Da che età i bambini devono fare il tampone per potersi spostare da un Paese europeo all’altro? Un quesito che accompagnerà per tutta l’estate il comparto dei viaggi e del turismo continentale e, comunque, non certo di facile soluzione. Perché? Perché manca una uniformità decisionale tra i diversi Paesi e, dunque, le famiglie italiane che intenderanno trascorrere un periodo di relax al di fuori dei confini nazionali dovranno prestare molta attenzione a ciò che è previsto per i più piccoli in materia di Coronavirus.



Un argomento a cui “Il Corriere della Sera”, sulla sua edizione odierna, ha dedicato ampio spazio, ricordando che il green pass europeo, ovvero il documento digitale che, sulla carta, dovrebbe facilitare la mobilità da uno Stato all’altro, debutterà il 30 giugno (salvo eventuali slittamenti al momento non preventivati). Non tutti, però, potranno essere vaccinati prima dell’estate e per chi ha figli minori determinati requisiti d’ingresso in un Paese del Vecchio Continente potrebbero restare immutati, su tutti la negatività al tampone.



BAMBINI E TAMPONE, COME FARE SE SI DEVE VIAGGIARE?

Il tampone per i bambini sarà probabilmente obbligatorio anche per tutta quest’estate, e, ricorda “Il Corriere della Sera”, esiste un documento elaborato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) che suggerisce agli Stati d’Europa di “esentare dal tampone d’ingresso i bimbi con meno di 24 mesi”. Per quelli dai 2 anni in su rimane, invece, libertà di decisione, aggiungendo che “gli Stati membri potrebbero considerare metodi alternativi”. Ma quali sono i limiti d’età per ciascuna nazione? La risposta è ampia e variegata. Il Portogallo richiede ai suoi visitatori che i minori di almeno due anni abbiano un certificato di non positività al virus Sars-CoV-2. Poi, a seguire, ci sono la Grecia (screening obbligatorio dai 5 anni in su), la Spagna e la Germania (6), l’Austria (10), Francia e Regno Unito (10) e, per concludere, Svizzera e Cipro (12).

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