Si chiamano Nie, e praticamente tutti i turisti europei non ce l’hanno. Sono le National Interest Exception, ossia i permessi di viaggio necessari per entrare negli Stati Uniti, che, nonostante le ovvie pressioni dell’Ue, delle compagnie aeree e dell’industria del turismo Usa, restano ancora negati. Mentre però, in totale spregio della reciprocità, i turisti statunitensi sono i benvenuti nel Vecchio continente. Cosa sta succedendo?
Allora, la Nie permette di superare la restrizione di viaggio per gli Usa e di viaggiare dall’Italia all’America anche con il blocco dei voli e la chiusura delle frontiere (da exportusa.us). In questo periodo di blocco dei voli e dei visti per l’America, la richiesta della National Interest Exception è insomma l’unico modo per viaggiare per lavoro negli Stati Uniti. Il blocco dei viaggi e dei visti per l’America derivante dalla Proclamation Presidenziale di marzo è infatti ancora in vigore. Dal 15 luglio però sarà estesa “l’eccezione” con la quale potersi appellare per richiedere comunque il permesso di viaggio: vi possono accedere studenti con visto F1 e visto M1, ricercatori universitari e professori, alcuni studenti o trainee con visto J1, investitori con visto E2, esportatori con visto E1, viaggiatori per motivi di business con visto B1, viaggiatori per motivi di business con ESTA (Electronic System for Travel Authorization), chi “deve viaggiare per offrire sostegno vitale e o direzione esecutiva in progetti di infrastruttura o per un’attività economica significativa”. Ma anche personale di sicurezza o di salute pubblica, tecnici, specialisti di sistema, figure professionali che devono andare negli Usa per servizi a favore di società americane che utilizzano loro installazioni, investitori, imprenditori, ed esportatori che abbiano in essere sostanziali operazioni con gli Stati Uniti.
Un bel pacchetto, insomma, ma i turisti restano esclusi. E non solo quelli europei: subiscono il blocco anche quelli da India, Cina, Iran, Brasile, Sudafrica, Regno Unito, Irlanda. Disarmante la spiegazione del governo Usa: “Gli esperti ancora stanno valutando la situazione”. E, visto che la situazione muta di minuto in minuto, le previsioni non sono buone. Le misure restrittive erano state varate più di un anno fa, ma adesso, con una nuova ondata di contagi alle porte, legata all’ultima delle varianti conosciute del virus, e con il forte rallentamento della campagna vaccinale negli Usa (in giugno l’Italia ha superato gli Stati Uniti per prime dosi di vaccino contro il Covid somministrate in rapporto alla popolazione, nonostante in America non vi siano mai stati problemi di approvvigionamento delle dosi), tutto fa supporre che si andrà avanti così (si parla adesso del Labor Day, il 6 settembre…). Solo il Regno Unito ha finora adottato contromisure, vietando l’ingresso ai turisti statunitensi fino a quando gli Usa terranno chiusi i loro confini.
La California, e tutti gli altri Stati a stelle e strisce, restano per adesso un miraggio. Costretti allora nei perimetri del nostro continente, la Farnesina conferma che gli spostamenti da o per i Paesi dell’elenco C sono consentiti senza necessità di motivazione (quindi anche per turismo), anche se in alcuni Stati potrebbero essere applicate norme più restrittive. I Paesi nell’elenco C sono Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco, Israele. Per l’ingresso in Italia, in caso di soggiorno o transito dai Paesi dell’elenco C nei 14 giorni precedenti, è richiesta la compilazione di un modulo on-line di localizzazione (digital Passenger Locator Form – dPLF), ed è obbligatorio presentare il Green pass da cui risulti, alternativamente l’avvenuta vaccinazione, il completamento del prescritto ciclo vaccinale da almeno quattordici giorni, l’avvenuta guarigione.
Una disciplina speciale è stata introdotta invece per ingressi o rientri dal Regno Unito (in vigore dal 21 giugno al 30 luglio 2021), visto il dilagare della variante Delta. Chi ha soggiornato o è transitato in Regno Unito nei quattordici giorni precedenti l’arrivo in Italia, deve compilare il formulario di localizzazione, presentare un documento che attesti di essersi sottoposti a test molecolare o antigenico effettuato nelle quarantotto ore precedenti l’arrivo in Italia, con esito negativo. A prescindere dall’esito del test, i viaggiatori dovranno sottoporsi a sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario presso la propria dimora, per cinque giorni, informando il dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente, e quindi sottoporsi a un secondo test molecolare o antigenico.
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