Lo zio di Matias ha fatto irruzione armato di coltello all’ospedale di Viterbo, dove Mirko Tomkow è ricoverato e piantonato per aver l’omicidio del figlio a Vetralla. Era fuori di sé e agli addetti alla vigilanza del Belcolle, che subito hanno chiamato i carabinieri, ha urlato: «Ditemi dov’è Mirko, che così lo ammazzo subito». I militari dell’Arma sono subito accorsi, hanno circondato lo zio del bambino ucciso, quindi lo hanno immobilizzato e disarmato. Condotto negli uffici del comando provinciale di Viterbo per essere interrogato, ora rischia di essere denunciato.



Il suo obiettivo è apparso subito chiaro: voleva vendicare l’omicidio del nipote, visto che il padre è ancora ricoverato per accertamenti in ospedale. Troppo forte il dolore per la morte del nipote, ucciso dal padre con una coltellata alla gola a Vetralla, nel Viterbese. Invece la mamma del piccolo, Mariola Rapaj, era stata colta da un malore dopo aver scoperto il corpo senza vita del figlio e quello del marito, riverso sul pavimento di un’altra stanza privo di sensi.



OMICIDIO VETRALLA, IL DOLORE DELLO ZIO DI MATIAS

Lo zio trascorreva interi pomeriggio con l’amato nipote, lo accompagnava a scuola e poi trascorreva ore a giocare con lui. Questa mattina voleva vendicare la sua morte, ma i carabinieri sono riusciti ad evitare il peggio. Il papà di Matias aveva da qualche settimana il divieto di avvicinato ai familiari, che era stato emesso dal gip di Viterbo. Appena dimesso da un ospedale romano, dove era stato ricoverato per due settimane in cura per Covid, il manovale ha compiuto il delitto per il quale ora è accusato di omicidio volontario aggravato. La famiglia era seguita dai servizi sociali di Vetralla.



Dalle testimonianze raccolte dai carabinieri era merso che Mirko Toomkow aveva manifestato atteggiamenti violenti e provocatori – causati anche dall’abuso di alcol – nelle serate in piazza, davanti alla chiesa, non lontano dalla scuola e dall’abitazione del piccolo Matias. Il suo comportamento proseguiva anche tra le mura domestiche, infatti i vicini avevano udito spesso liti tra lui e la moglie che poi aveva deciso di rivolgersi ai carabinieri per denunciare il marito.