Vicenza: morti due pazienti con influenza H1N1
A Vicenza, nell’ospedale San Bartolomeo, sono morti due pazienti affetti da influenza provocata dal virus H1N1 di tipo A, comunemente chiamata “suina”. Si tratta di un 55enne, morto il 9 gennaio, e di un 47enne morto l’8, anche se la notizia è stata data oggi, entrambi dopo che le loro condizioni si erano aggravate nel corso delle ultime giornate. Non si tratta, tuttavia, di casi isolati, perché solamente a Vicenza, all’interno dello stesso San Bartolomeo si contano attualmente altri 3 pazienti ricoverati in terapia intensiva con influenza H1N1 in condizioni piuttosto gravi. Tra questi, a destare maggiore preoccupazione è una donna, le cui condizioni sono state definite “critiche”.
Direzione Prevenzione Veneto: “Sbagliato chiamarla influenza suina”
E mentre sui giornali i due morti per influenza H1N1 a Vicenza sono attribuiti alla cosiddetta suina, forti anche del messaggio del presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti che ha ricordato quanto “importante sia la prevenzione”, una nota pubblicata dalla Direzione Prevenzione della Regione Veneto ha abbassato leggermente i toni del dibattito. Nella nota, infatti, si sottolinea che è sbagliato “chiamarlo virus da ‘influenza suina’, un retaggio mediatico che fa pensare a un virus non stagionale”.
Quella che ha provocato la morte dei due pazienti a Vicenza, spiega il comunicato, è la normale “influenza di questa stagione, caratterizzata dalla circolazione del virus H1N1 pdm09″, che altro non è che un “virus influenzale che circola in modo diffuso in tutte le stagioni influenzali dal 2009”. Di anno in anno, spiegano, “i virus respiratori determinano un aumento dei ricoveri e della mortalità”, ragione per cui per evitare altri morti come quelli di Vicenza, “la vaccinazione è assolutamente consigliata” anche perché copre senza problemi l’influenza H1N1. “Rimane importante l’uso di mascherine e strumenti di protezione individuale nel caso di contagio”, conclude la nota, “e negli episodi più gravi un eventuale terapia tempestiva con antivirali soprattutto, nei soggetti con condizioni di rischio, ma solo dopo attenta valutazione medica”.