Nella mattinata di ieri la comunità ecclesiastica di Viareggio è rimasta sconvolta dalla notizia di un maxi furto all’interno della Chiesa della Migliarina – che già lo scorso settembre era finita ‘protagonista’ di un altro atto doloso i cui contorni non sono mai stati veramente chiariti -, il tutto scoperto con grande sgomento dal sagrestano una volta giunto nel luogo sacro per aprirlo all’accoglienza dei fedeli in attesa delle consuete veglie e preghiere in vista del Natale: a dare la notizia è stato l’arcivescovo di Lucca – che presiede anche la diocesi di Viareggio – monsignor Paolo Giulietti che ha dato una sua personalissima ricostruzione (probabilmente veritiera) dei contorni del furto sacrilego. 



Partendo proprio da quanto accaduto all’interno della Chiesa della Migliarina di Viareggio, pare che nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 alcuni ignoti si siano introdotti nelle strutture sacre sfondando uno degli ingressi, per poi dirigersi direttamente verso il pisside che ospita le ostie consacrate per le messe svuotandolo del suo contenuto prima di fuggire nel buio notturno: i danni economici – fortunatamente – non sono stati ingenti, ma d’altra parte sono innegabili quelli spirituali arrecati all’intera comunità.



L’arcivescovo di Lucca: “Il furto a Viareggio è opera di sette e gruppi dediti alle messe nere”

In una nota diramata nella mattina di ieri, l’arcivescovo in carica per la diocesi di Viareggio – il già citato monsignor Paolo Giulietti – ha spiegato che gli ignoti “malviventi sono entrati forzando alcune porte” introducendosi poi “negli ambienti parrocchiali per rubare altri beni della comunità” tra i quali “la pisside [che] è stata svuotata e lasciata sul posto”; il tutto imputando il terribile gesto a “sette e gruppi dediti alle messe nere, realtà pericolose anche dal punto di vista sociale”.



Peraltro – è bene ricordarlo – la stessa Chiesa della Migliarina di Viareggio solamente a settembre era stata protagonista di un piccolo rogo doloso che aveva coinvolto alcune strutture di legno all’interno dell’oratorio danneggiando anche alcuni infissi e una facciata della struttura; così come nei mesi scorsi – restando in Toscana – in quel Grosseto di era registrato un grave furto di offerte nella chiesa di San Leonardo e a Prato nella chiesa di Mercatale di Vernio erano stati trafugati quattro calici e – anche in quell’occasione – tre pissidi con le ostie.