Ciro Grillo è sfuggito alle domande di Non è l’Arena, ma c’è l’audio di uno dei tre amici accusati come lui di stupro che parla della vicenda. È stato trasmesso ieri in esclusiva dal programma di Massimo Giletti. Si tratta di Vittorio Lauria, che era con Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e il figlio di Beppe Grillo quella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 ad Arzachena. Il ragazzo, che a La Verità ha confermato le frasi trasmesse in tv, nel video in questione afferma: «Sto bene, è un po’ dura. Speriamo che si risolva». Chi parla con lui gli rammenta il video del comico genovese, un «danno clamoroso» per il giovane, il quale riconosce che «ogni cosa che viene detta a nostro nome, comunque cade su quello». Il ragazzo fa notare che quel video può aggravare la situazione, anche perché ribadisce che le cose non stanno come sembra. «Secondo me non andava fatto. Non se ne parlava più e ora è riuscito tutto perché ha fatto (Grillo, ndr) sta roba qua. Perché se fossimo stati io e gli altri miei due amici non conosciuti non sarebbe successo niente», ammette l’amico di Ciro Grillo.
Le intenzioni di Beppe Grillo però non erano sbagliate. «Secondo me, nel video, lui voleva specificare come siamo fatti noi, che siamo più dei coglioni, perché comunque le cose bisognava dirle […] ha detto quello che è successo», dice nell’audio trasmesso da Non è l’Arena l’amico di Ciro Grillo.
“NON DOVEVA DIRE LA COSA DEGLI 8 GIORNI…”
Il vero errore di Beppe Grillo è il riferimento alla tempistica della denuncia: «La cosa che ha detto Beppe del video, la cosa degli otto giorni secondo me non ci stava dirlo […]. Dire una roba del genere, comunque, davanti poi… chissà quanta gente ha visto ormai quel video lì… contro una donna, non è giusto perché non c’entra tanto quanto ha aspettato, ma la cosa è che l’ha fatto proprio senza senso…». Vittorio Lauria ha dato anche la sua versione di quella serata, provando a descrivere il contenuto del video del presunto stupro che è agli atti. «Si vede proprio la ragazza che comunque sta, uno, benissimo e, due, che comunque noi non costringiamo niente». Ma per l’accusa la ragazza sarebbe stata anche costretta a bere vodka. «Invece è proprio lei che l’ha presa da sola e per sfida […] l’ha bevuta tutta, “gocciandola”, ma non era tanta, era un quarto di vodka […] lei per sfida ha detto “dai che ce la faccio” e se l’è bevuta. E poi è andata a dire che io l’ho presa per la gola, ho fatto…», la spiegazione fornita dall’amico di Ciro Grillo. Vittorio Lauria conferma anche che c’è stato il rapporto sessuale con la ragazza, ma per lui era consensuale. La versione della presunta vittima è opposta, ma anche su questo l’amico di Ciro Grillo si è fatto una sua idea: «Si è pentita. Perché ci sono anche i messaggi suoi dove dice: “Ho sbagliato un’altra volta”; “ho fatto un’altra cazzata”».
“CON NOI A COMPRARE LE SIGARETTE…”
Queste frasi però non le avrebbe dette a loro, ma ad alcune amiche. Quando poi si fa riferimento al fatto che non si sia più rivisto, il giovane sembra proporre gli stessi concetti retrogradi di Beppe Grillo, perché dice: «Noi non l’abbiamo più rivista, ma non perché… il giorno dopo… cioè… lei ha fatto le sue cose. Ma perché il giorno dopo? Dopo una cosa che lei ha descritto in tal modo, non penso sia così semplice andare in spiaggia, andare a fare kyte (surf, ndr), andare a fare un’altra serata in discoteca…». Poi evidenza una possibile contraddizione della ragazza, che sarebbe andata a comprare le sigarette con loro dal tabacchino. «Lei aveva detto che non c’era, invece, poi abbiamo trovato una foto e lei era in macchina con noi che siamo andati a prendere le sigarette in un posto vicino a un locale […]. Mi ricordo che lei aveva detto di non essere venuta e invece c’era una foto che è là con noi». Ai microfoni de La Verità invece non si è sbilanciato. Oltre a ribadire che i rapporti con Ciro Grillo sono quelli di sempre, si è mostrato cauto sul video di Beppe («Se era meglio non farlo? Non lo so, si vedrà […]. Non dovete mica chiederlo a me, non l’ho fatto io») e quando gli viene chiesto se si senta uno stupratore replica: «No, non lo sono».