Fa già molto discutere la sentenza della Corte di Cassazione avvenuta lo scorso 28 ottobre che di fatto “legalizza” la produzione di materiale pornografico realizzata con il consenso di un minorenne over 14 e un adulto «nel contesto di una relazione con persona maggiorenne». Per le Sezioni Unite quelle riprese video e foto hard non sono reato, scatenando però le reazioni di numerose associazioni e liberi cittadini che vedono nella sentenza un possibile “via libera” alla pedopornografia.



Il senso della decisione presa dalla Cassazione riguarda il concetto di “libertà” e privacy: se infatti le immagini o i video realizzati in un momento di intimità restano di dominio privato (e sono frutto di una libera scelta del minorenne over-14) allora «non si figura il reato di produzione di materiale pornografico». Affinché possa considerarsi consenso quello dato da un individuo tra i 14 e i 18 anni, spiegano i magistrati, la piena libertà si «estende alle relative riprese». Ecco il passaggio centrale delle motivazioni addotte dalla Cassazione: «Nel rispetto della libertà individuale del minore con specifico riguardo alla sfera di autonomia sessuale, il valido consenso che lo stesso può esprimere agli atti sessuali con persona minorenne o maggiorenne, ai sensi dell’articolo 609 quater del codice penale, si estende alle relative riprese, sicché è da escludere, in tale ipotesi, la configurazione dei reato di produzione di materiale pornografico, sempre che le immagini o i video realizzati siano frutto di una libera scelta e siano destinati all’uso esclusivo dei partecipi all’atto».



PROVITA & FAMIGLIA VS CASSAZIONE: “LEGALIZZA PEDOPORNOGRAFIA”

Si configura invece reato, spiega infine la presidente delle Sezioni Unite di Cassazione Margherita Cassano, «allorché una qualsiasi delle condotte di diffusione o offerta sia posta in essere successivamente e autonomamente rispetto alla ripresa legittimamente consentita ed al di fuori dei limiti sopra indicati». La reazione dell’Associazione Pro Vita & Famiglia è durissima e accusa direttamente la Cassazione di aver, nei fatti, legalizzato la pedopornografia: «Le Sezioni Unite della Cassazione hanno tradito la Costituzione Italiana, mettendo in pericolo milioni di ragazzini. Assurdo! Proprio in un periodo storico dove l’ipersessualizzazione dei minori, soprattutto online, rappresenta un vero e proprio dramma», attacca il presidente dell’associazione Antonio Brandi. Per il vicepresidente Jacopo Coghe, attraverso la «foglia di fico della libertà», si consente il diritto del minore «ad avere rapporti sessuali anche con maggiorenni è poi si sdogana la possibilità di registrare, ad uso privato, rapporti sessuali con minori di 18 anni, tecnicamente anche con chi ha il doppio della loro età. Una sentenza choccante, che banalizza la pedofilia e la pedopornografia e rende vani gli enormi sforzi contro queste piaghe e contro l’ipersessualizzazione dei minori». Non basta, secondo la Onlus, aver chiarito nella sentenza che il non reato si configura solo se quelle riprese restano ad uso esclusivo dei partecipanti: «Una toppa inutile che mette in pericolo milioni di adolescenti soprattutto dalla crudele pratica del ‘Revenge Porn‘, che sappiamo ha già causato numerose vittime in Italia», conclude Pro Vita & Famiglia.

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