Dopo il video della funivia del Mottarone, scoppiano fortissime polemiche per il filmato dell’incidente di Alex Zanardi. Perché renderlo pubblico se ormai sappiamo già tutto di quella notizia? Cosa aggiunge? A queste domande oggi se ne aggiunge un’altra, perché chi ha realizzato il video dell’incidente di Zanardi, pubblicato da Repubblica, non voleva affatto renderlo pubblico. Il giornalista e video-maker che era presente sul posto al momento dei fatti, Alessandro Maestrini, aveva messo a disposizione il filmato solo per la Procura in quanto convinto che potesse agevolare gli inquirenti nelle indagini, senza mai volerle rendere pubbliche. Lo ha anche confermato in una diretta Facebook: «Mi trema la mano da quanto sono nervoso. Stamattina è successo un qualcosa che ha dello scandaloso», ha esordito nel video.
Poi ha spiegato di essere l’autore del video di quanto accaduto il 19 giugno dell’anno scorso. «L’ho messo a disposizione della Procura perché lo ritenevo doveroso per poter giudicare in maniera corretta quell’evento. E non mi sono mai sognato di pubblicarlo perché ho avuto molto remore, pur avendo ricevuto delle offerte, a guadagnare su una disgrazia del genere che mi ha toccato profondamente».
VIDEO ZANARDI, LO SFOGO DELL’AUTORE CONTRO REPUBBLICA
Stamattina però ha appreso che il video era stato pubblicato da Repubblica. «E cosa ancor più scandalosa, con sopra il watermark di Repubblica», ha aggiunto Alessandro Maestrini. Il watermark non è altro che il logo in trasperenza, «come dire “queste sono immagini nostre”». Ma il video-maker ha spiegato di aver girato lui quelle immagini. «Se io non mi sono mai permesso di pubblicarle, voi non lo dovete fare. Perché siamo tutti giornalisti e c’è una deontologia da rispettare». Inoltre, ha spiegato di aver scritto una pec in cui li diffida, chiedendo la rimozione dal loro sito di quel video, ma d’altra parte è consapevole che quel video essendo sul web “rimbalzerà” ovunque, moltiplicandosi a dismisura. Si apre però un’altra questione: chi ha inviato quel video al quotidiano? Di sicuro non l’autore, questo è evidente. Sulla vicenda è intervenuto via Twitter anche Mauro Casciari, che con Alessandro Maestrini ha lavorato a Le Iene per dieci anni. A chi gli faceva notare che «della libertà di informazione e di video “rubati” ne avete fatto capisaldi a le iene» ha risposto: «Un conto sono i video con telecamera nascosta in cui si coprirono le facce, le voci e i nomi, un conto è un video consegnato SOLO alle forze dell’ordine con firma di non diffusione».