Perché l’Italia ha più morti, in percentuale alla popolazione, di tutta l’Europa (unica a “batterci” in questa drammatica classifica la Spagna)? L’epidemiologo della Northeastern University di Boston Alessandro Vespignani prova a spiegarlo con chiarezza oggi su La Stampa: «I decessi sono sempre troppi e arrivano settimane dopo i picchi, ma purtroppo succede in modo analogo in tutta Europa. In ogni Paese l’epidemia segue percorsi solo leggermente diversi in base agli interventi e alla capacità di proteggere gli anziani». I problemi sono simili in Francia, Inghilterra e Spagna: in sostanza, il “caso” Italia non esiste a sé stante ma di certo gli errori sono stati diversi, «L’Italia è un punto di riferimento perché è stato il primo Paese occidentale colpito. L’unico problema è che ha perso l’occasione di evitare la seconda ondata, anche questo però al pari di altri Stati europei». Si poteva e si doveva fare meglio, anche perché questa volta a differenza di marzo si arrivava “preparati” a cosa si andava incontro: l’unica europea, e tra i pochi a livello mondiale, ad affrontare bene la seconda pandemia da Covid è stata la Germania di Angela Merkel: ancora Vespignani ribadisce «È l’unica eccezione europea per efficienza e strategia. La gestione del virus è stata anticipata, concertata e tempestiva negli interventi grazie a tracciamento e test efficienti».
COME EVITARE LA TERZA ONDATA?
Secondo l’esperto italiano che vive e lavora stabilmente negli Stati Uniti, il problema del Covid-19 rimarrà fino a che dovunque non si sarà debellato definitivamente il virus: per farlo, però, occorrono maggiori restrizioni e occorre rispettarle. «Purtroppo nel mondo nessuno impara niente su questo virus. Sembra il film Il giorno della marmotta», spiega ancora Vespignani che giudica comunque positive le misure prese dal Governo in vista del Natale. Il rischio ora si chiama “terza ondata” e per evitarlo occorrono “pochi” passaggi: «Più che di terza ondata parlerei di una risalita della seconda. La verità è che non ha più senso parlare di ondate. Il virus circola, ci sono 24mila contagi al giorno e aumentano appena le persone tornano a incontrarsi». Il Natale va vissuto dunque in “tono” minore altrimenti i morti torneranno a salire: «Nessuno vuole un altro lockdown totale. A marzo non c’era altra scelta, mentre ora si cerca di gestire l’epidemia, anticipando, non inseguendo, e localizzando gli interventi. Il governo italiano, anche se in ritardo, ci sta riuscendo e deve continuare così, introducendo per gennaio dei rinforzi organizzativi su tracciamento, test, scuole, trasporti e luoghi di lavoro per migliorare la convivenza col virus».