Si sono tenuti nella giornata di ieri così come previsto i funerali di Andrea Purgatori, il 70enne giornalista e conduttore di La7, morto lo scorso 19 luglio per un problema cardiopolmonare. Presso la Chiesa degli Artisti in Roma l’ultimo saluto al volto noto del piccolo schermo, protagonista assoluto del giornalismo italiano degli ultimi anni grazie alle sue innumerevoli inchieste, per ultima quella su Emanuela Orlandi. Fra i presenti, ovviamente, la famiglia al gran completo, a cominciare dalla figlia Victoria che è apparsa estremamente commossa ricordando il padre.
La ragazza ha infatti voluto leggere qualche riga in chiesa, e per l’occasione ha rievocato i momenti in cui da bambina chiedeva a suo padre se sarebbe mai morto e lui rispondeva con fermezza «No». Victoria ha aggiunto: «Gliel’ho chiesto anche negli ultimi giorni e lui mi rispondeva: ‘Oddio Victoria, no’». La figlia di Andrea Purgatori ha quindi ricordato la carriera del padre sottolineando però che «Il suo più grande successo è stato quello di essere padre perché nonostante tutto mi ha amata con tutto se stesso. Ti voglio bene, papi».
VICTORIA PURGATORI E LUDOVICO RICORDANO IL PADRE ANDREA AI FUNERALI
Anche il figlio Ludovico ha voluto ricordare papà Andrea Purgatori: «Poteva andare avanti a lavorare anche fino alle 4 del mattino – ha detto – e lo faceva. Ma nei momenti importanti c’era sempre e mi ha salvato più volte. Ricorderò sempre le sue chiamate giornaliere, di 63 secondi contati, in cui mi chiedeva se mi ero messo la sciarpa, se potevo mettere il casco in bici, se potevo andare a vedere la partita da lui. E poi chiudeva sempre dicendo “Scusami devo entrare in riunione, cia’cia, ciao”».
E ancora: «Andava sempre di fretta perché il tempo che aveva a disposizione non era mai abbastanza. Era un ansioso, un burbero. Ti ho voluto bene però adesso scusami devo entrare in riunione, cia’cia, ciao». Moltissimi i giornalisti presenti, a cominciare da Enrico Mentana, quindi Massimo Martinelli, direttore de Il Messaggero, ma anche l’editore di La7 Urbano Cairo, e volti noti come Mogol e Vanzina.