Diamo un’occhiata al video con i gol e gli highlights di Milan-Fiorentina 1-3: al Meazza si consuma lo psicodramma dei padroni di casa che si consegnano agli avversari giocando una partita inguardabile, emblematica l’immagine dei tifosi che abbandonano scoraggiati lo stadio ben prima del novantesimo. Calhanoglu ha perso così tanti palloni da sembrare il dodicesimo uomo degli ospiti, Bennacer ha regalato ben due calci di rigore ai viola – e meno male che Chiesa a differenza di Pulgar non li sa tirare – e Musacchio ha pensato bene di entrare su Ribery con il piede a martello, rimediando un rosso sacrosanto (propiziato dal VAR che suggerisce a Giacomelli di rivedere la decisione di graziarlo con il giallo). L’unico a salvarsi è Rafael Leao che segna un gol bellissimo con tanto di serpentina ubriacante, peccato che ciò avviene quando tutti i buoi sono scappati dalla stalla. Il vero protagonista della serata è stato Franck Ribery, un ragazzino di 36 anni che ha fatto innamorare i tifosi della Fiorentina e in poche settimane si è imposto come leader indiscusso dello spogliatoio. È allarme rosso-nero per Giampaolo, 4 sconfitte nelle prime 6 giornate di campionato sono inaccettabili per una squadra che punta a tornare nell’Europa che conta e non disputando le coppe può permettersi il “lusso” di pensare soltanto al campionato e preparare una partita a settimana a differenza di chi invece è impegnato su più fronti. Se guardiamo la classifica balza immediatamente all’occhio come il Diavolo si trovi a un solo punto dalla zona retrocessione, in compagnia di squadre come Lecce, Brescia, Verona, Sassuolo e Parma che sono abituate a occupare la parte destra della graduatoria. Per questo motivo la dirigenza ha già cominciato a guardarsi intorno, evidentemente Giampaolo non è (ancora) adatto ad allenare un grande club e bisogna correre immediatamente ai ripari, anche se non sarà facile trovare nomi di spicco liberi in questo momento. Una settimana fa la Fiorentina era all’ultimo posto, oggi i viola hanno ripreso quota e possono guardare con molta più fiducia al futuro quando hai in squadra gente come Ribery, Chiesa, Castrovilli (primo gol in Serie A per l’ex-centrocampista del Cremonese, sentiremo parlare a lungo di lui) e Badelj (che lo scorso anno alla Lazio era soltanto una croce per Simone Inzaghi) in grado di fare la differenza nei momenti che contano e di risolverti anche le partite più complicate. Se gli uomini di Montella troveranno una certa continuità nei risultati bisognerà aggiungerli alla lista di chi punta almeno alla top 7, che è già piuttosto affollata.
VIDEO MILAN-FIORENTINA 1-3, LE DICHIARAZIONI
Dopo il triplice fischio il primo a esporsi ai microfoni di Sky Sport è stato Franck Ribery: “È sempre bello giocare a San Siro, questo stadio ha qualcosa di speciale. Di certo il nostro non è stato un inizio di stagione semplice ma in questo momento il Milan è messo molto peggio noi… Sarò anche vecchio ma in campo mi sento ancora un ragazzino, amo alla follia il calcio e continuo ad avere una gran fame di vittorie e di fare gol ogni volta che vedo un pallone rotolare. Sono venuto alla Fiorentina per dare una mano alla squadra, non per godermi il pre-pensionamento. Chiesa diventerà un grande giocatore, ascolta sempre i consigli degli altri”. Ecco le parole di Vincenzo Montella, allenatore della Fiorentina: “Partita perfetta? Direi di no, sul 3 a 0 abbiamo concesso qualcosa… resta la grande soddisfazione per aver battuto il Milan in casa loro, alla Scala del calcio, in uno degli stadi più belli del mondo. Non avevo nessun spirito di rivalsa nei confronti dei rossoneri con i quali ho vinto una Supercoppa e li ho riportati in Europa senza fare praticamente mercato, ringrazio Galliani e Fassone per avermi dato la possibilità di allenare una grande squadra. Mi aspettavo la standing ovation per Ribery, per questo l’ho tolto, perché se la meritava. Ormai non ha più la freschezza di qualche anno fa ma sono pochi i giocatori incisivi e carismatici come lui”. Dall’espressione di Marco Giampaolo si evince chiaramente la delusione e lo sconforto per la situazione che sembra essergli sfuggita di mano: “Tre giorni fa avevamo affrontato il Torino con grande personalità, nonostante la sconfitta avevo visto sprazzi di bel gioco e la prestazione c’era stata, oggi non posso dire la stessa cosa. Tutti hanno giocato male e per conto proprio, nessuno aveva il senso dell’ordine e della responsabilità collettiva, eravamo disordinati e non avevamo la benché minima idea di cosa farci con il pallone. I tifosi sono abituati a ben altro, è normale che contestino, loro sono l’ultimo dei problemi. Con i dirigenti non ho ancora parlato, in ogni caso da allenatore mi assumo ogni responsabilità e vado avanti con le mie idee”.