«Via il genere dalla carta d’identità» e poi anche «cambi di sesso illimitati»: il Governo “Vivaldi” in Belgio sta per lanciare la nuova proposta di legge “LGBTQ friendly” che mira a “sostituire” la precedente bozza di legge pro-trans naufragata nel 2019 per la bocciatura della Corte Costituzionale.

Come riportano i media belgi (in particolare “de Tijd”), il nuovo progetto di legge vede la firma del ministro della giustizia Vincent Van Quickenborne (Open VLD), il ministro dell’interno Annelies Verlinden (CD&V) e del segretario di stato per le pari opportunità Sarah Schlitz (Ecolo). Siccome non viene riconosciuto alle persone “non binarie” di registrarsi come tali all’anagrafe di Stato, la proposta del Governo “Vivaldi” (la coalizione ispirata alle “4 Stagioni” del compositore italiano, presente nell’alleanza multicolore socialisti, liberali, verdi e democratici cristiani) prevedeva di indicare una “X” sotto la voce “sesso” nei documenti ufficiali, a partire dalla carta d’identità. Opzione però non gradita da tutti e dunque si è cercato una soluzione arrivando a proporre di eliminare definitivamente proprio il concetto di “genere” dai documenti in Belgio.



LA PROPOSTA DI LEGGE “PRO” TRANS

Quella sul genere nella carta d’identità non è però l’unica “problematica” che il Governo belga intende rimuovere con questa nuova legge che sbarcherà ad inizio 2022 in Consiglio dei Ministri: ad oggi, secondo la recente decisione della Corte Costituzionale belga, «Non è ragionevole che le persone con un’identità di genere fluida (…) siano soggette a una procedura eccezionale davanti al tribunale della famiglia se vogliono cambiare la registrazione del sesso nel loro certificato di nascita più di una volta». In Belgio è infatti permesso un primo cambio di genere per le persone transgender ma nel caso di un successivo ripensamento/nuovo cambi occorre dimostrare circostanze molto eccezionali per ricevere il via libera del tribunale delle famiglie. Con la nuova proposta di legge “liberal” si mira invece.a rendere di fatto illimitato il numero dei cambi di genere per tutti i cittadini belgi. Sottolineano i media come uno dei problemi a cui sta lavorando il Ministero dell’Interno di Bruxelles è che l’eliminazione del genere può rendere più difficili i viaggi internazionali e si deve determinare come può procedere il roll-out delle nuove carte d’identità. Spiega ancora il “Tijd” come «il governo vuole decidere, attraverso un ampio dibattito con audizioni in parlamento, come il governo possa registrare il genere in modo inclusivo. Ciò include l’Istituto per l’uguaglianza di donne e uomini». Non tutti, anche a sinistra, si dicono concordi con il progetto lanciato dal Governo: l’eurodeputata Assita Kanko (N-VA) pensa che sia un’idea migliore mostrare una x di “terzo genere” sui documenti di identità, «Sono una donna e voglio tenerlo così sulla mia carta d’identità», ha scritto su Twitter. Più incline ad accettare invece la proposta è il deputato del medesimo partito N-VA Piet De Bruyn che la definisce «una decisione buona e logica che soddisfa l’aspirazione di molte persone trans». Dall’opinione pubblica belga, e dal dibattito in generale, sembra invece del tutto essere “celata” – o proprio mancante – una possibile critica circa la ratio originaria della proposta di legge: togliere qualsiasi riferimento all’identità di tutti per rispetto di chi non si sente “binario”, siamo così certi che sia l’opzione ideale e che meglio rispetti le libertà di tutti?



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