenza in questo conflitto che grava soprattutto sulla Sicilia “qui i barconi continuano ad arrivare (..) tra chi fugge dalla guerra in Ucraina e le periodiche minacce turche di liberare milioni di persone in Europa”. “In alcuni stati africani”, spiega, “operano cosche che spingono le persone a venire da noi (..) ma alle grandi potenze e entità sembra non importare”. Ed anzi, “facendo pressione sui territori, lucrando sulle materie prime, investendo solo per i propri interessi, favoriscono l’esodo”, conclude Antonino Raspanti.