Costretta ad abbandonare casa sua perché ebrea. Dorit Benedek, nata a Gerusalemme, vive in Italia da anni. Fino a qualche tempo fa risiedeva a Camugnano, nel Bolognese, mentre adesso, da quando sulla sua strada ha incrociato un vicino antisemita e che l’11 luglio scorso le ha ucciso il cane al grido di “Allah Akbar”, conduce un’esistenza da vagabonda, vivendo in alberghi o a casa di amici che le offrono ospitalità. La donna ha raccontato la sua storia ai microfoni del quotidiano “La Verità”: “Sono distrutta mentalmente, ancora è forte il dolore. Per me quel cane era come un figlio. L’avevo adottato in Israele e poi portato in Italia. Un’associazione israeliana l’aveva salvato perché veniva maltrattato. Pensi che la pandemia l’ho passata nel mio Paese di origine e lui ha fatto il volontario per assistere gli anziani e aiutarli a sentirsi meno soli. Ma ora, dopo che me l’hanno ucciso, non mi do pace”.
Due giorni prima che il cane morisse il vicino di casa, italiano, “mi aveva detto che avrebbe ucciso me e il mio cane – ha confessato la donna –. Anzi: prima che avrebbe ammazzato il cane e poi che mi avrebbe fatto a pezzi. C’è anche un testimone. ‘Ti metto una bomba sotto casa’, mi diceva. Po,i l’11 luglio scorso il cane era sotto la finestra della mia cucina. Riposava, dopo un po’ mi sono affacciata e l’ho visto a terra esanime”.
“VICINO MI HA MINACCIATO PERCHÉ SONO EBREA”: IL RACCONTO CHOC DA BOLOGNA
Ancora su “La Verità”, la protagonista di questa terribile vicenda ha detto: “Quell’uomo mi ha tolto la libertà, la tranquillità, la spensieratezza. Non avevo il coraggio di denunciarlo, ma dopo la morte del cane l’ho fatto. Mi diceva ebrea di m*rda, str*nza, vaffanc*lo, torna al tuo Paese”. Nel documento depositato presso le forze dell’ordine, si legge: “Quando la donna si trovava in casa, l’uomo, a qualsiasi ora del giorno o della notte, iniziava a urlare (…) senza alcun motivo epiteti o frasi antisemite o antisraeliane del tipo: ‘Israele è un Paese di merda, fa schifo. Devono tutti morire. Viva la jihad. Viva Hamas, tutti gli ebrei devono morire. Allah Akbar'”.
Per Dorit, ebrea, è diventato impossibile continuare a vivere lì, anche perché il vicino “conosce tutti i gruppi terroristici, Daesh, Al Qaeda. Me li nominava sempre. Non so se sia convertito. Ma io ho tanta paura. Amo l’Italia e mai avrei pensato di subire un simile atto di violenza in questo Paese, dove sono sempre stata bene. Ho chiesto aiuto anche al sindaco di Camugnano. E anche se il giudice ha dato un provvedimento di allontanamento al mio vicino, io non mi sento sicura. In Italia non è come in Israele. In Israele ti fermano e ti mettono dentro. Qua invece è come con le donne: denunciano, nessuno fa niente e poi le ammazzano”.