Scontro Ue-Draghi sull’ordinanza
L’Unione Europea non ci sta e contesta la scelta dell’Italia nella firma dell’ordinanza che impone tamponi anche ai vaccinati in viaggio verso il nostro Paese: già ieri sera la vice presidente della Commissione europea, Vera Jourova, aveva tuonato «Quando gli Stati membri introducono condizioni aggiuntive al Green pass o rendono le condizioni più severe, come nel caso dell’Italia e forse del Portogallo, la stretta deve essere giustificata sulla base della situazione reale».
L’ordinanza del Governo italiano di fatto “mina” la regolamentazione europea sui viaggi in merito all’utilizzo di Certificato Covid regolare per vaccinati: «abbiamo voluto mantenere il principio che le persone saranno autorizzate a viaggiare liberamente nel caso in cui abbiano o la vaccinazione o il test negativo o il certificato di guarigione dal Covid», ha ricordato la commissaria. L’Italia non ha fatto alcun passo indietro e oggi lo scontro a distanza si è fatto più palese, alla vigilia del Consiglio Europeo: «Non abbiamo ricevuto alcuna notifica sui test obbligatori per i viaggiatori” diretti in Italia provenienti da altri Paesi Ue, inclusi i vaccinati contro la Covid-19, misura annunciata ieri sera con un’ordinanza del Ministero della Salute», spiega il portavoce della Commissione Europea per la Giustizia Christian Wigand, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. «Abbiamo ricordato all’Italia questi obblighi: restrizioni aggiuntive sono solo possibili quando necessarie. Guarderemo alle misure annunciate quando saranno notificate dall’Italia», ha poi concluso. La risposta piccata arriva dallo stesso Mario Draghi, intervenuto alla Camera per le Comunicazioni in vista del Consiglio Ue: «C’è Omicron che ha capacità di contagio nettamente superiore alle altre varianti, da noi i contagi con Omicron sono meno dello 0,2%, in altri Paesi la variante è molto diffusa, ad esempio in Danimarca, in Regno Unito diffusissima, per cui si è pensato di attuare la stessa pratica che si usa oggi per i visitatori che provengono dal Regno Unito, non credo ci sia molto da riflettere su questo». (agg. di Niccolò Magnani)
La nuova ordinanza firmata dal Ministro Speranza
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza che regola gli arrivi in Italia dai Paesi dell’Unione Europea. Nel tentativo di scongiurare nuovi casi di Covid-19 importati da altri paesi attraverso i turisti, il Ministero della Salute si è cautelato varando una nuova misura che entrerà sin da subito in vigore per tutti coloro che hanno intenzione di giungere nel nostro paese. L’ordinanza, firmata da Speranza d’accordo con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ha validità fino al prossimo 31 gennaio 2022.
Secondo quanto contenuto nell’ordinanza tutti coloro che arriveranno in Italia da uno stato europeo dovranno sottoporsi a quarantena o a tampone. Come fare per decidere quale delle due? Semplicemente dallo status vaccinale di chi arriva nel suolo italiano. Per chi è vaccinato dovrà essere effettuato un tampone, anche rapido, e nel caso di esito negativo si potrà circolare liberamente. Per chi non è vaccinato e proviene dai paesi Ue scatta la quarantena obbligatoria di cinque giorni, mentre per chi viene dagli Stati extraeuropei la quarantena resta di dieci giorni.
Viaggi dall’estero all’Italia, cambiano le regole
Le nuove regole per i viaggi dall’estero all’Italia sono state necessarie per cercare di arginare sempre più il rischio di nuovo contagi nel nostro Paese. Nelle ultime settimane, anche a causa di nuovi casi di variante Omicron, il numero dei positivi in Italia è cresciuto e soltanto grazie alla vaccinazione di milioni di italiani si è evitato il peggio. Ma con 6 milioni di non vaccinati presenti lungo lo stivale una nuova ondata potrebbe avere risvolti tragici.
Il provvedimento firmato dal ministro della Salute Roberto Speranza in accordo col ministro degli Esteri Luigi Di Maio è ulteriore provvedimento volto a creare un “filtro” nell’arrivo del virus e di nuove varianti in Italia. Speranza, commentando la misura appena firmata, ha dichiarato: “Stiamo vivendo un momento cruciale della storia del Servizio sanitario nazionale”.